Cara Reggina, dove eravamo rimasti...

trentamaggiodi Paolo Ficara - Ci hanno spesso ripetuto che gli uomini passano e la Reggina resta. Per un anno, abbiamo temuto non fosse così. Adesso, e solo adesso, si può parlare di una storia che prosegue. Adesso, e solo adesso, non avremo da un lato i resti sportivi del club storico, e dall'altro una nuova rappresentante del calcio cittadino che scende in campo. Adesso non si pone più il problema d'identità, essendosi messi in scia rispetto alla stragrande maggioranza dei percorsi post-fallimento avvenuti nel resto d'Italia.

Con il fitto della Reggina Calcio, Mimmo Praticò ottiene tre scopi. Innanzitutto, restituisce la squadra a coloro i quali (pochi o tanti che fossero, innamorati od esaltati che fossero) non l'hanno abbandonata, pur essendo ridotta alle sole formazioni giovanili; inoltre fornisce a chi lo ha sostenuto nella passata stagione, specie con costante presenza in trasferta, un validissimo motivo per non voltare le spalle proprio ora, vedendo ripagata la propria fiducia nell'unica maniera possibile.

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Ma con il possesso dei beni immateriali della Reggina, è soprattutto un altro il risultato ottenuto: Praticò ha tolto, reciso, eliminato quella sensazione di poter commettere lo stesso errore dei dirimpettai messinesi, nell'indirizzare la tifoseria a sostenere la squadra del momento anziché l'unica che sentono propria. Questo passaggio se lo ingoi, digerendolo alla svelta, qualche campione di incoerenza che per anni ha rivolto prese in giro alla Peloro, facendo adesso finta di non capire cosa stesse accadendo a Reggio. La Reggina resta. Sono gli uomini (alcuni purtroppo, altri per fortuna) a passare. I tifosi seguono la Reggina, le marionette seguono gli uomini.

In Federcalcio sono pronti a "scongelare" la denominazione che Praticò doveva fornire entro il 5 luglio scorso: Urbs Sportiva Reggina 1914. Non sarà possibile mettersi un nome più asciutto, più classico, più tradizionale, almeno per adesso. Da un paio di giorni la società si è sintonizzata sui canali giusti, indirizzata da Figc e Tribunale. I canali sbagliati hanno fatto danni. Dettagli. Quisquilie. Adesso sappiamo cos'è e dov'è la Reggina. Il concetto dei nomi come puri accidenti vale sempre.

A breve capiremo se sarà possibile riprendere la storia esattamente da dove è stata interrotta. Fossimo su Twitter, metteremmo almeno un paio di hashtag: Lega Pro, 30 maggio. Qui dipende esclusivamente dalla disponibilità economica dell'attuale compagine societaria, compattatasi nel decidere di trovare l'accordo con la curatela fallimentare. Se sarà possibile ritrovare la categoria professionistica, facile prevedere un entusiasmo alle stelle da parte della piazza. Se non ci sono le basi non tanto per garantire l'iscrizione, quanto per assicurare un campionato dignitoso (e più costoso della Serie D) la tifoseria non ne faccia un dramma ma la dirigenza parli chiaro sulle prospettive.

C'è tempo fino al 26 luglio per presentare domanda di ripescaggio. La società si è rivolta a Domenico Damato, ex Barletta, per coordinare (forse a distanza) il lavoro di segreteria. Tra qualche ora, il Consiglio Federale ufficializzerà il numero dei posti vacanti in Lega Pro. Adesso c'è la Reggina, con il suo blasone e con i suoi 9 anni di Serie A. Nemmeno mettendo insieme tutte le squadre della Serie D, si eguaglia un simile palmares. In passato, la Fiorentina è stata catapultata dalla C2 alla B. Sono cambiate le regole? Bene, le ricambino.

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Reggina: la Figc "congela" il nome all'Urbs, obbligatorio l'accordo con la curatela http://ildispaccio.it/calcio/84-quadrante-amaranto/115211-reggina-la-figc-congela-il-nome-all-urbs-obbligatorio-l-accordo-con-la-curatela