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Cosenza: il Consiglio comunale dedica una seduta aperta alla crisi dell’Amaco. Il sindaco Franz Caruso: “Salviamo l’azienda tutti insieme”

“Un consiglio comunale aperto che è stato utile per fare ulteriore chiarezza di un percorso e della volontà dell’Ente che sin dall’inizio ha mantenuto fede ad una linea che è quella della salvaguardia dei livelli occupazionali e del rilancio dell’Amaco”.

Lo ha detto il Sindaco Franz Caruso nel corso del suo intervento pronunciato nel corso della seduta del Consiglio comunale, convocata dal Presidente Giuseppe Mazzuca, su richiesta della minoranza, per discutere della crisi dell’Amaco, delle prospettive future e delle possibili soluzioni proposte dall’Amministrazione comunale. La seduta si è svolta nuovamente nella sala del Consiglio provinciale di Piazza 15 Marzo per la temporanea indisponibilità dell’aula delle adunanze di Palazzo dei Bruzi. Il Sindaco Franz Caruso è intervenuto facendo precedere le sue dichiarazioni in Consiglio da un saluto e un augurio ai dipendenti e ai sindacalisti dell’Amaco presenti in sala “per un 2023 che dia serenità e certezza al loro futuro e alle loro famiglie”. Quindi ha garbatamente espresso il suo disappunto per l’aspettativa, non seguita dai fatti, di vedere partecipare alla seduta, “senza bisogno di particolari inviti o convocazioni” anche i rappresentanti di altre istituzioni, “perché da soli non si va da nessuna parte ed anche solo la presenza fisica di altri rappresentanti istituzionali avrebbe avuto un significato particolare per voi ed anche per noi”.

“C’era il bisogno di confrontarsi – a aggiunto Franz Caruso – e di avere il sostegno ad un’azienda che è patrimonio della città e di tutti i cosentini e tutti abbiamo il dovere di spenderci fino allo stremo per salvare l’azienda che appartiene a Cosenza. Mi sarei aspettato la presenza anche dei consiglieri regionali e della deputazione parlamentare della città e della regione”. Quindi il primo cittadino ha ricordato di aver avuto una primigenia sensibilità nell’affrontare la situazione, convocando una conferenza stampa “nella quale – ha detto – ho parlato il linguaggio della verità, illustrando non parole, ma fatti e circostanze che nel corso degli anni hanno portato ad una situazione che non è attribuibile né a voi, ma neanche a noi. Siamo arrivati a questa situazione perché è stata decretata, non dal socio unico, ma, prima ancora della Procura della Repubblica, dal collegio indipendente dei revisori e dal collegio sindacale nominato a seguito della scadenza del precedente. Di fronte a questa situazione abbiamo dovuto prendere atto che quello che si era verificato in Amaco non era una crisi congiunturale, determinata solo dall’aumento dei prezzi del gas metano o dell’energia elettrica o ancor prima dalla pandemia o, più tardi, dalla guerra, ma, invece, una vera e propria crisi strutturale. E ciò nonostante le rassicurazioni del management precedente sull”assenza di problemi di continuità aziendale. Abbiamo dato fiducia e dato continuità ad un’attività che ci veniva prospettata con esito positivo – ha detto ancora il Sindaco Franz Caruso -. Quando, però, queste buone intenzioni si sono scontrate con una realtà diversa e abbiamo dovuto prendere contezza della reale situazione in cui versava Amaco, quando il nuovo collegio sindacale ha messo nero su bianco, anche nella relazione del revisore indipendente, che ci ha parlato senza infingimenti, è emersa la grave crisi strutturale”. Il Sindaco ha inoltre fatto riferimento ad un passaggio fondamentale di quella relazione che chiama in causa il bilancio di esercizio 2021 dal quale si evinceva chiaramente la mancanza del requisito della continuità aziendale. “A conforto e a conferma – ha rimarcato Franz Caruso – ci sono anche le osservazioni del collegio sindacale che si è dimissionato in contrasto con la posizione dell’Amministratore Unico”. Il collegio sindacale caldeggiava l’assunzione di idonee iniziative per fronteggiare la crisi e in particolare sollecitava l’attivazione delle procedure indicate dal codice civile e, se necessario, quelle previste dal codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza. “Noi abbiamo sempre parlato di risanamento e di rilancio dell’azienda, legandolo però a due prospettive: la presentazione di un piano di risanamento e di un piano industriale. A questa nostra richiesta la risposta è stata la presentazione di un piano di risanamento di due pagine, mentre qualche pagina in più è stata presentata per un piano industriale insufficiente, inidoneo ed anche mortificante. Nonostante tutto ci siamo impegnati anche a far pagare quei 900 mila euro dalla Commissione Osl per superare quel momento che si diceva fosse di crisi congiunturale”.

