Brogli elettorali a Reggio Calabria, i numeri clamorosi di Castorina: nelle sezioni “incriminate”, raccoglie 6 volte in più i voti ottenuti nel resto della città

castorina 600 2di Claudio Cordova - Se Nino Castorina avesse mantenuto la media dei voti a suo favore registrata nelle sezioni "incriminate" dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, avrebbe raccolto non i 1510 voti poi ufficializzati, ma sarebbe salito a 7630.

La discrasia tra i voti raccolti nelle sezioni elettorali dove Castorina avrebbe messo il suo zampino e quelle "normali", dove non si sarebbe registrata alcuna anomalia, è clamorosa.

L'accertamento non è contenuto nell'ordinanza che ha portato agli arresti domiciliari il consigliere comunale di centrosinistra. Né si tratta di un dato valorizzato, in sede di conferenza stampa, dal procuratore Giovanni Bombardieri e dall'aggiunto Gerardo Dominijanni, che coordinano l'inchiesta. Tra le accuse che la Procura di Reggio Calabria contesta al consigliere comunale di Reggio Calabria, Antonino Castorina, non ve ne sono, al momento, di corruzione elettorale o, comunque, connesse, all'effettivo dirottamento di voti (fasulli) nei suoi confronti. L'indagine della Polizia ha sollevato il concreto sospetto di brogli elettorali nel corso delle ultime Amministrative che, in riva allo Stretto, hanno registrato la riconferma alla carica di sindaco dell'esponente del Pd, Giuseppe Falcomatà, vittorioso al ballottaggio sullo sfidante di centrodestra, Antonino Minicuci.

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Nell'inchiesta che, tuttora, sconquassa il mondo politico cittadino, il capogruppo del Pd a Palazzo San Giorgio (oggi dinanzi al Tribunale del Riesame nella speranza di vedersi revocati gli arresti domiciliari) risponde di falso in atto pubblico e di aver violato la normativa elettorale. Castorina, candidato più votato dell'intero centrosinistra, avrebbe fatto incetta di certificati elettorali, rilasciati per persone che poi al voto non si sarebbero mai recate e, in alcuni casi, persino defunte. E avrebbe messo le proprie mani su diverse sezioni, attraverso la nomina di presidenti di seggio e scrutatori, evidentemente a lui graditi.

Tra questi, Carmelo Giustra, finito con lui ai domiciliari poco prima di Natale.

Ma, al netto delle irregolarità sui certificati elettorali e delle nomine, il dato che, finora, è rimasto sempre oscuro, è quello relativo ai voti effettivamente incassati da Castorina nelle sezioni contestate dalle indagini.

Il Dispaccio prova a fare chiarezza proprio su questo.

Stando ai dati comunicati dal Comune di Reggio Calabria il 25 settembre 2020 (all'esito, quindi, del primo turno di voto) Castorina riceve 1510 voti validi suddivisi in 218 sezioni.

Il focus della magistratura si concentra su 8 sezioni, dove risultano 100 "non votanti", morti inclusi. Si tratta delle stesse sezioni attenzionate da Castorina in fase di nomina dei presidenti: tra le principali questioni, infatti, vi è la delega, secondo molti illegittima, che il sindaco Falcomatà avrebbe concesso (e poi revocato) al consigliere uscente di nominare i presidenti di seggio, dopo le defezioni registrate tra quelli nominati dalla Corte d'Appello di Reggio Calabria (leggi qui).

Fatto sta che ben 5 presidenti su 8 sono formalmente da lui nominati, oltre al coindagato Giustra. In queste sezioni vengono richiesti da Castorina ben 299 certificati elettorali e, sempre in queste sezioni, il candidato Castorina ottiene un totale di 283 voti validi, con la media di 35,37 voti a sezione (nella 65, ubicata a Santa Caterina, 60 voti su 459 votanti, ben oltre il 10% delle preferenze). Nelle rimanenti sezioni - quindi 210 - Castorina raccoglie un totale di 1227 voti, con la media di 5,84 voti a sezione. Un numero, quindi, spropositato, che non ha alcuna coerenza con il rimanente dato cittadino raccolto dal consigliere uscente nel corso del voto dello scorso settembre. Infatti, escluse le sezioni "incriminate" Castorina solo in altri tre seggi supera i venti voti, (una volta 25, in un caso 23 e, infine, 21), poi in nessuna delle rimanenti 207 arriva alla soglia dei 20 voti.

Ed ecco il calcolo già annunciato all'inizio di questa nostra inchiesta: se Castorina avesse mantenuto la media di oltre 35 voti per sezione, come in quelle "incriminate", in tutte le sezioni dove ha ricevuto preferenze, sarebbe arrivato a oltre 7600 voti: un dato da Consiglio Regionale, più che da elezioni comunali.

Insomma, qualcosa di sospetto sembra esserci. Ma non finisce qui.

C'è, infatti, un ulteriore particolare interessante e riguarda la sezione 184, quella del rione Archi Cep: il presidente è Carmelo Giustra, direttamente sponsorizzato da Castorina e fatto ripiegare in questa sezione dopo la mancata nomina nella 172, e lo scrutatore è Giuseppe Saraceno, zio acquisito della moglie di Castorina (marito della zia, Angelina Bruzzese): grandi manovre che Il Dispaccio ha già cristallizzato in un articolo di alcune settimane fa (leggi qui).

Quando la nomina di Giustra nella sezione 172, dove Castorina aveva richiesto numerosi certificati, salta, la circostanza, che definire singolare è un eufemismo: alle 19 del 19 settembre, quindi, di fatto, a 12 ore dall'apertura dei seggi, vengono richiesti in fretta e furia 31 duplicati relativi ad elettori ultraottantenni. E, in quella sezione, Castorina otterrà 31 voti.