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Il sistema di “scatole cinesi” delle aziende di Luca Gallo anche a Reggio Calabria e infiltra la Reggina

gallodi Claudio Cordova – Lavoro dignitosamente retribuito oppure sfruttamento di esseri umani usati come carne da macello senza alcuna garanzia? Da anni, le attività di somministrazione della manodopera delle aziende del presidente della Reggina, Luca Gallo, sono al centro di accertamenti e polemiche. Non a Reggio Calabria, dove Gallo, nonostante i risultati non proprio entusiasmanti degli amaranto, a fronte di annunci e acquisti, è considerato e trattato ancora come un vate.

La sua azienda, la M&G, con sede a Roma, fornisce dipendenti ad alcune migliaia di aziende. Oltre 4000, secondo le ultime stime. Ma già da tempo, a seguito di diverse segnalazioni, la società è finita nel mirino dell’Ispettorato del Lavoro. Soprattutto in Emilia Romagna, ma non solo. In diversi casi sono stati segnalati il mancato pagamento di uno o più stipendi ed il mancato versamento dei contributi previdenziali.

La M&G racchiude almeno una quindicina di sigle fiscali al proprio interno. Una holding, nella versione ufficiale. Un sistema di “scatole cinesi” per le malelingue. E c’è chi, da tempo, contesta le modalità borderline con cui le aziende di Gallo somministrano (sfruttano, per taluni) manodopera. Quasi nessuno, però, si trova a Reggio Calabria. Dove per (quasi) tutti, tutto va bene. Eppure, qualche anno fa il Ministero del Lavoro aveva messo, nero su bianco, che il sistema con cui opera Gallo racchiude una serie di illeciti, penali e amministrativi. Ma anche recuperi contributivi per circa 30 milioni di euro.

Nel 2018, la M&G si è anche impegnata a versare 7 milioni di euro all’Agenzia delle Entrate, evitando in questo modo l’insorgere di una lite tributaria. Questo perché la Guardia di Finanza, nel giugno 2017, avrebbe effettuato delle indagini a carico della M&G, con riferimento ai pagamenti riguardanti il quadriennio d’imposta 2013-2016. Trovando, evidentemente, delle irregolarità per svariati milioni di euro.

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Ma, adesso, quel sistema di “scatole cinesi” e di ombre sui lavoratori investe anche il territorio di Reggio Calabria. E, soprattutto, la Reggina Calcio. Nei giorni intercorsi tra la fine di giugno e le prime due settimane di luglio, a quasi tutti i dipendenti della Reggina 1914 srl è stato chiesto di “traslocare” il proprio contratto presso la società Azione Lavoro srls, con sede a Roma e di proprietà di Luca Gallo. Ciò è avvenuto sia con i dipendenti in scadenza lo scorso 30 giugno, sia con chi gode o godeva di un rapporto a tempo indeterminato.

La crisi dovuta alla pandemia ha colpito duramente una realtà come la Reggina, nella quale il presidente Gallo ha già riversato diversi milioni per consentire il salto di categoria dalla C alla B. Inutile sottolineare come il bilancio degli ultimi due anni, presenti un forte passivo. Anche perché Gallo non ha badato a spese, talvolta sbagliate. Con acquisti roboanti, talvolta di giocatori a fine carriera, che, però, non hanno reso come i tifosi speravano.

Dunque, la mossa relativa al “trasloco” dei dipendenti verso un’altra società può essere interpretata nell’ottica di un alleggerimento sul piano economico (fiscale?), a prescindere dal preavviso scarso o nullo fornito agli stessi. Da tempo, Gallo ha instaurato una vera e propria battaglia con l’Ordine Nazionale dei Consulenti del Lavoro. Tra le poche realtà a denunciare quello che non sarebbe Lavoro, come sancito dall’Articolo 1 della nostra Costituzione. Ma, di fatto, vero e proprio sfruttamento. Sul sito ufficiale dei Consulenti del Lavoro è possibile trovare anche una lettera aperta alla M&G in cui la si invita “a certificare la genuinità dei contratti di appalto da questa stipulati, attraverso le Commissioni di certificazione istituite presso i Consigli Provinciali dei Consulenti del Lavoro; nonché ad asseverare con l’AsseCo la regolarità dei rapporti di lavoro instaurati dalla Cooperativa”.