Il Sindaco Franz Caruso ha tratto anche le conclusioni successive al dibattito (del quale daremo conto domani in un altro comunicato stampa), fornendo risposte anche a chi aveva sottolineato che il piano industriale presupponesse la ricapitalizzazione dell’azienda da parte del Comune. “Il Piano industriale – ha risposto Franz Caruso -non presuppone affatto la ricapitalizzazione. Un piano industriale non si basa e non si costruisce sulla disponibilità economica e quindi sulla nuova finanza, ma sulla possibilità di operare in equilibri di bilancio. Era necessario, invece, che ci fosse una visione, una prospettiva, una valutazione di quelle che sono le reali potenzialità della società per poter superare quella che è una crisi che non io, ma altri hanno ritenuto conseguenza non della mancata ricapitalizzazione, ma di altre situazioni, perché è stato detto che “nella valutazione prospettica circa il presupposto della continuità aziendale sono state identificate significative incertezze. Anche gli indicatori finanziari – è stato ancora detto – possono far sorgere dubbi significativi sulla capacità dell’impresa di continuare ad operare come entità in funzionamento: 1) situazione di deficit patrimoniale e di capitale circolare netto negativo; 2) principali indici economici finanziari negativi; 3) consistenti perdite operative o significative perdite di valore delle attività utilizzate per generare i flussi di cassa; 4) incapacità di pagare i debiti alla scadenza. Queste valutazioni prospettiche sono il presupposto della continuità aziendale e in caso di loro assenza una causa di scigoglimento anticipato”. “E questo non l’ho detto né io – ha evidenziato il primo cittadino – – né l’Assessore Giordano, né l’Assessore Covelli che hanno sempre partecipato in mia rappresentanza alle assemblee che sono state convocate e concordate. Non lo abbiamo detto noi, ma l’organo amministrativo, il dottor Paolo Posteraro e lo ha detto in una sua relazione che a fine luglio la nostra Amministrazione ha richiesto.

Senza un piano di sviluppo del business la società, per come gestita, avrebbe continuato a bruciare cassa. Oggi l’obiettivo primario nostro, e cioè del socio unico, è quello di verificare la continuità aziendale e la capacità della società di essere resiliente e la procedura avviata dalla società presuppone quale punto di partenza proprio l’analisi della crisi. La crisi aziendale si supera con fatti e il primo fatto è l’analisi di quella che è la situazione reale della società e l’analisi delle cause che nel tempo hanno condotto a questa situazione. Il Tribunale, dopo questa analisi, valuterà quello che è il piano industriale che il nuovo management della società presenterà con i documenti a sostegno della validità di quel piano all’organo giudiziario che darà il suo avallo e la sua conferma a quel percorso che impegnerà, allora come oggi e come domani, questa Amministrazione a ricapitalizzare, se il piano industriale prevederà il rilancio e non solo il salvataggio dell’azienda”. Il Sindaco ha poi ringraziato tutto il Consiglio e soprattutto la consigliere Bianca Rende “perché – ha detto Franz Caruso – ha dato il suo contributo positivo al dibattito mettendo in luce quelle che sono le misure e le situazioni che noi dobbiamo approntare”.

