Nei giorni scorsi si è conclusa la fase delle indagini preliminari di un’articolata indagine,
coordinata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, delegata alla Guardia di Finanza
del Comando Provinciale Catanzaro ed incentrata sull’indebita acquisizione di crediti
d’imposta in ambito edilizio da parte di un ente attivo nel settore dell’assistenza
residenziale per anziani e disabili con sede in Botricello nelle figure del legale
rappresentante e del tecnico responsabile dei lavori.
I fatti contestati riguardano un’operazione di riqualificazione di un complesso edilizio nel
Comune di Botricello (CZ) in passato utilizzato come villaggio turistico. L’immobile, che
versava in precarie condizioni strutturali, era stato acquisito nel 2023 dall’ente che,
nell’agosto dello stesso anno, aveva dato avvio a interventi di ristrutturazione,
presentando le pratiche edilizie e le asseverazioni richieste per fruire dei benefici del
cosiddetto “Superbonus”. Le indagini di polizia giudiziaria, incentrate sull’analisi delle fasi
progettuali e amministrative, hanno consentito delineare – nella fase delle indagini
preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la
difesa – che l’ente non era in possesso né dei requisiti soggettivi né di quelli oggettivi
necessari per accedere alle agevolazioni fiscali previste.
Ad epilogo delle indagini preliminari, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico
Finanziaria di Catanzaro hanno dato esecuzione al provvedimento del Pubblico Ministero
titolare del procedimento penale che ha disposto un sequestro preventivo d’urgenza di
crediti d’imposta per un totale di circa 5,5 milioni di euro, ritenuti indebitamente ottenuti
attraverso l’illecito accesso alle misure agevolative previste dall’art. 110 del D.L. 34/2020,
così evitando un grave pregiudizio per le casse dell’Erario. Ciò anche a seguito di un
efficace coordinamento con la Direzione Provinciale Agenzia delle Entrate di Catanzaro
che ha disposto il blocco delle erogazioni, segnalando le predette violazioni.
Nei confronti dei due indagati è stata formulata l’accusa di truffa aggravata ai danni dello
Stato per l’indebito conseguimento di erogazioni pubbliche.