Eravamo nel 2017. Da allora tutto sembra essere rimasto identico. O, forse, peggio.

E infatti, secondo le denunce dei Sindacati, la fornitura di manodopera fornita dalle aziende di Gallo sembra nascondere diverse ombre. Con l’arrivo della fattura da parte della M&G, le aziende sono convinte di aver saldato tutto. Dai contributi ai festivi, passando per 13esime, 14esime. E persino i tfr. Ma poi, quei soldi che la M&G dovrebbe versare, all’INPS non arriverebbero mai. Sul territorio reggino, dove Gallo continua a essere osannato, tra i pochi a muoversi è stata l’Unione Sindacale di Base, che ha provato a ravvivare l’attenzione dell’Ispettorato del Lavoro di Reggio Calabria. Evidentemente non solerte come quello di Bologna. Mesi fa, l’Usb affisse anche alcuni manifesti di contestazione nei pressi dello stadio “Oreste Granillo”.

Ma in città tutto continua a tacere. Sia sotto il profilo amministrativo, che sociale. Ma anche sotto quello giudiziario. Gallo continua a essere osannato. I tifosi preferiscono una foto con lui, anziché quella con un calciatore. Una idolatria che non si è spenta nel corso dei mesi, ma che, anzi, continua a creare proselitismo.

Eppure, le modalità con cui le aziende della galassia M&G operano sono note da tempo. Tra il luglio 2020 e la fine dello stesso anno, infatti, sono arrivate anche due interrogazioni al Ministero del Lavoro sulle aziende di Luca Gallo. Una delle due è firmata, tra gli altri parlamentari, anche dall’ex presidente della Camera, Laura Boldrini: “Nella sola Bologna sono state presentate circa 90 denunce da parte di lavoratori che non si sono visti corrispondere la tredicesima, il trattamento di fine rapporto o parte dei contributi e i controlli effettuati hanno messo in luce l’irregolarità di almeno 43 aziende. La questione è stata denunciata all’Ispettorato nazionale del lavoro, che aveva già inviato un’informativa alle sezioni territoriali per metterle in guardia sulla vicenda e avviare i controlli e che, sempre secondo quanto riportato dal quotidiano, stava svolgendo attività di vigilanza” è scritto nell’interrogazione al Ministero.

E ora, quel sistema di “scatole cinesi” potrebbe essere arrivato anche a Reggio Calabria. Coinvolgendo tanti reggini. Coinvolgendo la Reggina.

Di sicuro sarà servito profondo spirito di sacrificio per accettare di non proseguire un rapporto regolato da contratto con una società prestigiosa come la Reggina, oltre che sicuramente operante sul territorio. Tuffandosi in una srls come Azione Lavoro di recente creazione, sul quale sito internet non si scorge la voce relativa al capitale sociale che va pubblicato per legge.

Non è comunque difficile informarsi circa l’ammontare dello stesso: mille euro. La legge prevede che una srls possa avere un capitale minimo di 1 euro e massimo di 9.999 euro. Fino a poche settimane fa, l’amministratrice di Azione Lavoro risultava essere Federica Scipioni, presentata con la medesima carica dalla Reggina nel maggio 2020. Della dottoressa Scipioni si sono altresì perse le tracce in ambito Reggina da svariati mesi, senza alcun comunicato o dichiarazione che riguardi la sua posizione.

Ma la strada sembra ormai intrapresa: anche la Reggina entrerà nella galassia delle società cui le aziende riferibili a Luca Gallo somministrano manodopera. Azione Lavoro, società di servizi alle imprese, “presterà” i dipendenti alla Reggina 1914 srl.

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