La relazione semestrale della DIA: "Ndrangheta leader del narcotraffico, ma non più impermeabile"

diaroma21aprLa 'ndrangheta rimane saldamente leader nel narcotraffico internazionale, ma "non appare piu' cosi' monolitica ed impermeabile alla collaborazione con la giustizia da parte di affiliati nonche' di imprenditori e commercianti, sino a ieri costretti all'omerta' per il timore di gravi ritorsioni da parte dell'organizzazione mafiosa". Lo rileva la Direzione investigativa antimafia nella sua Relazione semestrale al Parlamento, segnalando la consolidata proiezione dei gruppi affiliati in tutte le regioni italiane, in diversi Paesi europei (Spagna, Francia, Regno Unito, Belgio, Olanda, Germania, Austria, Repubblica Slovacca, Romania e Malta), nonche' in Australia, Stati Uniti e Canada. Sottolineato anche il frequente coinvolgimento negli affari illeciti di donne e di minori. Le indagini, evidenzia la Relazione, danno conto "dell'ampio e pressoche' inedito squarcio determinato dall'avvento sulla scena giudiziaria di un numero sempre piu' elevato di 'ndranghetisti che decidono di collaborare con la giustizia". E anche "esponenti di primo piano hanno scelto di rompere il silenzio". Nessuna tregua, pero', sul contrasto, perche' le 'ndrine sono infiltrate "in svariati settori commerciali, produttivi e dei servizi (costruzioni, autotrasporti, raccolta di materiali inerti, ristorazione, gestione di impianti sportivi e strutture alberghiere, commercio al dettaglio, senza tralasciare il settore sanitario, etc.)". I proventi del traffico di droga - in costante aumento - hanno reso la 'ndrangheta una vera "potenza imprenditoriale" Le cosche, si legge ancora nel documento, "hanno da tempo dimostrato di essere straordinariamente abili ad adattarsi ai diversi contesti territoriali e sociali prediligendo, specialmente al di fuori dai confini nazionali, strategie di basso profilo e tenendosi, al contempo, al passo con il progresso e la globalizzazione. I modelli mafiosi originari vengono replicati al di fuori della Calabria facendo leva sui quei valori identitari posti alla base delle strutture 'ndranghetiste. Alla stessa stregua non verrebbero abbandonate le tipiche ritualita' di affiliazione che non rappresentano un mero fenomeno folkloristico ma preservano sentimenti fortemente caratterizzanti che rafforzano, ad esempio, il legame degli 'ndranghetisti all'estero con la casa madre reggina".

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San Giusto Canavese (Torino) e Lonate Palazzolo (Varese), Lona Lases (Trento) e Desio (Monza e Brianza), Lavagna (Genova) e Pioltello (Milano). Tutti posti ben lontani dalla Calabria, ma nei quali la 'ndrangheta ha allungato i suoi tentacoli installandovi 'locali' (le strutture di coordinamento delle 'ndrine). La Direzione investigativa antimafia nella sua Relazione semestrale al Parlamento conta ben 46 'locali' nelle regioni settentrionali: 25 in Lombardia, 14 in Piemonte, 3 in Liguria, 1 in Veneto, 1 in Valle d'Aosta ed 1 in Trentino Alto Adige. La 'ndrangheta, rileva la Relazione, risulta "perfettamente radicata e ben inserita nei centri nevralgici del mondo politico-imprenditoriale anche nei contesti extraregionali" ed i numeri "dimostrano la capacita' espansionistica delle cosche e la loro vocazione a duplicarsi secondo gli schemi tipici delle strutture calabresi".

Le indagini piu' recenti confermano "l'attitudine delle 'ndrine a relazionarsi agevolmente e con egual efficacia sia con le sanguinarie organizzazioni del narcotraffico sudamericano, sia con politici, amministratori, imprenditori e liberi professionisti. La 'Ndrangheta esprime un sempre piu' elevato livello di infiltrazione nel mondo politico-istituzionale, ricavandone indebiti vantaggi nella concessione di appalti e commesse pubbliche". A sottolinearlo e' l'ultima relazione semestrale (luglio-dicembre 2020) al Parlamento della Direzione investigativa antimafia. "Grazie alla diffusa corruttela - si legge nelle 530 pagine del documento - vengono condizionate le dinamiche relazionali con gli enti locali sino a controllarne le scelte, pertanto inquinando la gestione della cosa pubblica e talvolta alterando le competizioni elettorali. A conferma di cio' interviene il significativo numero di scioglimenti di consigli comunali per ingerenze 'ndranghetiste anche in aree ben lontane dalla Calabria". Le cosche sono attive in numerose regioni italiane (46 le locali individuate, di cui 25 in Lombardia, 14 in Piemonte e 3 in Liguria) e, all'estero, in alcuni Paesi europei quali Spagna, Francia, Regno Unito, Belgio, Olanda, Germania, Austria, Repubblica Slovacca, Romania e Malta nonche' in Australia, Canada e Usa.

"La spregiudicata avidita' della 'Ndrangheta non esita a sfruttare il reddito di cittadinanza nonostante la crisi economica che grava anche sul contesto sociale calabrese e benche' l'organizzazione disponga di ingenti risorse finanziarie illecitamente accumulate". Lo rileva la Direzione investigativa antimafia nella sua Relazione semestrale al Parlamento. Il riferimento e' una serie di inchieste che hanno visto diversi personaggi affiliati o contigui ai clan calabresi quali indebiti percettori del reddito di cittadinanza: coinvolti, in particolare, uomini delle famiglie Accorinti, Mannolo, Pesce, Bellocco. Nell'ambito dell'operazione Tantalo, ad esmepio, i Carabinieri hanno deferito all'autorita' giudiziaria di Locri 135 percettori irregolari di buoni spesa Covid, alcuni dei quali legati per vincoli di parentela e/o affinita' a sodalizi del luogo e, circa la meta', residenti a San Luca.