Presunto caso di malasanità a Locri, la famiglia di Giuseppe Amante lo ricorda a un anno dalla sua morte: "Un uomo esemplare, vogliamo solo la verità"

amante-giuseppe-articolodi Mariateresa Ripolo - «La sua passione era il calcio ed era amatissimo dai colleghi». Giuseppe Amante «se n'è andato in punta di piedi», raccontano ai nostri microfoni la moglie Matilde e la figlia Mariangela. Lo ricordano così a un anno dalla sua morte, commosse e straziate dal dolore, per una perdita alla quale sembra impossibile rassegnarsi, anche alla luce di quello che è accaduto nei giorni in cui è stato ricoverato presso l'ospedale di Locri. Un calvario durato tre settimane e culminato, il 12 dicembre 2019, con la morte del 66enne di Bovalino per un'ischemia diagnosticata quando ormai non c'era più nulla da fare, dopo il trasferimento a Reggio Calabria. (Leggi qui)

«Oltre al dolore, alla rabbia, al rammarico che ci perseguita per tutto quello che è accaduto - afferma la figlia Mariangela - vogliamo ricordare la persona meravigliosa che era mio padre».

Una lavoratore instancabile, Giuseppe Amante, che lavorava nell'Amministrazione del Museo di Locri, dove di recente è stata realizzata una mostra in suo onore. «Era una persona esemplare, nel lavoro, nella vita, nella famiglia», ci racconta la moglie Matilde, che ricorda con commozione il tempo trascorso insieme al marito: «E' andato via troppo presto».

--banner--

«Con molta delicatezza ci ha detto che non stava bene, non si è mai lamentato, anche quando i sintomi erano molto gravi». Amante ha accusato problemi di vista e di udito, capogiri e vomito. Sulla sua morte adesso dovrà fare luce la magistratura: sono diversi i punti oscuri su una vicenda che ha sconvolto l'intera comunità bovalinese. «Non siamo stati ascoltati da diversi medici e abbiamo riscontrato molta superficialità. Solo due medici, dai sintomi, hanno capito che c'era qualcosa che non andava», denunciano i familiari, che affermano di aver, invece, trovato molta professionalità e umanità tra gli infermieri.

La situazione critica in cui riversa il nosocomio della Locride, al quale fanno riferimento ben 42 comuni, è ormai nota da anni. Precarietà e carenza dal punto di vista strutturale e del personale sono condizioni che in tempi di Covid si acuiscono. «Molti sembrano essersi resi conto solo adesso della gravità della situazione in cui riversa l'ospedale di Locri, - afferma Mariangela - ma a volte quando non ci ritrova personalmente in determinate situazioni, si fa fatica a capirle».

I familiari di Amante non si arrendono e continuano a chiedere la verità: «Se qualcuno ha sbagliato deve pagare, siamo stanchi di sentirci dire che "doveva andare così". Non è stata capita la gravità della situazione, pensiamo che la sua morte poteva essere evitata se solo la diagnosi giusta fosse stata fatta prima».