Longo: "Nella sanità calabrese la 'ndrangheta è ancora presente, valutiamo di fare controlli più serrati"

longo-commissioneantimafia"Non da adesso ma da parecchi anni nella sanità calabrese è stata presente e per certi versi lo è ancora e lo dimostrano le indagini delle Dda di Reggio Calabria e Catanzaro sulle infiltrazioni della 'ndrangheta. E non si può parlare di casi eccezionali". Lo ha detto il commissario alla sanità della Calabria Guido Longo sentito in Commissione antimafia sulla presenza della 'ndrangheta nella sanità calabrese. "Mi stupisce e mi rincresce che si risponda in questo modo quando la Commissione antimafia chiede dei dati e forse si sconosce la normativa che rende la risposta obbligatoria" ha aggiunto Longo riferendosi a quanto detto in apertura dal presidente della Commissione Nicola Morra che alcune Aziende calabresi non hanno risposto al quesito inviato il 9 aprile scorso dalla commissione mirante a sapere di eventuali infiltrazioni delle cosche nel settore delle vaccinazioni. Nel caso dell'Azienda ospedaliera di Cosenza, ha detto Morra, il dirigente ha opposto un "diniego reciso" motivandolo con motivi di privacy.

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"Da quando sono arrivato a Catanzaro, il primo dicembre 2020, - ha detto Longo - ho assistito a depauperamenti forzati delle Aziende causate da provvedimenti dell'autorita' giudiziaria. Abbiamo l'Asp di Cosenza falcidiata da una recentissima inchiesta della procura di Cosenza che ha estromesso ex dirigenti, ex dg e anche del personale amministrativo. L'indagine ha riguardato soltanto una falsità di bilanci ed una gestione assolutamente falsata da risultanze iscritte a bilancio inesistenti".  "Sarà difficile a meno di miracoli - ha aggiunto - tanto che ho chiesto una proroga al tavolo del Mef per presentazione i bilanci 2018, '19 e '20 e non so se me la daranno altrimenti andrebbe a decadenza l'attuale commissario che non ha obiettivamente responsabilità. Per non dire dell'Asp di Reggio, sciolta per mafia. Dopo l'11 marzo, dalla nomina fatta da me del commissario per la scadenza della terna commissariale, c'è stata un'operazione con l'arresto di medici e dirigenti perché responsabili di essere intranei alla cosca Piromalli, che non è cosa da poco. Uno di questi dirigenti era proprio colui che aveva il compito di valutare il fabbisogno sanitario della provincia di Reggio ai fini della fissazione dei budget". 

Longo ha poi aggiunto: "Con la presenza dei due sub commissari stiamo cercando di redigere un programma operativo nuovo che sostituisca quello precedente e ci porti negli anni a venire, stiamo valutando la possibilità di effettuare controlli più serrati alle aziende. Faccio briefing con i commissari delle aziende tre-quattro volte alla settimana ma mi stupisce e mi rincresce che si risponda in questo modo quando una Commissione antimafia a richieda dei dati, forse si disconosce la normativa, alla Commissione antimafia si deve rispondere, non c'è privacy che tenga. Provvederemo anche a questo. Ho letto la risposta di Reggio Calabria, mi lascia perplesso, viene detto che oltre 1200 vaccinazioni iscritte nella lista 'altro' sono state iscritte per errore, ma in quel caso si prende tutto l'elenco con il responsabile del centro vaccinale e si deferisce all'autorità giudiziaria. Non vogliamo colpevolizzare nessuno, ma - ha rilevato il commissario della sanità calabrese - sono provvedimenti che vanno presi. Si sono verificati casi di vaccinazioni farlocche, a San Fili e Cariati, contravvenendo alle disposizioni del commissario Figliuolo. Comunque si è proceduto a deferire all'autorità giudiziaria. Questo per eliminare il dubbio che non ci siano infiltrazioni 'ndranghetiste. Prenderemo le opportune cautele, - conclude - comunque con l'intervento della struttura commissariale del generale Figliuolo abbiamo avuto un notevole supporto anche sul piano dei controlli".