Covid Hotel a Reggio Calabria e provincia: ecco le strutture ammesse

covid hotel 600Il "Grand Hotel Victoria" di Bagnara Calabra, "Le Saline Resort" di Montebello Jonico, l'Hotel "Lungomare" di Reggio Calabria e l'Ostello "Grand Youth Hostel" di Scilla. Sono queste le quattro strutture ammesse al termine della manifestazione di interesse finalizzata alla verifica di disponibilità di strutture per l'accoglienza in isolamento di persone positive al Covid-19.

Sul sito wwww.reggiocal.it sono stati pubblicati gli esiti della manifestazione di interesse indetta dal Comune di Reggio Calabria al fine di reperire sul territorio strutture in grado di ospitare i cosiddetti hotel covid.

Si tratta di una misura socio sanitaria, finanziata dai fondi europei della coesione del programma Pon Metro.
L'avviso pubblicato nel mese di novembre, a cura dell'assessorato al welfare e politiche della famiglia, mirava a rintracciare la disponibilità di strutture per l'accoglienza in isolamento di persone positive al Covid-19.

Il tutto nell'ambito delle azioni sociali a contrasto dell'emergenza pandemica che prevedono la realizzazione di attività di accoglienza socio sanitarie, in linea con la Decisione di Esecuzione della Commissione Europea del 7 settembre 2020.

I destinatari dei 50 posti letto individuati saranno come da bando: "soggetti autosufficienti, non allettati.
Si tratta di cittadini che, in via di dimissione dagli ospedali, non possano trascorrere il periodo di isolamento presso il loro abituale domicilio per inidoneità dello stesso o per altre motivazioni "di criticità".

Le cause possono essere diverse: presenza di familiari immunodepressi o con patologie precedenti, anziani, soggetti fragili, assenza di spazio in casa per permettere idonea quarantena.

Requisiti ulteriori potranno essere successivamente individuati dall'Azienda Ospedaliera Territoriale o dell'ASP di Reggio Calabria in base all'evolversi della pandemia.

Inoltre tutti i destinatari dell'ospitalità da hotel covid verranno individuati a cura dell'Azienda Ospedaliera Territoriale o dell'ASP di Reggio Calabria che disporrà l'accesso alle struttura di competenza.
Ai gestori delle strutture incombono diversi obblighi, tra i quali quelli di pulizia, igiene, sanificazione costante, mentre il servizio di sorveglianza sanitaria è a carico dell'ASP e dell'Azienda Ospedaliera "Bianchi Melacrino Morelli".

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Al termine del procedimento l'assessore al welfare e alle politiche della famiglia Demetrio Delfino commenta: "La predisposizione dell'hotel covid è una misura di assistenza integrata sul territorio. E' una azione tempestiva attuata nell'ambito delle competenze di cui il comune può disporre e attuare grazie all'uso dei fondi europei per la coesione territoriale offerti dal Pon Metro, riprogrammati in chiave emergenziale dalla stessa Commissione Europea. Gli hotel covid, realizzati tra l'altro in alcune città metropolitane, mirano ad allentare il sovraccarico delle strutture sanitarie ma sopratutto a sostenere le famiglie e i cittadini con sintomi lievi o con esigenze di quarantena differenziate.

Il bando pubblico secondo i parametri obbligatori richiesti dalla normativa europea ai fini della certificazione della spesa all'interno del Pon Metro è garanzia di trasparenza e selezione degli operatori, nonchè della verifica di tutti i requisiti richiesti dalla normativa sebbene l'urgenza dettata dalla situazione.

Si tratta quindi di una azione di coesione in cui il comune si impegna a fare la sua parte a sostegno della sanità pubblica territoriale in sovraccarico e di una misura integrata che ha tra l'altro instaurato una collaborazione interistituzionale.
Una vera e propria rete che ha permesso al comune di interloquire anche con il comparto produttivo del territorio oltrechè dell'ambito socio sanitario.

Il nostro scopo è agire a fini preventivi e nel post cura. Ecco perché – conclude Delfino- l'hotel covid non sostituirà il ricovero laddove necessario ma si affianca quale presidio attivo e perfettamente operativo di assistenza, in un certo senso "domiciliare".
L'auspicio comune tuttavia resta quello che gli organi preposti possano pervenire presto a un nuovo disegno della rete ospedaliera che possa riabilitare e restituire ai cittadini i presidi sanitari che nel tempo sono stati chiusi. Per fare questo ci vuole tempo e programmazione, ora invece è il tempo della urgenza nell'emergenza e chi può deve dare una mano nell'immediato".