Rigenerazione urbana, Calabrone (CGIL Cosenza): “Deve passare da quella sociale ed economica”

"La lezione del Covid dovrebbe aver insegnato che la città e le aree urbane sono un organismo complesso, dove le emergenze strutturali delle periferie vanno di pari passo con le emergenze sociali e culturali che stanno aumentando. Gli obiettivi di sviluppo economico e sociale nelle aree urbane, così come nei piccoli centri, sono strettamente connessi alla qualità ecologica, alla vivibilità e al recupero delle aree e degli edifici degradati". È quanto afferma in una nota il segretario generale della CGIL Cosenza Umberto Calabrone.

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"Quotidianamente sentiamo parlare di rigenerazione urbana come strumento utile per riequilibrare le differenze fra quartieri, fra periferie e centri urbani, fra centri storici e nuove città. Deve esserci la consapevolezza che la rigenerazione urbana non è solo una questione di recupero edilizio, seppur importante per rendere energeticamente efficienti e sostenibili interi palazzi, ma, passa specialmente da una rigenerazione sociale ed economica di intere comunità, dagli spazi di contaminazione e di confronto, dalla creazione di nuove agorà. La qualità urbana passa principalmente dalla riqualificazione degli spazi pubblici, che devono avere profondi riflessi sociali, attraverso lo sviluppo di infrastrutture verdi, la riqualificazione dei parchi, la fruibilità di giardini pubblici" si legge.

"Un piano di forestazione urbana, che preveda di salvaguardare e piantare nuovi alberi, rappresenta il miglior contrasto all'inquinamento. La bozza del piano nazionale di ripresa e resilienza prevede investimenti importanti, che si sommano a quelli previsti dal bilancio nazionale e dei fondi europei per un totale di quasi 78 miliardi per la rivoluzione verde e transazione ecologica – è la conclusione – partendo dal fatto che per lo sviluppo, anche sostenibile del nostro territorio, il problema non sono mai state le risorse ma gli effetti che gli interventi hanno avuto, raramente positivi. Oggi l'obiettivo deve essere il rafforzamento di un tessuto sociale debole, per fare questo e trasformare le risorse, infatti, bisogna avviare una discussione con le istituzioni territoriali, insieme al partenariato sociale, e la discussione deve necessariamente avere come base di partenza l'articolo 9 della nostra costituzione, tutelando il paesaggio, il patrimonio storico e artistico per metterlo al servizio sociale della collettività".