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Coesistenza professione forense con attività politica: il dibattito a Catanzaro nel ricordo dell’avvocato Francesco Squillace

Il mondo forense e quello della politica si sono incontrati a Catanzaro per la Giornata di Studi in memoria di Francesco Squillace, avvocato, politico e letterato calabrese, a tre anni dalla sua scomparsa.

Presente all’appuntamento presso il Polo Museale multifunzionale “Marca” un folto parterre di ospiti accorsi da tutta la Calabria per onorare il ricordo di un uomo che ha molto contribuito, con i suoi scritti e le sue attività, al progresso letterario, giuridico e amministrativo della nostra terra.

“La coesistenza della Professione forense con l’attività politica”: questo il tema della Giornata di studi su cui sono intervenuti, per gli indirizzi di saluto, il Prof. Avv. Giovanni Pitruzzella, Avvocato Generale presso la Corte di Giustizia dell’U.E., il Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno Dott.ssa Wanda Ferro, l’Avv. Gianfranco Squillace, figlio di Francesco Squillace, il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Catanzaro, Avv. Vincenzo Agosto, l’Assessore comunale alla Cultura, Prof.ssa Donatella Monteverdi, l’Avv. Marcello Furriolo, già Sindaco di Catanzaro, ed il Prof. Franco Cimino. In sostituzione del Dott. Guido Carlino, per la Corte dei Conti è intervenuta la Dott.ssa Rossella Scerbo. Moderatore il Dott. Angelo Buscema, Giudice Costituzionale.

Relatori, invece, sono stati l’Avv. Aldo Costa, su “L’impegno al servizio della comunità tra politica e toga”, l’Avv. Francesco Granato (già Sindaco di Catanzaro) con un ricordo di “Francesco Squillace, la politica cortese”, ed il Prof. Avv. Valerio Donato (Ordinario di diritto privato presso l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro) sulla “Tutela effettiva dei diritti civili e sociali, tra difesa tecnica ed attività politica”.

“Oggi celebriamo non soltanto un grande uomo e giurista, ma anche un vero e proprio modello di professionista che, per tutelare i diritti e le libertà degli individui ma al tempo stesso l’indipendenza del potere giudiziario, svolge due ruoli, quello di avvocato e quello di grande politico, entrambi con la stessa passione civile. Credo che questa figura potrebbe essere un utile esempio ai giuristi di oggi”. Lo ha affermato Giovanni Pitruzzella, cui ha fatto eco Angelo Buscema: “Il rapporto tra attività forense e politica prevede un importante impegno civile, impegno di chi deve da una parte dare ascolto alle istanze dei cittadini e dall’altra mettere a disposizione la propria professionalità. L’odierna giornata di studi mette insieme questi due aspetti, invitando a coltivare la consapevolezza, investire sulla cultura e sulla capacità di dialogo con la popolazione e tra avvocati, offrendo sempre un servizio di giustizia ai cittadini con grande spirito di comunicazione”.

L’evento, organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Catanzaro con il patrocinio del Consiglio Nazionale Forense, è stato ideato su iniziativa della famiglia Squillace.

“Questo incontro -ha affermato Gianfranco Squillace, figlio del compianto Avvocato- ha per noi una valenza molto importante e non soltanto dal punto di vista affettivo, quanto per cristallizzare un ricordo della figura di nostro padre, un avvocato che ha abbracciato in maniera esemplare l’attività politica. Abbiamo cercato di porre l’attenzione sulla memoria di ciò che ha fatto per oltre 60 anni di attività per potere anche avere anche un ricordo tangibile di quella che è stata la sua attività”.

“Un politico deve conoscere i bisogni della gente ma deve conoscere anche i limiti per rispondere a quei bisogni. – ha affermato Francesco Granato – Quindi si rivela quantomai utile e positiva la presenza di un avvocato nelle istituzioni anche perché oggi più che mai il proliferare di normative rende l’attività politica assolutamente esposta ai rischi di errore e confusione. Per altro verso abbiamo ricordato un personaggio politico che ha gestito con umanità e cortesia la missione del politico in tempi in cui la politica aveva una certa supponenza e arroganza di classe. Questo avvocato dell’entroterra della provincia di Catanzaro ha vissuto la politica analizzandone sia i percorsi, i mezzi, sia i risultati. Ha scritto molti libri, di cui voglio ricordare, in particolare, quello dedicato ad Ernesto Pucci, In quella opera Squillace esprime tutta la delusione per una serie di risultati non raggiunti, per una Calabria che, dopo 50 anni dal regionalismo, non è riuscita a vincere la sfida della modernizzazione, per il Governo nazionale che ha cancellato dalla propria agenda la Questione meridionale.

Un democristiano atipico, Francesco Squillace, un politico popolare e cortese che ha contribuito come pochi ad indurre un processo di rivalutazione della politica nella opinione pubblica e nel mondo delle professioni, ma al quale non è stato consentito di arrivare fino in fondo, nonostante i suoi meriti. Ha vinto mantenendo la modestia, ha perso mantenendo la dignità, per non avere mai abusato dei mezzi in relazione ai fini. La politica allora pensava di non avere bisogno di politici come lui, fuori dal coro. Pessimismo o realismo? Io direi conoscenza profonda di una realtà indecisa e problematica, come quella calabrese”.

