Il Direttivo Un Mondo Di Mondi: "Alloggi popolari, servono le assegnazioni alle famiglie che ne hanno diritto e non la vendita"

In questo periodo di pandemia e di grave crisi economica, il patrimonio degli alloggi popolari per le famiglie a basso reddito e senza una casa dovrebbe costituire una risorsa da valorizzare. Non solo come garanzia del diritto ad un alloggio adeguato e come misura indiretta di sostegno economico, ma anche come "presidio" di contrasto al contagio.

Le famiglie con reddito molto basso e senza una casa infatti sono spesso costrette a vivere in condizioni abitative di sovraffollamento e quindi, oggi, sono particolarmente esposte al contagio . Questi nuclei vivono in gran parte in affitto ed oggi hanno gravissime difficoltà nell' affrontare il pagamento del canone che ormai incide per oltre il 60% del loro reddito. Per questo una parte di loro subisce continui sfratti, spesso non rilevati, ed un'altra parte riesce a pagare il canone al prezzo di gravissime privazioni su alimenti e cure mediche. In quest' anno di pandemia, molto probabilmente, saranno aumentate le richieste di sfratto e quindi, nei primi mesi del prossimo anno, dopo lo sblocco delle esecuzioni degli sfratti previsto per il 31 dicembre 2020, un gran numero di famiglie potrebbe finire sulla strada.

Già oggi in città diverse centinaia di famiglie vivono in gravi condizioni. Un'efficace politica comunale di assegnazione di alloggi popolari sarebbe per queste famiglie la garanzia di una casa, eviterebbe i continui sfratti, costituirebbe un sostegno al reddito e ridurrebbe il pericolo di contagio.

Pertanto, oggi più di ieri, la politica abitativa dovrebbe avere come principale finalità le assegnazioni degli alloggi di edilizia residenziale pubblica per le famiglie che ne hanno diritto e bisogno, attraverso la legalizzazione del settore e l'aumento del patrimonio Erp .

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Lanciare, invece, un grande piano di dismissione del 60% degli alloggi popolari comunali, come ha affermato il neo assessore alle politiche abitative, Rocco Albanese, nell'intervista rilasciata alle testate giornalistiche locali, appare drammaticamente paradossale. .

Lo è perché un grande piano di dismissione, di circa 1.400 alloggi popolari, caratterizza chiaramente, come già avvenuto nei sei anni precedenti, una politica finalizzata alla dismissione dell'intero settore e non al suo rilancio. In questo momento particolarmente grave, a nostro parere, è prioritario garantire il diritto alla casa alle famiglie con reddito molto basso. Oggi, non dovrebbe essere prioritario garantire un titolo di proprietà alle famiglie assegnatarie che hanno già la garanzia di una casa in cui abitare.

La scelta del grande piano di dismissione degli alloggi comunali sarà pagato a caro prezzo, ancora una volta, dalle famiglie reggine più vulnerabili e senza una casa.

È evidente che un piano di vendita di tale portata determinerà una drastica riduzione del turn-over, previsto dalla legge vigente, secondo il quale gli alloggi che periodicamente si rendono liberi dagli assegnatari devono ritornare nella disponibilità del Comune per essere riassegnati agli aventi diritto, ossia le famiglie a basso reddito. Il danno è evidente anche perchè i ricavi delle vendite degli alloggi, che per legge dovrebbero esere utilizzate per acquistare nuovi alloggi, qualora venissero impegnati per questo scopo, farebbero rientrare nel patrimonio erp appena un terzo degli alloggi venduti. Difatti la vendita degli alloggi avviene per legge ad un costo molto ridotto rispetto a quello di mercato e quindi costituisce un "affare immobiliare" per gli assegnatari che hanno le risorse per concluderlo. Ma, come se non bastasse, nel corso degli anni, i ricavi delle vendite effettuate non risultano siano mai stati utilizzati per l'acquisto di nuovi alloggi. Le vendite effettuate nel corso degli anni hanno quindi costituito una riduzione netta e progressiva del patrimonio erp comunale.

Nonostante questo piano di vendita, il "secondo tempo" dell'Amministrazione Falcomatà era cominciato con qualche segnale positivo.

Le linee Programmatiche della nuova Amministrazione Falcomatà, approvate in Consiglio Comunale, prevedono di " riordinare il comparto degli alloggi edilizia residenziale pubblica sotto il profilo delle manutenzioni e delle assegnazioni secondo quanto previsto dal bando pubblico." Inoltre il sindaco Falcomatà ha nominato un Assessore alle politiche abitative che nel "primo tempo" non ha previsto, se non per soli 7 mesi.

Ma per cambiare registro, rispetto ai sei anni precedenti, servono altre azioni concrete. Serve assegnare al settore di Edilizia Residenziale pubblica il personale necessario e qualificato. Ma anche determinare come finalità principale del settore l'assegnazione degli alloggi ed i cambi alloggio alle famiglie che ne hanno diritto secondo le procedure dei bandi e delle emergenze ( art 31 LR 32/1996) .

Sarà quindi necessario reperire gli alloggi per le assegnazioni attraverso le verifiche, l'acquisto di nuovi alloggi con il finanziamento del Decreto Reggio di 11 milioni di euro ed altri finanziamenti e attraverso l'utilizzo di tutti gli alloggi confiscati.

È anche necessario utilizzare tutte le entrate dai canoni e dalle vendite, anche quelle accantonate negli anni precedenti, per la manutenzione e l'acquisto di nuovi alloggi.

Lo scorso 6 novembre, per avviare un confronto su queste proposte con l'Assessore, Rocco Albanese, l'Associazione, insieme ad un gruppo di famiglie, ha chiesto un incontro.

In attesa della disponibilità di un confronto diretto con l'Assessore, l'associazione Un mondo di mondi auspica che l'Amministrazione ed il Consiglio 

Il Direttivo Un Mondo Di Mondi