Sanità privata, Fp Cgil: “Contratto Anpit non applicabile”

"L'Associazione Nazionale Per l'Industria e il Terziario (anpit), che ritiene di avere subito una grave offesa da parte della Funzione Pubblica CGIL, in una nota stampa afferma che: 'I veri pirati sono tutti i soggetti che operano contro ogni norma di diritto al solo fine di potere asserire l'applicazione di un determinato ccnl stipulato dai medesimi'.

La Funzione Pubblica da sempre si impegna affinché nei servizi pubblici siano applicati contratti che difendano la dignità e il lavoro.

La disdetta del CCNL Sanità privata e l'applicazione di questo regime di minor favore per i lavoratori comporta che:
1) la retribuzione con un orario di lavoro modificato (non più 36 ore settimanali ma 40 ore) con conseguente una perdita retributiva e non richiede una conoscenza approfondita delle norme sul diritto del lavoro.
2) Prevede modifiche in pejus di istituti come le ferie e le malattie, non ponendo sicuramente al centro i diritti del lavoratore e la qualità dell'assistenza al paziente.

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"Dipendenti costretti ad accettare una diversità contrattuale da struttura a struttura, che evidenzia disparità inaccettabili tra professioni sanitarie equipollenti, crea una discriminazione che la FP CGIL intende contrastare. Prova ne sia la struttura del rinnovo contrattuale con le parti datoriali AIOP e ARIS, con cui si è ottenuta la parificazione di diritti e salario dei lavoratori dipendenti da strutture sanitarie private con i lavoratori dipendenti dal Sistema Sanitario Pubblico.

L'accusa alla nostra Organizzazione di diffondere notizie false e tendenziose non trova oggettivo riscontro riguardo una realtà incontrovertibile. Proprio nel momento in cui si stava conseguendo un risultato migliorativo, con il rinnovo del contratto nazionale appena citato, l'intenzione o la determinazione di applicare un contratto che ha condizioni di minor favore pare una scelta chiara riguardo il campo in cui s'intende giocare la partita. Per quanto ci riguarda, lo sviluppo, la competitività e la crescita hanno un prezzo che non può essere pagato dai lavoratori, che certamente non si sono mai arricchiti e spesso hanno già contribuito con sacrifici e rinunce al buon andamento aziendale, basta richiamare i 14 anni di blocco delle retribuzioni per comprenderne la portata.

Per tutto ciò, riteniamo che il contratto ANPIT non sia applicabile, anche alle strutture dell'ospedalità privata accreditate con il servizio pubblico, perché consente di avere condizioni in pejus ed in deroga ai contratti nazionali in caso di conclamata crisi aziendale. Potrebbe significare aumento di ore di lavoro con uguale salario, ovvero riduzione di ore e di salario. E' palese che in un campo come quello della sanità il rischio è quello di dare meno servizi o minore qualità dell'assistenza alle persone ricoverate. Le crisi aziendali vengono, così, scaricate sulle spalle di chi subisce un aumento del carico e dei ritmi di lavoro oppure una riduzione di ore e di salario, ma soprattutto sulle spalle dei ricoverati che ricevono un servizio inadeguato, da parte di strutture socio sanitarie che fanno parte del servizio pubblico.

Inoltre solo per cronaca, ricordiamo che tutte le regioni contribuiranno a concorrere fino al 50% del costo del rinnovo del CCNL sanità privata.
In Calabria se le aziende applicano contratti che fanno dumping ci sarà un danno oltre che la beffa: le aziende avranno maggiori profitti e i lavoratori peggiori condizioni.

Ci attiveremo con la regione, la conferenza delle regioni e il ministero per evitare questo danno.

Così, in una nota, gli esponenti della Fp-Cgil Barbara Francavilla, Alessandra Baldari e Teodora Gagliardi.