di Francesca Gabriele - Sobrio, elegante in ogni sua esternazione e autorevole per cultura e preparazione. Lucio Ficara non è solo docente in un liceo di Reggio Calabria, ma è anche sindacalista assai ascoltato nella Cgil, esperto di Legislazione scolastica e giornalista del portale "Tecnica della Scuola". Dopo la situazione sanitaria in Calabria e i contagi che ritornano a preoccupare, critica la situazione nel Cosentino, il professore Ficara ci ha spiegato perché ritiene "inutile didatticamente e pericoloso per la sicurezza e la tutela della salute di studenti e personale scolastico, tornare a riempire le aule scolastiche per poche settimane che restano alla fine dell'anno scolastico". In tanti lo vorrebbero al timone della Cgil Calabria, ma alla nostra domanda ha risposto senza lasciare spazio ad alcun dubbio: "In Calabria abbiamo un eccellente segretario regionale della FLC CGIL, si chiama Mimmo Denaro ed è un grande sindacalista".
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Professore, la pandemia continua la sua corsa e questa volta iniziano a preoccupare e non poco i contagi in Calabria e nel Cosentino. Da tempo lei invoca il proseguo della Dad per tutte le classi. Non c'è tempo da perdere, ad oggi quale sono state le risposte su questo punto?
In qualità di docente posso dire che modificare l'assetto metodologico di insegnamento nelle ultime settimane di scuola, facendo rientrare il 50% dei ragazzi in presenza e lasciando la rimanente parte a casa, provoca problematiche didattiche tali da non garantire il corretto apprendimento. Per questo motivo ritengo inutile didatticamente e pericoloso per la sicurezza e la tutela della salute di studenti e personale scolastico, tornare a riempire le aule scolastiche per poche settimane che restano alla fine dell'anno scolastico. Siamo, almeno in Calabria, in una situazione pandemica di massima allerta con 577 casi di contagio ogni 24 ore, non mi sembra opportuno una ripresa della scuola a pieno ritmo.
Rispetto a qualche mese addietro sembra che gli studenti siano restii a rientrare in presenza. Voi docenti come vi state approcciando ai ragazzi in questo particolare momento?
Tutto sommato la didattica digitale integrata ha funzionato ed ha consentito il regolare svolgimento dell'anno scolastico, ricordiamoci che le scuole del primo ciclo hanno svolto, anche a rischio di contagi e quarantene, le attività didattiche in presenza, mentre per le scuole secondarie di secondo grado si è attivata la DID almeno per il 50% degli studenti. Noi docenti abbiamo fatto il possibile e anche l'impossibile per stare sempre vicini ai nostri studenti, supportandoli con tutti i mezzi a nostra disposizione. A questo punto dell'anno scolastico, ad un mese e mezzo dalla chiusura della scuola, con una crescita esponenziale della diffusione del Covid-19 mi pare evidente che i ragazzi siano più restii al rientro in presenza. Inutile sottolineare che la scuola in presenza, nonostante tutti gli accorgimenti possibili sulla sicurezza e il rispetto delle regole Anti-Covid, espone gli studenti al rischio del contagio.
Lei è anche sindacalista. Da questo punto di vista quali risposte state ricevendo?
Come sindacalista sto ricevendo da parte dei Dirigenti scolastici e dei docenti lamentele per l'andamento della gestione politica della riapertura e chiusura delle scuole. Tra DPCM che cambiano le regole troppo spesso e ordinanze regionali che lasciano alle famiglie la possibilità di scegliere se svolgere le attività didattiche in presenza o a distanza, il caos regna sovrano. Inoltre la politica è lontana anni luce dai problemi di natura didattica, di inclusione e di valutazione degli apprendimenti, quindi agisce su un piano meramente emotivo e non tiene conto degli effettivi bisogni educativi.
Professore, di recente ho sentito il segretario provinciale della Cgil Cosenza, Pino Assalone, e mi raccontava dell'enormità di domande per rientrare nelle graduatorie Ata e per i trasferimenti. Non le nascondo che è stato un colloquio molto toccante da ambedue le parti. Quante attese dietro queste domande e soprattutto quante persone approssimativamente possono puntare sia per quello che riguarda l'inserimento nelle graduatorie e sia per il ritorno al Sud?