“Un convegno che fa comprendere quanto la grande rappresentanza in Parlamento, da sempre, di avvocati in qualità di deputati o senatori abbia un senso rispetto alla capacità di legiferare e, quindi, di essere quel valore aggiunto rispetto ai tanti temi di discussione. Ancor di più in un momento in cui si sta dibattendo della riforma della giustizia. – ha affermato Wanda Ferro, rispondendo anche a domande sul tema “riforma”–  Sapete che Fratelli d’Italia si era in qualche modo opposta a quella che era stata una stortura rispetto alla riforma Cartabia, che doveva rendere la giustizia più veloce ed efficiente ma così non è stato. Devo dire già con dei provvedimenti sono state fatte delle correzioni: No allo scontro tra apparati dello Stato, credo in una sinergia rispetto ad un percorso di condivisione che deve portare ad una riforma che possa garantire le vittime, pene certe ed una giustizia realmente giusta”.

“Penso che siamo in una fase nella quale l’ingegneria costituzionale, lo svolgimento dell’attività politica e delle attività tecniche da parte degli operatori del diritto sia molto cambiato rispetto al passato. – ha dichiarato, a seguire, Valerio Donato Un grande compito ci attende, costruire dei protagonisti capaci di esprimere la virtù del bene e di coniugare la propria attività con il raggiungimento del bene collettivo, come ha fatto con grande umiltà a mio avviso proprio l’avvocato Francesco Squillace”.

“Ritengo – ha dichiarato Marcello Furriolo che in politica mai come in questo momento ci sia necessità che l’attività sia supportata da grandi valori ideali ma anche da grandi capacità professionali, connubio che Francesco Squillace ha interpretato al più alto livello. Non è possibile che i diritti della gente siano affidati a politici che non abbiano alcun radicamento professionale con la società. Oggi lanciamo un segnale importante soprattutto ai giovani, che prendano atto della necessità di un cambiamento radicale del modo di fare politica”.

“L’avvocato Squillace è stato uno degli esempi più giusti del connubio tra politica e diritto, a fondamento della società occidentale, ruolo a cui ha saputo aggiungere anche quello di intellettuale, di cultore delle tradizioni e dei luoghi. Credo che queste figure debbano essere prese ad esempio, come uomini del loro tempo, per costruire oggi un nuovo percorso che metta insieme questi due valori, politica e diritto”. Così, Donatella Monteverdi.

“La difficile coesistenza tra i due ruoli è, a mio avviso, compatibilissima, anzi conferisce maggior forza ad entrambi i compiti, non è un caso che tantissimi avvocati siano presenti nei vari livelli dell’ Amministrazione, dal livello locale a quello parlamentare. – ha detto – Sono ben 114 gli avvocati tra deputati e senatori, ciò a dimostrazione dell’importanza del ruolo dell’avvocato come cerniera tra la società politica e la società civile. Non bisogna, poi, tralasciare l’importanza degli studi legali, presenti capillarmente su tutto il territorio, che rappresentano un presidio di legalità che offre una tutela dei diritti ad ogni livello ed ovunque. Calamandrei ricordava sempre che è proprio l’avvocato a garantire la regolarità del procedimento ed è lo stesso avvocato che aiuta il giudice a meglio comprendere la questione che sta giudicando ed emettere un provvedimento più giusto. Ecco perché è importante ricordare Francesco Squillace, lui che ha esercitato l’attività ai migliori livelli, che è stato amministratore con incarichi di grande responsabilità oltre che un fine intellettuale, per cui questo fa parte della poliedricità degli avvocati, conosciuti proprio per la capacità di svolgere anche altre attività oltre a quella forense”.

“Un dibattito di grande rilievo quello sullo sviluppo della professione forense nell’ambito della Pubblica Amministrazione. – ha aggiunto Vincenzo Agosto –  Si tratta di una coesistenza e un punto naturale di arrivo relativo a quello che è il percorso di studi che si è fatto laddove si vuole trasfondere nell’ambito della p.a. tutto ciò che si è imparato,  cercando di porre rimedio alle storture della p.a. rispetto al proprio personale punto di vista e rispetto a quella che è l’idea della Pubblica amministrazione e della gestione dei beni comuni”.

“A Francesco Squillace – ha concluso Franco Cimino – va un merito straordinario, che non si ferma alla sfera affettiva. Nella vita ha fatto tutto, e tutto pienamente: l’avvocato, il padre di famiglia, il cittadino d’Italia e di Chiaravalle, il politico ed il fedele militante nella Democrazia Cristiana, il più grande partito democratico della storia repubblicana italiana. Lui era tante cose in una, e la passione e l’intelligenza gli consentivano di fare tutte queste cose bene, ma soprattutto era una persona educata, non soltanto gentile e cortese nei modi e signorile nelle espressioni, poichè aveva un altissimo sentimento verso le persone e un altissimo senso delle istituzioni, sapeva riconoscere le persone, il valore del loro lavoro e la grande forza dell’istituzione democratica”.

Un ritratto di grande valore, quello tratteggiato dai tanti intervenuti alla Giornata in memoria di Francesco Squillace. Un valore che si ritrova oggi nei ricordi, ma anche nella concretezza delle tante cose realizzate ed infine ma non per ultimo nei suoi libri, un patrimonio storico, culturale e politologico importante che la famiglia Squillace ha messo a disposizione di tutti gli appassionati e curiosi lettori di una storia locale che appartiene un po’ a tutti e che, anche per questo, non va dimenticata.

L’organizzazione del Convegno è stata curata dall’Agenzia Annozero Eventi.

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