Comunali, Falcomatà chiude a piazza Duomo: "Reggio è dei reggini"

FALCOMATa-ELEZIONIdi Walter Alberio - "Sono stanco. Questa volta sono sindaco e candidato sindaco allo stesso tempo, ma fare il primo cittadino è l'esperienza più bella". Con una battuta Giuseppe Falcomatà ha aperto il suo comizio a piazza Duomo per la chiusura della campagna elettorale. Il candidato del centrosinistra chiede a Reggio Calabria un "secondo tempo" per "programmare con più forza ed energia il futuro della città".

"Amministrare non è gettare fumo negli occhi, ma qualcosa di altro e di alto. Le campagne elettorali finiscono, anche se c'è chi fa campagna elettorale governando. Governare vuol dire scegliere e scontentare qualcuno. Vuol dire anche sbagliare. Di errori ne abbiamo fatti tantissimi, ma abbiamo raccontato sempre la verità", ha aggiunto Falcomatà. "Non ci si può rimproverare di aver detto bugie alla città di Reggio Calabria. In questa campagna elettorale abbiamo visto la fotografia dei problemi, ma nessuna soluzione. Dicono 'faremo', ma per la risoluzione dei problemi i verbi si coniugano al presente".

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Una campagna elettorale incentrata in modo significativo sull'emergenza rifiuti: "Le discariche sono chiuse nuovamente. È un caso?", ha chiesto sornione il sindaco uscente. "Hanno cercato di lasciare i rifiuti in strada in questa campagna elettorale. Ma c'è una spazzatura più importante, quella che c'è negli uffici di chi governa e noi l'abbiamo scacciata". Nel suo intervento, il primo cittadino ha sintetizzato il suo piano per "uscire definitivamente" dalla crisi rifiuti: apertura dell'impianto di Melicuccà, ad esclusiva pertinenza della Città metropolitana; il passaggio dal gestore privato al pubblico; passaggio da un sistema spinto di raccolta differenziata a un sistema misto; infine, lotta all'evasione tributaria: "Nel 2019 abbiamo accertato 6800 persone fantasma non in regola per 14 milioni di euro di evasione. Grazie al decreto agosto, dal prossimo bilancio potrà entrare in funzione il baratto amministrativo: chi non può pagare, restituisce il debito in servizi di pubblica utilità".

Sul dl Agosto e la questione debito, altro argomento caldo della campagna elettorale, Falcomatà ha commentato: "È dovuto intervenire il ministro dell'Economia per dire che è vero. Dicono 'Falcomatà ha aumentato il debito'. Pur volendo, con il piano di riequilibrio sarebbe stato impossibile. Noi abbiamo ridotto il debito. Su questo problema non abbiamo fatto spallucce, ma abbiamo lavorato per arrivare a un risultato storico: chiudere il piano di riequilibrio; ciò vuol dire che potremo fare assunzioni e abbassare le tasse".

È quella del lavoro - dice Falcomatà - "la madre di tutte le battaglie". Poi, un passaggio sulla lotta alla 'ndrangheta, che secondo il sindaco uscente si fa "anche attraverso simboli e stando accanto agli imprenditori colpiti dalla criminalità".

Sul finale, l'attacco frontale al centrodestra: "Ha ridotto la città in uno stato comatoso", ha urlato Falcomatà, evidenziando l'onta dello scioglimento per contiguità con la 'ndrangheta. "Oggi quelli di 'non passa lo straniero' sono a braccetto con il padano. Chi ci ha chiamato terroni e parassiti non avrà Reggio. Vedono la città come una pedina nello scacchiere nazionale. La verità è che vogliono la città per fare il regionalismo differenziato. Noi siamo contrari. Reggio è dei reggini, non di chi è provvisorio e non permetteremo a nessuno di colonizzarla. La nostra storia è quella degli antichi Greci e non di barbari".

"Noi saremo sempre e per sempre dalla stessa parte, quella della città", ha concluso Falcomatà.