“Gotha”, il lungo filo rosso che lega la ‘ndrangheta ai misteri italiani. Cordova: “Fenomeno deve diventare un caso nazionale”

gotha tavolodi Walter Alberio - Una organizzazione criminale capace di cambiare pelle e metodi, di evolversi e compiere una metamorfosi, abbracciando il mondo delle professioni, la borghesia, la politica, la Chiesa e gli ambienti para-istituzionali, come i servizi segreti; in altre parole, infettando quelle stanze e quelle scrivanie dove ogni giorno si prendono decisioni su questo Paese e sulle persone che ci vivono, con un lasciapassare "speciale": quello della massoneria cosiddetta deviata.
'Ndrangheta, massoneria, masso-'ndrangheta. E alla fine è "solo" 'ndrangheta. Un gigantesco e inquietante sistema di potere.
"Gotha – Il legame indicibile tra 'ndrangheta, massoneria e servizi deviati" (edito da PaperFIRST, con la prefazione procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho) del giornalista Claudio Cordova, presentato ieri nella gremita Aula Magna "Ludovico Quaroni" dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria, lo racconta mettendo insieme - a partire dagli anni Sessanta - i pezzi di un puzzle macchiato di sangue, deformato da depistaggi e celato, in diverse sue parti, dietro misteri ancora non pienamente risolti. In questo scenario si inseriscono le famiglie calabresi, che, come dimostra il libro, "entrano prepotentemente in alcune delle storie più oscure d'Italia": dal tentato Golpe Borghese alla strategia della tensione, passando per il rapimento di Aldo Moro, fino ad arrivare alla P2 e alla strategia stragista degli anni '90 contro lo Stato.
Una immagine messa a fuoco dallo stesso autore e dai giornalisti Mario Meliadò, che ha moderato l'incontro, Michele Albanese, cronista della Piana di Gioia Tauro de "Il Quotidiano del Sud", responsabile Fnsi per la Legalità e da anni sotto scorta per le minacce ricevute dalla 'ndrangheta, e Antonino Monteleone, autore di numerose inchieste televisive (Report, Piazza Pulita, prima, e Le Iene, adesso).
Realtà giudiziaria e realtà storica, inchieste e sentenze, fatti e dichiarazioni di collaboratori di giustizia, come spiegato da Meliadò, si intersecano in "Gotha" fornendo un quadro estremamente inquietante della nostra società, dove insistono amicizie, relazioni e collegamenti tra uomini di altissimo livello e cosche. Un lavoro certosino, "il lavoro di un cronista", dice Albanese, che si domanda "come una organizzazione agropastorale sia diventata la più potente organizzazione criminale" con proiezioni mondiali. E ancora: "Chi consigliò a 'Mommo' Piromalli di costituire la Santa?", il nuovo livello organizzativo, con il quale "i grandi capi riescono a entrare in stanze apparentemente inaccessibili", a "sedersi a tavoli di comando" e a tessere "un sistema di rapporti ramificati – è scritto nel volume – in cui tutti sono legati, come in una sorta di catena e in cui il fine ultimo è l'impunità".

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gotha plateaNé bianco né nero, quindi. Il colore che "avvolge" la Calabria è "un grigio intenso", spiega Albanese, e muoversi in questa realtà appare estremamente complicato, "perché, come ha avuto modo di dire il procuratore De Raho, in questa provincia a volte non sai con chi hai a che fare". Essere consapevoli, essere cittadinanza attiva – evidenzia ancora Albanese – dunque diventa estremamente fondamentale in questo territorio.
Il libro di Cordova, in questa direzione, rappresenta anche uno strumento per stimolare una riflessione profonda, per fare i conti con noi stessi e con la storia italiana, che è la nostra storia. Quella misteriosa e sottaciuta che "non ha deviato" il corso degli eventi, ma ha portato a un vero e proprio "deragliamento" sottolinea Monteleone. Questo volume "squarcia le nubi facendo entrare dei fasci di luce, è – prosegue – uno scalino in più che ci aiuta a vedere il fenomeno nella sua interezza, al di là del muro", nella sua dimensione nazionale e sovranazionale, ma anche a livello locale: "Reggio Calabria vive momenti di apparente crescita economica, ma spesso ci si accorge che sono solo piccole bolle destinate ad esplodere che rivelano come ad arricchirsi siano sempre gli stessi e i soliti noti".
"Gotha" è "un libro che nasce quattro-cinque anni fa" spiega Cordova. "Un lungo lavoro che non ho interrotto neanche nel periodo in cui sono stato in Messico per una inchiesta sui desaparecidos. Quello di oggi vuole essere l'inizio di un percorso per fare conoscere, soprattutto fuori da confini regionali, il fenomeno della 'ndrangheta in un excursus – prosegue l'autore - che dimostra come questa organizzazione criminale, in accordo con altre mafie, entri nelle vicende più oscure della storia d'Italia con dinamiche torbide. C'è un lungo filo rosso. Nella lotta alla 'ndrangheta riusciremo a fare un grande passo in avanti solo quando il nostro – evidenza Cordova – diventerà un caso nazionale come accaduto in Sicilia".
Serve, dunque, un approccio culturale differente, perché la narrazione di questa terra non può più fare a meno della verità. "Gotha" è questo: il lavoro di un giornalista alla ricerca della verità. Quella verità che troppo spesso questo Paese, questo territorio ha ritenuto di oscurare, utilizzando anche armi come la delegittimazione e l'isolamento.

"Dei Greci, i meridionali hanno preso il loro carattere di mitomani. E inventano favole sulla loro vita che in realtà è disadorna. A chi come me si occupa di dirne i mali e i bisogni, si fa l'accusa di rivelare le piaghe e le miserie, mentre il paesaggio, dicono, è così bello". A scriverlo – ricorda Cordova – è Corrado Alvaro.