Lasciate ogni Speranza

sanita500di Dario Anselmo Catalano - In tempi di pandemia mondiale si pensava che a noi calabresi potesse essere dato il diritto di concentrarci esclusivamente nella lotta contro il virus, invece ci ritroviamo di nuovo, per l'ennesima volta, a dover combattere contro la pazzia umana. Si, perché a noi calabresi la normalità non è data.

Al termine di tale patetica pantomima mediatica, alquanto comica se non fosse consumata sulla pelle di noi cittadini, si è capito infatti che la speranza nella normalità non è più un diritto di noi calabresi, nemmeno in tempi di pandemia.

Eppure la convinzione era quella che - in una situazione così drammatica – per i dirigenti sanitari posti nei ruoli apicali venisse il momento della responsabilità. Al di là dei compiti assegnati, al di là delle mansioni, al di là delle scadenze. Si respirava fiducia, insomma. Finalmente dopo anni ed anni di coperte corte e nozze con i fichi secchi, si diceva che l'assegnazione di ingenti quantità di risorse finanziarie pubbliche, potesse garantirci il recupero del gap strutturale che ci contraddistingue in campo sanitario. Illusi.

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Ed invece nell'epoca in cui i maggiori luoghi comuni vengono sfatati, i nostri abbiamo pensato bene di confermarli, in tutta la loro surreale drammaticità. Ad oggi, ci ritroviamo zona rossa per colpe ascrivibili alla sfera burocratica più che a quella comportamentale di noi cittadini. In compenso però viviamo la saga degli -elli, in un crescendo di follia pura. Un atavico tabù lo si è sfatato: anche con a disposizione risorse finanziarie ingenti, in Calabria gli obiettivi non si raggiungono, perché la carenza è di capacità gestionale e manageriale e non di risorse.

E tali lampanti e manifeste carenze di capacità negli uomini posti alla guida della sanità calabrese, non possono e non devono essere una colpa ascrivibile a chi nella propria vita ha svolto il ruolo di generale di un corpo d'armata (anche egregiamente immagino) ma devono essere necessariamente imputabili a chi lo ha scelto. Ed a chi lo ha confermato. Ed a chi infine, per una logica di pura spartizione partitica concordata, lo ha sostituito. Ponendosi quale paladino della tutela del diritto alla salute di noi calabresi.

Una scena già vista, l'ennesimo furto di speranza.