Corigliano Rossano, il sindaco Stasi: "Azzero la Giunta e ripartiamo"

FLAVIO STASI sindaco"Dopo le tante parole rispetto all'assenza in prima convocazione del consiglio di venerdì scorso, credo sia opportuno spiegare alla mia comunità cosa è accaduto e perché.

Innanzitutto, sgomberiamo il campo da ipotesi strampalate: dal punto di vista amministrativo, nulla o quasi. Il consiglio si terrà serenamente in seconda convocazione, come successo milioni di volte, lunedì prossimo ed è per altro caratterizzato da punti quasi del tutto già affrontati in altri consigli comunali. Si tratta di discussioni proposte ripetutamente da una parte dell'opposizione, senza alcuna volontà di confronto, su tutto lo scibile umano, finalizzate a fare un po' di baraonda mediatica, soprattutto in campagna elettorale: nulla di particolarmente originale, l'opposizione si può fare anche così.

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Dal punto di vista politico, invece, sono accaduti fatti importanti. Nella giornata di giovedì, ovvero un giorno prima del Consiglio, ho ricevuto una lettera firmata da alcuni consiglieri di maggioranza sul tema della "perequazione del personale", ovvero sul fatto che ci sarebbero più dipendenti di alcuni settori in alcuni plessi comunali piuttosto che altri, con particolare riferimento ai messi comunali. Nel tardo pomeriggio uno di questi consiglieri mi ha comunicato, con un messaggio, che l'indomani una parte dei firmatari non sarebbe venuta in Consiglio per rimarcare, evidentemente, il contenuto della lettera.

Ora, giusto per intenderci, all'ordine del giorno non c'era il bilancio che quindi avrebbe imposto numeri consistenti; né, conti alla mano, c'era o c'è problema numerico in consiglio, considerando che la minoranza è fatta di nove consiglieri. La questione vera e prettamente politica è che, francamente, non sono più disposto ad accettare almeno tre cose:

1 - il metodo, da vecchia politica, che trovo scorretto e che è stato proposto anche altre volte;

2 - che l'unica componente consiliare ben rappresentata in giunta ponga questioni gestionali ad altri e non a sé stessa;

3 - che si possa pensare che un sindaco di una città di 80 mila abitanti (ma anche di 20 mila) possa occuparsi prioritariamente di quanti dipendenti di un determinato settore stanno da una parte piuttosto che dall'altra, oppure di altre questioni del genere, senza alcun respiro politico.

Probabilmente qualche mese fa avrei lasciato perdere e provato a trovare una mediazione, come fatto altre volte, ma forse lo splendido evento personale che mi è capitato in queste settimane, per il quale mi sento veramente un uomo fortunato, mi ha fatto misurare meglio l'importanza di alcune cose pertanto, su certe questioni, ho deciso di non mediare più, anche perché questo avrebbe semplicemente rimandato il problema.

Forse si è diffusa la convinzione che un sindaco, pur di restare in carica, sopporterebbe di tutto compreso il tradimento dei propri principi, ma (fortunatamente o sfortunatamente) io non sono così, e per questa ragione venerdì ho comunicato ad una parte dei consiglieri di maggioranza che la nostra esperienza amministrativa, così come l'abbiamo conosciuta finora, sarebbe arrivata a termine.

Questi diverbi all'interno delle maggioranze ci sono sempre stati, ma credo che il Primo cittadino di una città come Corigliano-Rossano abbia un compito importante e difficilissimo, e per questo debba impiegare tutte le proprie energie su questioni strategiche, senza perdersi in beghe gestionali o di campanile senza senso. Inoltre, il Governo di questa città implica avere un esecutivo politico che rema all'unisono nella stessa direzione.

