Corigliano-Rossano dice no all'omofobia, i consiglieri di Maggioranza: "Garantire il rispetto della propria libertà sessuale"

"Vorremmo che tutti avessero le nostre stesse possibilità di vivere la vita come e con chi desiderano". I consiglieri comunali di maggioranza: Alessia Alboresi, Isabella Monaco e Cesare Sapia, prendono posizione, nella giornata internazionale contro l'omofobia, la biofobia e la transfobia, a favore del diritto di chiunque amare chiunque voglia.

Era il 17 maggio del 1990 quando l'omosessualità fu rimossa dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicata dall'Organizzazione mondiale della sanità. Per questo la data è stata scelta come Giornata internazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia. A ideare la giornata è stato Louis-Georges Tin, curatore del Dictionnaire de l'homophobie, il Dizionario dell'omofobia. Obiettivo della giornata è promuovere eventi internazionali di sensibilizzazione e prevenzione per contrastare il fenomeno dell'omofobia, della bifobia e della transfobia.

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"Facciamo nostre le parole del presidente Mattarella - affermano i consiglieri - ribadendo come questa giornata sia l'occasione per ribadire il rifiuto assoluto di ogni forma di discriminazione e di intolleranza e, dunque, per riaffermare la centralità del principio di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione e dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Dobbiamo garantire il rispetto della libertà di ciascuno alla propria sessualità. Per questi motivi chiederemo al nostro comune di entrare a fra parte di RE.A.DY, la Rete italiana delle Regioni, Province Autonome ed Enti Locali impegnati per prevenire, contrastare e superare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, anche in chiave intersezionale con gli altri fattori di discriminazione – sesso, disabilità, origine etnica, orientamento religioso, età – riconosciuti dalla Costituzione, dal diritto comunitario e internazionale".

L'adesione alla rete avviene attraverso l'adozione di un atto amministrativo che autorizza il legale rappresentante dell'Ente alla sottoscrizione della Carta di Intenti.

RE.A.DY nasce a Torino nell'ambito del Pride nazionale del 2006, quando la Città di Torino, in collaborazione con il Comune di Roma, riunisce rappresentanti istituzionali di dodici Pubbliche Amministrazioni, tra Regioni ed Enti Locali da tutta Italia, con l'obiettivo di metterli in rete attraverso la condivisione di una Carta di Intenti. R.E.A.DY costituisce per le Pubbliche Amministrazioni regionali e locali l'opportunità di uno spazio non ideologico di incontro e interscambio di esperienze e buone prassi finalizzate al riconoscimento e alla promozione dei Diritti Umani delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, transgender (LGBT), coopera con le Istituzioni nazionali e internazionali, con le Associazioni e con altre reti territoriali al fine di promuovere sinergie, valorizzare le risorse esistenti, diffondere le azioni positive sul territorio italiano.