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Reggina, per la denominazione si finisce in Tribunale. Decisione riservata sull’uso di “Associazione Sportiva Reggina”

di Paolo Ficara – Una mossa poco ponderata, per la quale si rischiano conseguenze. Si è tenuta lunedì 4 novembre presso il Tribunale di Catanzaro, l’udienza cautelare circa l’uso della denominazione “Associazione Sportiva Reggina”. La vertenza è stata intentata dall’avvocato Rocco Falleti, che alcuni anni addietro aveva registrato il marchio appartenuto alla società dichiarata fallita nel lontano 1986. Proviamo a ricostruire alcuni passaggi, utili a comprendere come si arriva alla situazione attuale.

Nel 1986, all’atto del fallimento dichiarato dal compianto giudice Peppino Viola, la Reggina Calcio rilevò il titolo sportivo, l’annessa storica matricola 41740 nonché il parco giocatori. Ripartendo da una Serie C1 appena conquistata sul campo. Il presidente Pino Benedetto e gli amministratori delegati Lillo Foti e Demetrio Praticò non ritennero indispensabile – o non riuscirono a concretizzare – l’acquisizione del marchio A.S. Reggina. Avendo comunque l’ampia dimostrazione di essere la naturale prosecuzione, rispetto al club precedente.

Questo marchio è rimasto virtualmente chiuso in un cassetto per decenni. Qualcuno dotato di ottima memoria, ricorderà qualche polemica giornalistica – soprattutto nostra – man mano che si avvicinava l’anno del centenario. Polemiche tese ad invogliare il presidente Lillo Foti a riunire ogni simbolo storico, acquisendo il vecchio marchio della Associazione Sportiva Reggina prima della fatidica data dell’11 gennaio 2014. Non se ne fece nulla, neanche un tentativo abbozzato.

La curatela fallimentare della vecchia A.S. Reggina è rimasta attiva fino a pochi anni fa. E nella fase finale è stata affidata alla dottoressa Palamara ed all’avvocato Strangio. I quali decisero di non sostenere più i costi di registrazione del marchio, dopo 30 anni. Accortosi di questo vuoto e per evitare che cadesse nelle mani sbagliate, un imprenditore tifosissimo della Reggina si premurò di registrare quel marchio. Si tratta dell’avvocato Rocco Falleti.

L’avvocato Falleti ha più volte, in forma scritta, informato o provato ad informare i vari proprietari della Reggina circa la disponibilità a concedere il marchio della A.S. a titolo non oneroso. Anche perché ne ha fatto un utilizzo non di carattere agonistico, in tutto questo tempo. Il motivo per cui la Reggina si è chiamata in vari modi, dal 1986 fino a pochi mesi fa, ma non più “Associazione Sportiva Reggina”, è proprio perché nessuno si è premurato di portarsi in pancia quel marchio.

Una parte della attuale dirigenza, pur essendo benissimo al corrente della situazione – avendolo anche dichiarato pubblicamente – forse non ha avvisato i proprietari Ballarino, Minniti e Vitale circa l’esistenza di questo specifico paletto. Nel nobilissimo intento di restituire alla Reggina una denominazione tanto cara ai nostri padri ed ai nostri nonni, a Nino Ballarino e soci non è stata spiegata l’importanza di effettuare almeno una telefonata di cortesia all’avvocato Falleti.

Ricapitolando. Oggi la Reggina – legittima prosecuzione del club che ha iniziato le proprie attività nel 1914 – per la Figc, si chiama A.S. Reggina. Sul registro imprese, è tornata a chiamarsi AS Reggina SSD da un paio di settimane. Ma il titolare del marchio annesso alla denominazione A.S. Reggina è l’avvocato Rocco Falleti.

Il Tribunale di Catanzaro ha trattenuto la decisione, con riserva. Offrendo tempo fino al 18 novembre, alle parti, per depositare ulteriori memorie. Significa che prima di quella data, non verrà ufficializzata alcuna decisione. Si tratterebbe, eventualmente, di un primo provvedimento cautelare su una causa che andrebbe avanti per anni, sia in sede civile che penale. Massimo Lopez pubblicizzava la Sip – per tornare a tempi vicini al 1986 – con lo slogan: “Una telefonata allunga la vita”. Solo che all’epoca dello spot, le telefonate costavano di più.

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