In questo mese di aprile si è creato un ingorgo di adempimenti burocratici che hanno visto le sedi sindacali prese di assalto. Si è dovuto organizzare, tenendo anche conto della fase pandemica, la consulenza a distanza per garantire il servizio per la compilazione delle domande di terza fascia Ata e della mobilità dei docenti e del personale Ata. Un lavoro pantagruelico che comunque è stato portato, con non poche fatiche, a termine. Sui risultati di queste procedure bisognerà attendere il mese di giugno. Per la mobilità, visto il grande numero di pensionamenti, si prevede che ci sarà un incremento dei numeri della mobilità, che vedrà soddisfatta a la richiesta di trasferimento per diverse migliaia di docenti e personale Ata. Per le graduatorie definitive della terza fascia Ata bisognerà attendere l'estate inoltrata, sarà un lavoro massacrante per tantissime segreterie scolastiche.
Lei è stato molto critico, ma mai sopra le righe con l'ex ministro all'Istruzione. Il successore la convince?
Il mio stile comunicativo è sempre sobrio e mi piace restare nel merito delle questioni politiche e tecniche. Se la ex ministra Lucia Azzolina ha commesso degli errori è giusto sottolinearlo, ma sul rispetto della persona e della donna, sempre il massimo rispetto e anche la mia solidarietà quando si è trasceso co insulti personali e sessisti. Sul ministro Patrizio Bianchi è ancora presto per emettere un giudizio, certo è che, stare alla guida di una macchina scassata non è facile e fare tutto bene è quasi impossibile. Mi aspetto, anche con una certa fretta, una soluzione sul precariato, l'avvio del prossimo anno scolastico, una soluzione sugli organici e un rinnovo contrattuale della categoria che ridia dignità al ruolo docente.
Quindi il primo settembre tutti in classe?
Come ho appena detto, mi aspetto già da ora norme chiare per il ritorno in classe in presenza e in piena sicurezza. Questo potrà avvenire con un abbassamento di alunni per classe, la riformulazione degli organici e un piano di reclutamento massiccio per avere forze nuove in cattedra dal prossimo settembre.
Senza entrare nei dettagli, lei quando si tratta di stalking, molestie, e tutto quello che possa offendere la donna, assume, e ne sono testimone, un atteggiamento assai severo ed intransigente. Quanto maschilismo sopravvive nell'ambiente sindacale?
Se c'è una cosa che mi rende irascibile è la violenza, anche quella psicologica, sulle donne. Stalking e molestie meritano pene severe e nessuna scusante, chi si macchia di questi reati dovrebbe essere messo alla porta in ambienti sindacali soprattutto. In tutti i settori esiste un certo maschilismo e c'è chi cerca di imporsi sulle donne, ma bisogna avere la forza di vincere certe negatività e lavorare per una società che veda realmente la parità di genere. Il sindacato lotta sempre per la parità di genere e certe devianze le combatte aspramente.
E nella scuola?
La scuola è un ambiente di lavoro prevalentemente femminile e quindi il fenomeno è molto ridimensionato, nonostante tutto esistono dei casi di stalkeraggio, narcisismo e maschilismo pure all'interno delle scuole. Quando accadono certe situazioni io non mi giro mai dall'altra parte e denuncio agli organi competenti situazioni inaccettabili. Tutti i lavoratori donne o maschi che siano, hanno il diritto di vivere i luoghi di lavoro in sicurezza e senza avere situazioni di turbamento.
Lucio Ficara sarà il futuro segretario regionale della Cgil Scuola come si vocifera?
Lasci perdere le voci, personalmente non ho aspirazioni di ruoli all'interno dell'organizzazione di cui mi onoro di fare parte. In Calabria abbiamo un eccellente segretario regionale della FLC CGIL, si chiama Mimmo Denaro ed è un grande sindacalista. Personalmente contribuisco ad aiutare un processo di cambiamento del nostro sistema scolastico sia a livello nazionale ma anche a livello regionale, secondo il principio che la scuola è un bene comune prezioso che ci deve appartenere e dobbiamo difendere.