Franz Caruso ha poi fatto riferimento all’azione della magistratura in atto “che è intervenuta per chiedere la liquidazione della società, ma sappiamo bene che l’intento anche di questa importante istituzione giudiziaria non è quello di mandare a casa 135 dipendenti, né quello di arrivare allo scioglimento o alla liquidazione di Amaco, ma è quello di rimettere in piedi una reale possibilità di recupero e di rilancio della società . Per cui ci sarà da parte loro una supervisione di quella che è l’attività che il management di Amaco metterà in campo e con il sigillo e il suggello della Procura della Repubblica, ma soprattutto del Tribunale sezione fallimentare di Cosenza, noi come Amministrazione garantiremo il nostro impegno ad intervenire con la ricapitalizzazione dell’azienda se questa è funzionale a salvare e a rilanciarla”. Franz Caruso ha, infine, fatto cenno alla interlocuzione condotta con il Presidente della Giunta regionale Roberto Occhiuto che il primo cittadino ha portato avanti “a prescindere dalla data dell’udienza del 5 gennaio sulla liquidazione giudiziale, che non si celebrerà, e della seduta odierna del Consiglio comunale”. Rispetto a quello che è il percorso che si è avviato con la richiesta di liquidazione da parte del pubblico ministero e a seguito della nomina dei nuovi vertici di Amaco, Franz Caruso si è recato a parlare dal Presidente Occhiuto della vicenda Amaco. “I lavoratori devono sapere – ha rassicurato il Sindaco -che la risposta del Presidente della Regione è stata positiva, di fronte alla prospettazione del percorso che abbiamo avviato e alle prospettive di salvare l’azienda. Gli ho anche spiegato che non ci può essere un’azione di salvataggio che vada a gravare esclusivamente sulle spalle dei dipendenti e del socio unico. O c’è l’intervento anche della Regione o non si può assolutamente pensare di superare una crisi di questo genere. Il Presidente mi ha dato disponibilità nel momento in cui avremo un Piano industriale serio, avallato e condiviso dall’autorità giudiziaria.

Noi abbiamo sempre lavorato direttamente in funzione del salvataggio di Amaco. I lavoratori possono stare certi. Il Comune farà sempre un passo in più per salvare l’azienda. Anche i dipendenti nell’azione di rilancio dell’Amaco hanno un ruolo importante, così come hanno anche la responsabilità di rappresentare il trasporto pubblico nella nostra città. Il vostro lavoro deve avere anche una sua dignità – ha detto rivolgendosi direttamente ai dipendenti. Per poterlo fare avete bisogno che ci sia anche un ambiente lavorativo di un certo tipo, che ci siamo mezzi adeguati al trasporto pubblico locale, ma anche la consapevolezza che un Piano industriale serio non passa soltanto attraverso il sacrificio del socio unico o della Regione, ma anche attraverso il vostro sacrificio che avete dimostrato di saper sopportare in tutti questi anni. Salviamo tutti insieme l’Amaco – ha concluso il Sindaco – e poi parleremo anche dell’azienda unica dei trasporti per la quale, dal primo momento, mi sono dichiarato assolutamente favorevole”.

Il Consiglio comunale, prima di occuparsi della crisi dell’Amaco, con una inversione dell’ordine del giorno proposta dal consigliere Giuseppe d’Ippolito, aveva approvato il regolamento in materia di rateizzazione delle entrate di competenza dell’ente, tributarie ed extratributarie. Ad illustrare il punto il consigliere comunale Raffaele Fuorivia.

IL DIBATTITO. Il Consiglio comunale è poi passato alla discussione sulla crisi dell’Amaco, delle prospettive future e delle possibili soluzioni da ricercare.