Dal nostro insediamento sulle grandi questioni abbiamo fatto tanto, ed alcuni dati sono oggettivi (basti pensare al fatto che avremo da gestire forse cento milioni di euro di opere pubbliche nei prossimi mesi, nonostante le carenze di personale e l'emergenza covid), ma molte energie sono anche andate disperse e troppo spesso, in questi mesi, le scelte sono state rallentate da questioni che non dovrebbero riguardare un'amministrazione libera e coraggiosa come la nostra.

Ed allora ritenevo, e ritengo ancora, che per la città fosse più utile il segnale dirompente di un sindaco che non ha paura di staccarsi dalla poltrona non per ragioni numeriche, ma perché convinto che sia necessario governare la città badando esclusivamente alla soluzione dei problemi, non al bilancino.

Avrei comunicato la mia decisione in Consiglio, ma dal confronto con consiglieri e movimenti che sostengono l'Amministrazione è emersa la richiesta di alcune ore per confrontarsi, riflettere, approfondire le questioni; una richiesta che ovviamente non potevo non accogliere, e da questo presupposto è scaturita la scelta di partecipare al consiglio in seconda convocazione, domani.

In questa scelta c'è stata effettivamente una mancanza di bon-ton istituzionale, in questo caso si sarebbero potute avvisare le minoranze. Non che io sia mai stato avvisato quando mi trovavo all'opposizione, ma giacché la discontinuità si deve manifestare anche in queste cose, per la mancanza di garbo chiedo io scusa alla minoranza; su tutto il resto delle cose dette e scritte, frutto delle proprie bramosie, come sempre, sorvolo.

Partendo dunque dall'esigenza improrogabile di rendere l'azione amministrativa maggiormente decisa, veloce e di largo respiro, in queste ore è aperto un sereno confronto tra gruppi, consiglieri e compagini politiche che sostengono la maggioranza con l'intento di chiudere una fase amministrativa: azzererò nelle prossime ore la giunta comunale. La nomina del nuovo esecutivo avverrà esclusivamente sulla base di presupposti politici, della chiarezza, degli obiettivi strategici che la città deve raggiungere nel suo complesso e senza alcuna tolleranza per metodi "retro" che non possono appartenere a questa Amministrazione.

Proseguiremo l'esperienza amministrativa, imperniata su trasparenza e legalità, con chi accetterà questo nuovo tipo di percorso e sono certo che potremo dare risposte importanti e storiche alla nostra comunità su tutti i campi: dal potenziamento dei servizi primari alla rigenerazione urbana, sociale ed economica della città; dalla digitalizzazione alla realizzazione di tutte quelle opere, fisiche e non, che abbiamo progettato in questi due anni e che sono necessarie per costruire e rafforzare la città unica, la grande opportunità del nostro territorio. Nonostante due anni passati quasi interamente in emergenza sanitaria, buona parte di questi percorsi strategici sono stati già avviati o messi in cantiere ed accelerare significa avere buone possibilità di concluderli entro i 5 anni, mantenendo gli impegni con la comunità.

Se invece, per una qualsiasi ragione, dovessi rendermi conto che non ci sono le condizioni per realizzare il nostro programma di governo a causa di intralci, pressioni, metodi da vecchia politica o fattori diversi, non attenderò un secondo e consegnerò alla città le mie dimissioni, esplicitando con maggiore dettaglio tutte le ragioni che mi porterebbero a tale scelta, certamente dolorosa ma imprescindibile: mi sono candidato (come gran parte di coloro che ho al mio fianco) per cambiare la città e migliorare la vita della mia comunità, non per fare l'equilibrista.

Ovviamente, senza alcun segreto ed a prescindere dalle legittime ricostruzioni giornalistiche, nelle prossime ore comunicherò direttamente alla comunità, l'unica alla quale intendo rispondere, eventuali evoluzioni di questo percorso, rassicurandovi fin d'ora di una cosa che ritengo la più importante di tutte: amo terribilmente questa terra, ho deciso di restarci ed ogni scelta è sempre stata e sarà guidata solo da questo". Lo afferma in una nota il sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi.