Praia a Mare, De Lorenzo su vicenda discriminazione: "Su spazi e fondi comuni, inclusione è alla base"

Il consigliere di minoranza Antonino De Lorenzo ha interrogato l'amministrazione comunale di Praia a Mare circa la denuncia esposta sui social dal genitore di un bambino.

Il post, rapidamente diventato virale nella Città dell'Isola Dino e nei dintorni, riferisce di comportamenti che avrebbero generato una presunta discriminazione nei confronti di un minorenne con sindrome di down e addebitati ai responsabili di Centoceani, centro socioeducativo comunale.

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In sintesi, il genitore ha sostenuto apertamente che la struttura in questione avrebbe dato l'ok per la presentazione della domanda per far partecipare il bambino a un'attività sportiva, "salvo poi tornare sui propri passi riferendo – ha scritto in rete il genitore – di problemi di tipo organizzativo".

In merito a questa vicenda De Lorenzo ha chiesto al governo cittadino di accertare la veridicità della denuncia del genitore.

"La chiarezza è dovuta, ma è meno importante del fatto che quel bambino deve frequentare il centro al pari di tutti gli altri", commenta il consigliere.

Limiti di qualsiasi tipo alle adesioni contrastano con quanto detto nel corso della presentazione del progetto dal consigliere con delega Laura De Presbiteris.

In una diretta Facebook, ancora consultabile, ha parlato di sport per tutti, di integrazione, di inclusione, di un percorso di educazione alla convivenza, al senso civico, alla socializzazione e di attenzione alle esigenze della persona disagiata e dei diversamente abili.

"Quando si utilizzano spazi e fondi comunali l'inclusione sociale è basilare e ogni cittadino ha pari dignità e diritto, in particolare quando ci si riferisce ad attività di natura e finanziamento pubblico. Inoltre, non sono ammissibili forme di discriminazione di nessun genere soprattutto nell'ambito dell'infanzia. Con l'interrogazione presentata ho quindi chiesto anche che vengano resi pubblici molti atti che riguardano i criteri di ammissione alle attività del centro e di conoscere quanti bambini con disabilità sono stati ammessi. Ma – conclude – anche altri aspetti, appunto organizzativi, come i curriculum delle associazioni partecipanti e degli istruttori, soprattutto in merito allo sport inclusivo".