Uno spettro si aggira per l’Italia

lucano5di Nino Mallamaci* - Uno spettro si aggira per l'Italia. Uno spettro in carne e ossa, che volteggia minaccioso nei cieli mettendo a repentaglio la sicurezza delle persone, la vita civile. Egli – esso si nutre di migranti. Li acchiappa, appena sbarcati sul suolo patrio, e ne fa scempio per compiere ogni genere di reato. Li trasforma in soldi, in adunanze sediziose di migliaia di cospiratori, in ospitate televisive con conduttori adoranti, in premi in danaro e altre utilità ai quattro angoli del globo.
Mimmo Lucano da Riace va fermato, umiliato, va messo alla ruota in piazza e additato al pubblico ludibrio. Questa è l'unica strada per garantire agli italiani la tranquillità, il ritorno a una convivenza civile, ordinata, rispettosa delle leggi della repubblica.
Non facciamoci ingannare dall'aspetto dimesso, dall'umiltà, dal modo di interloquire a voce bassa, dalla macchina scassata con la quale va in giro, dal conto all'ufficio postale del paese di poche centinaia di euro. Quando un veliero di Curdi si arenò sulla spiaggia di Riace, nel 1998, lo spettro era lì, e quando guardò quelle persone nei suoi occhi passò un lampo di cupidigia: aveva trovato il modo per svoltare, per costruire sulla disperazione la sua fortuna futura. E via con i lussuosi alloggi affittati da parenti e amici ai poveracci, con gli asinelli sfruttati per trasportare la monnezza sua e dei suoi paesani, con le botteghe artigianali buone per riciclare le immense ricchezze che si andavano accumulando, con i matrimoni combinati in cambio dello ius primae noctis in molti casi e di moneta sonante in altri. Lasciamo lavorare in pace i giudici, la finanza, i carabinieri, il ministro dell'Interno e la prefettura, che almeno hanno trovato qualcosa per trascorrere la giornata, per guadagnarsi lo stipendio, per occupare il tempo in una terra immacolata dove devono passare mesi e mesi prima di assistere allo scippo di una vecchietta, prima di raccogliere qualche denuncia per ubriachezza molesta o per vagabondaggio.
Lasciamoli lavorare. Il tesoro c'è, da qualche parte. In qualche paradiso fiscale o, più plausibilmente, considerato il personaggio, nascosto in mezzo al fieno delle stalle degli asini, o nelle cartelle dei bambini dell'asilo multietnico, anche loro coinvolti nel disegno criminoso approfittando della loro ingenuità. Non c'è fretta. Tanto lo spettro non muore. Uno che si è permesso anche di battere moneta, come si trattasse del capo della Federal reserve, non è così debole. Agisce cosciente del pericolo, consapevole che nessuno lo potrà fregare. Solo gli ermellini della Cassazione hanno potuto credere che non abbia commesso alcun reato. Ma l'avete mai visto un ermellino? Così puro, con quegli occhietti vispi, con la sua pelliccetta morbida di colore cangiante ma bianca come il latte d'inverno. Il ritratto dell'innocenza, che se qualche volta si nutre di uccelletti lo fa solo per fame. E poi, loro si dovevano occupare solo delle misure cautelari, di che s'impicciano, questi arroganti e presuntuosi cassatori di professione.
E allora avanti con la giustizia, avanti con la legge. E che si ponga definitivamente una pietra sopra a questo cosiddetto modello Riace, responsabile di avere sporcato l'immagine di questa terra onesta e ligia ai precetti normativi agli occhi del mondo intero.

*Avvocato e scrittore