Bentivoglio: “Non ho paura dei malavitosi, ma di don Nuccio sì”

bentivogliotiberiodi Claudio Cordova - Affermazioni e accuse sono gravi. E lo diventano ancor di più per il fatto di essere riferite a un sacerdote, a un parroco, al cerimoniere dell'Arcivescovo. A distanza di quasi tre mesi dall'esame del pubblico ministero Sara Ombra, l'imprenditore Tiberio Bentivoglio (nella foto) esaurisce il proprio ruolo nell'ambito del processo "Raccordo-Sistema", che vede alla sbarra la 'ndrangheta di Condera e Pietrastorta. E le affermazioni dell'imprenditore, che nel corso degli anni ha denunciato le cosche, subendo anche diversi attentati, riguardano proprio il parroco di Condera, don Nuccio Cannizzaro, imputato nel procedimento per le false dichiarazioni che avrebbe reso in un altro procedimento all'avvocato Emanuele Genovese, per "mandarla buona" al gruppo di Santo Crucitti, che di Condera e Pietrastorta sarebbe il capolocale.

Bentivoglio ha risposto per diverse ore alle domande dei legali di don Nuccio Cannizzaro, gli avvocati Giacomo Iaria e Armando Veneto. Ha ripercorso il rapporto ventennale con il parroco e l'inizio degli screzi, inquadrabile intorno al 2004, quando, cioè, Bentivoglio, con alcuni amici e parenti darà vita all'associazione culturale Harmos, sul territorio di Condera: "In ogni riunione sottolineavamo di non interferire con l'attività di don Nuccio" afferma l'imprenditore anti-ndrangheta. Secondo il racconto di Bentivoglio, infatti, il parroco sarebbe stato sempre piuttosto contrario alle attività della Harmos. Così come – secondo l'accusa – sarebbe stato contrario alla Harmos lo stesso Santo Crucitti, che avrebbe avvicinato il proprietario dell'immobile dove doveva sorgere la sede dell'associazione ponendo il veto sull'attività.

L'argomento principale, comunque, è don Nuccio Cannizzaro.

Tra un pettegolezzo e l'altro inserito qua e là dalle difese, Bentivoglio ripercorre il proprio percorso, l'adesione a Libera, i propri ricordi, anche alla luce delle confidenze che gli faranno alcuni amici del quartiere: "Rosario Canale mi disse che don Nuccio gli aveva detto che non era il momento di farci vedere insieme". Un atteggiamento ostile, quello del parroco, che Bentivoglio avrebbe percepito da diversi segnali: "Don Nuccio sciolse tutti i gruppi di lavoro parrocchiani e poi li riattivò tutti, tranne quello di mia moglie". Una circostanza che in un rione in cui tutto sembra girare attorno alla parrocchia il suo significato potrebbe averlo. Ma a detta di Bentivoglio, i messaggi di don Nuccio sarebbero stati tutt'altro che sibillini: "Ha intimidito mia moglie, le ha detto "vuoi che ti brucino di nuovo il locale". Mia moglie è tornata piangendo". Insomma, don Nuccio avrebbe chiaramente preso una posizione. Una posizione di peso, quella del parroco. Capace, secondo Bentivoglio, di orientare il corso degli eventi: "Se don Nuccio avesse detto qualcosa a Santo Crucitti riguardo all'associazione, nessuno si sarebbe permesso di fare del male. Tutti a Condera conoscono il carisma di don Nuccio e le sue amicizie".

A Condera don Nuccio sarebbe stato un vero e proprio leader, dunque. Anzi, a detta di Bentivoglio sarebbe stato molto di più: "Al dottore Mario Andrigo (che si occuperà del caso fino a quando opererà a Reggio Calabria, ndi) ho detto che non paura dei malavitosi, ma di don Nuccio sì, perché è vendicativo".

Il parroco, a detta di Bentivoglio, avrebbe scelto di ostacolare la Harmos: "Lui ci ha fatto chiudere l'associazione, che evidentemente ha ostacolato eventuali convenzioni di altre associazioni". Il riferimento di Bentivoglio è chiaro: la Laos, dello stesso don Nuccio, e la Evelita, dell'ex assessore comunale Pasquale Morisani, intercettato insieme al boss Santo Crucitti e ad alcuni presunti affiliati della zona. Anche nelle omelie domenicali, don Nuccio Cannizzaro si sarebbe scagliato contro "le persone di Condera che si vogliono innalzare". Secondo le ipotesi che i soci dell'associazione Harmos, i problemi sorgeranno a causa di un progetto elaborato, che avrebbe potuto ostacolare le altre realtà del luogo. Tutti progetti che, comunque, sarebbero dovuti essere realizzati anche grazie a contributi dalla politica. In tal senso si incastra il fugace riferimento ad Alberto Sarra, che avrebbe dovuto elargire 50mila euro a don Nuccio per il rifacimento del portone della chiesa. E se della vicenda, Bentivoglio dichiarerà di non sapere nulla, di mezzo, però, ci sarebbe il "dio denaro", come lo definisce l'imprenditore.

A proposito di soldi.

Il controesame degli avvocati Iaria e Veneto è anche l'occasione per sviscerare le drammatiche condizioni economiche dell'imprenditore, che sarà vittima di diversi attentati alla propria Sanitaria Sant'Elia, fino all'agguato di qualche anno fa: "Gli abitanti di Condera non vengono nel mio negozio per portare rispetto a don Nuccio". Per Bentivoglio – che vive tutt'oggi sotto scorta – l'ambiente di Condera sarebbe diventato pesante da tempo: "Io a Condera sono mal visto, molti non hanno condiviso la mia scelta di testimoniare".

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