L’ignobile silenzio dell’opposizione sull’omertà di Massimo Ripepi

minicucimarcianodi Claudio Cordova - Che fortuna non aver eletto Antonino Minicuci sindaco di Reggio Calabria. Ve lo immaginate un primo cittadino che non stigmatizza l'omertà sulla violenza sessuale subita da una bambina di 9 anni? Ebbene, Minicuci avrebbe fatto esattamente così.

C'è già la controprova.

Perché il candidato perdente del centrodestra, colui che dovrebbe essere il capo dell'opposizione a Palazzo San Giorgio, a distanza di quasi una settimana, non ha inteso intervenire sulla gravissima vicenda che ha interessato e sta interessando il consigliere comunale di Fratelli d'Italia, Massimo Ripepi che, da pastore della Comunità PACE, non avrebbe denunciato, ma, anzi, avrebbe scoraggiato la denuncia, circa gli abusi sessuali subiti dalla figlia di una delle sue adepte, ad opera dello zio, peraltro già pregiudicato per reati specifici (leggi qui).

Eppure, Minicuci continua a rimanere attivo politicamente. Con interventi anche abbastanza regolari sulla stampa. Quasi mai memorabili, ma comunque esistenti. E vale anche per gli altri consiglieri. Tutto il centrodestra, in maniera ignobile, ha deciso di non intervenire pubblicamente.

E pensare che, nemmeno venti giorni fa, quasi tutti ci hanno sommerso di comunicati stampa per celebrare (fintamente, è ovvio) la Giornata contro la violenza sulle donne. Ipocriti di merda, questo si sono dimostrati.

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Sembra quindi evidente che per costoro abusare di una bambina di 9 anni non sia qualcosa da segnalare. Ne prendiamo atto. Con conati di vomito.

Questo dovrebbe far riflettere tutti noi sulla qualità, non solo politica, ma, soprattutto, umana di chi si candidava ad amministrare una città complessa come Reggio Calabria, dove le forze sane da sempre combattono contro la mentalità 'ndranghetista della sopraffazione e, soprattutto, dell'omertà.

E' ignobile per gli esponenti dell'opposizione a Palazzo San Giorgio quello che hanno deciso di (non) fare. Ci chiediamo come possano guardarsi allo specchio, ma, soprattutto, per chi ne possiede, come possano guardare in faccia e accarezzare i propri bambini.

Addirittura, Minicuci sarebbe stato l'unico consigliere comunale a presentarsi alla riunione della Commissione di Vigilanza, presieduta da Ripepi, ma disertata tanto dal centrosinistra, quanto dagli altri membri del centrodestra.

Vergognoso.

E, invece, è davvero troppo poco quello che hanno fatto il partito, Fratelli d'Italia, e le altre aggregazioni che stanno all'opposizione del centrosinistra. Appresa la disgustosa volontà di Ripepi di non indietreggiare di un centimetro, avrebbero dovuto trarre le ovvie conseguenze. Qui non siamo di fronte a un abuso d'ufficio o a un falso ideologico. Non si parla di pubblica amministrazione e di scartoffie. Si parla di abusi sessuali su una bambina. Persino l'onnipresente Angela Marcianò, che pure è madre di bimbi piccoli, che pure ha (giustamente) gridato allo scandalo per gli insulti sessisti subiti in campagna elettorale, non è intervenuta. Troppo distratta dal suo odio nei confronti del sindaco Giuseppe Falcomatà per concentrarsi su una bambina violata. In fondo, queste sono cazzate. Lei era assessore ai Lavori Pubblici e nessuno doveva permettersi di cacciarla. Il resto non conta. Né l'unica consigliera di opposizione, Filomena Iatì, ha deciso di intervenire, mettendo una pezza alle mancanze della propria leader politica.

Questo spiace.

Spiace perché Reggio Calabria meriterebbe di più. Meriterebbe una classe dirigente più degna. Noi continueremo finché potremo a non far spegnere i riflettori su una vicenda che grida vendetta. Lo facciamo esclusivamente per la bambina. Perché, francamente, le Istituzioni di questa città hanno dimostrato, ancora una volta, di non essere degne del proprio ruolo.