“Angela Marcianò mi disse che la delibera sul Miramare era stata approvata attestando falsamente la sua presenza e il suo voto”

reggio miramare500di Claudio Cordova - Ricordi che partono da quell'ormai famigerata estate 2015 e che proseguono negli anni, fino a un'altra data cruciale, i mesi di agosto-settembre 2018, in cui Margherita Eichberg diverrà una testimone a discarico dell'ex assessore comunale, Angela Marcianò, non impedendole, tuttavia, la condanna in primo grado per il "Caso Miramare" nel processo celebrato con rito abbreviato.

Ora l'ex sovrintendente ai Beni Archeologici testimonia anche nel dibattimento che vede imputati il sindaco Giuseppe Falcomatà, la quasi totalità della sua ex Giunta Comunale e l'ex segretario comunale, Giovanna Acquaviva. Tutti accusati per l'assegnazione diretta dell'immobile di pregio che la prima Giunta Falcomatà avrebbe temporaneamente "regalato", senza un bando di evidenza pubblica e gratuitamente, alla semisconosciuta associazione "Il Sottoscala", dell'imprenditore Paolo Zagarella, amico personale del sindaco e "donatore" della sede della prima campagna elettorale.

L'ex sovrintendente Eichberg ha confermato quanto già sostenuto in aula dalle funzionarie della Sovrintendenza, Giuseppina Vitetta e Michelangela Vescio, che negli scorsi mesi avevano raccontato di aver udito rumori all'interno dell'hotel Miramare, sorprendendo, di fatto, l'imprenditore Zagarella a ripulire la struttura ancor prima che la Giunta Comunale gliela assegnasse con una delibera (leggi qui).

Proprio la delibera "incriminata", del luglio-agosto 2015, è l'elemento fondamentale su cui si gioca il destino degli imputati. Per la Marcianò, sarebbe stata, di fatto falsificata. Tale versione, sostenuta in aula dall'ex assessore comunale, sarebbe stata anche oggetto degli sfoghi della stessa Marcianò con la sovrintendente Eichberg, depositaria di confidenze e del disappunto della Marcianò per la scelta di Falcomatà & co. di assegnare il "Miramare" all'amico Zagarella.

Sfoghi e disappunto che, tuttavia, non si sarebbero tramutati in una denuncia formale, ma solo nel tentativo di modificare la delibera: "Mi disse che per lei c'era un abuso e che avrebbe fatto la guerra, lei usa spesso quest'espressione" ha detto in aula Eichberg, rispondendo alle domande del pm Nicola De Caria e agli avvocati Marco Panella, Sergio Laganà ed Enzo Galeota.

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Ma, in quella delibera, risultano anche presenza e voto dell'allora assessore ai Lavori Pubblici. Una circostanza fondamentale, che è costata a Marcianò la condanna, ma che la stessa respinge con forza: "Mi disse che la delibera sul Miramare era stata approvata attestando falsamente la sua presenza e il suo voto" aggiunge Eichberg.

Una tesi che Marcianò avrebbe tentato di provare anche recuperando alcune mail dalla propria casella di posta dell'Assessorato, in realtà dopo essere stata defenestrata dal sindaco Falcomatà. A riferire sul punto è stato Rosario Spezzano, esperto informatico in forza al Comune di Reggio Calabria. L'obiettivo delle difese e, in particolare del controesame dell'avvocato Andrea Alvaro, è stato quello di dimostrare come Marcianò avrebbe, di fatto, ottenuto una sorta di "consulenza" privata da parte dei suoi ex sottoposti dipendenti dell'Assessorato Lavori pubblici, in quanto le sarebbe stato concesso accedere al pc dell'Assessorato quando lei non era più in carica. Spezzano, infatti, ha raccontato di aver aiutato l'ex assessore a consultare le mail: una procedura banale sotto il profilo tecnico, ma per la quale Marcianò si sarebbe affidata, per alcuni versi inspiegabilmente, a un esperto. Dalle risposte date agli avvocati si è percepito come questi si fosse fidato della sola parola della Marcianò che disse di aver ottenuto una nuova password tramite richiesta alla Rete e senza informare il reggente pro tempore dell'Assessorato che l'ex Assessore si era recata presso l'ufficio per accedere a dati istituzionali.

Un tema che sarà sviscerato anche nel corso della prossima udienza, prevista per marzo, in cui la Procura dovrebbe esaurire i testi della propria lista.