A un anno dal primo bollettino del GOM

Cattura 1di Simone Carullo - Oggi è un anno esatto dal primo bollettino quotidiano pubblicato dal G.O.M. di Reggio Calabria.
Un traguardo dei meno ambiti, dei più dolorosi. Uno di quei traguardi che ti lasciano un segno indelebile benché invisibile, che marchiano l'anima e la mente mentre, come nel famoso "Ritratto", lasciano intonsa la superficie.

Trecentosessantacinque bollettini, sette giorni su sette, 30 giorni al mese, anche a Pasqua, anche il 25 Aprile, il 1° Maggio, il 15 Agosto, anche a Natale e a Capodanno. Se c'è una cosa che abbiamo imparato da questa pandemia è che il virus non riposa mai e non abbassa mai la guardia (noi sì invece). Lui c'è: è come uno spettro in una casa infestata e la casa infestata è il nostro pianeta e noi ci siamo chiusi dentro.

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Un anno di test positivi, di ricoveri, di decessi e di condoglianze, sempre uguali nella forma ma sempre speciali nella sostanza, che si sommano l'una all'altra come le pesanti pietre di una frana. Una ad una, pietra dopo pietra, tonfo dopo tonfo, bollettino dopo bollettino, abbiamo superato quota 200 decessi, ma nell'attuale situazione neppure numeri come questi sembrano avere un senso. Quanti sono due morti? Quanti sono duecento? Quanti sono 900 ricoveri e gli attuali 7 in Terapia Intensiva? Pochi, molti?? Ma in base a quale criterio?

Eppure io credo che, noi tutti, abbiamo il dovere morale di trovare un significato, un significato profondo, a questi numeri. Lo dobbiamo a quelli che se ne sono andati, a quelli che li hanno persi e anche a quelli che hanno combattuto affinché così non fosse.

Se questa è davvero una guerra, costoro non sono certo gli sconfitti!