Dopo l’illustrazione, da parte del Consigliere Giuseppe D’Ippolito, delle motivazioni che hanno indotto la minoranza a presentare, sull’argomento, la richiesta di convocazione di una seduta aperta del civico consesso, ad intervenire, a nome dei dipendenti, sono stati alcuni sindacalisti, Claudio Morelli dell’UGL e Paolo Cretella della Uil.

“Siamo qui – ha detto il rappresentante dell’UGL Morelli -per dare un contributo al fine di capire le cose da far troppe parole tante cose da fare capire cosa realmente è possibile fare, di fronte ad un’azienda in crisi e in palese difficoltà e con un fallimento in atto. Bisogna anche interrogarsi sulla ricapitalizzazione”. Dopo aver ringraziato il Sindaco Franz Caruso per l’impegno che sta profondendo, il sindacalista Morelli, lungi da ogni polemica, ha chiesto cosa bolle in pentola. “Credevo – ha aggiunto – che la capitalizzazione fosse stata già fatta. Questa crisi la stanno pagando tutti, ma soprattutto i cittadini che non hanno più alcun servizio”. Morelli ha, inoltre, parlato di stillicidio di notizie e situazioni. Siamo qui a rappresentare umilmente i lavoratori.

Non siamo alla ricerca di responsabilità presenti e passate. E’ arrivato il momento dei fatti. I lavoratori vivono un disagio che nessuno può immaginare”.

Anche per il sindacalista Paolo Cretella della UIL “è’ il momento di fare chiarezza e capire la strategia che l’Amministrazione comunale intende intraprendere. Già si parla di concordato. L’importante è salvare un patrimonio storico che è della città, ma anche dei lavoratori che hanno offerto in passato un servizio di grandissima qualità. Ora è il momento di individuare una nuova rotta e determinarsi per salvare l’azienda. Il nuovo Amministratore Unico – ha aggiunto Cretella – si troverà ad affrontare un problema complesso. Bisognerà migliorare l’organizzazione del lavoro. E il Comune dovrà metterci delle risorse. In questo momento bisogna trovare una soluzione e siamo determinati anche noi a trovare una soluzione per dare risposte concrete”.

Esauriti gli interventi dal pubblico, il dibattito è entrato nel vivo con il consigliere Michelangelo Spataro che ha chiamato in causa l’Assessore al bilancio Francesco Giordano, dando lettura in aula del verbale dell’assemblea del 16 maggio 2020 nel quale lo stesso assessore – secondo quanto riferito da Spataro – avrebbe assunto l’impegno a ricapitalizzare l’azienda. Il consigliere Spataro ha poi aggiunto che “senza una ricapitalizzazione non ci si poteva attendere un corposo Piano industriale. Un piano industriale senza cifre – ha detto, inoltre – è un piano senz’anima.

Da questo dibattito non ho capito quali siano le reali intenzioni dell’Amministrazione. Come faranno i dipendenti a pagarsi lo stipendio, con 800 mila euro di perdite annue per il covid? Quali saranno le prospettive? Oggi avremmo voluto ascoltare una prospettiva più concreta, ma non sappiamo quale possa essere. Il mio auspicio è che presto possa essere trovata la strada maestra per ripartire”.

Nel successivo intervento, la consigliera Bianca Rende ha parlato di “consiglio che più che aperto sembra al buio”, definendo, inoltre, “demagogica e intempestiva la richiesta di convocazione da parte della minoranza”. “Avevamo poco da dirci – ha aggiunto Rende – il passaggio più delicato è quello dell’udienza per trovare la soluzione procedurale più appropriata per affrontare l’emergenza fallimentare. Bisogna conoscere le strategie. La procura – ha rimarcato Bianca Rende -scandaglierà bene gli ultimi anni di gestione dell’Amaco e forse porterà alla luce tante vicende. Tante stranezze potranno venire alla luce. Noi non siamo giustizialisti, ma siamo per la verità dei fatti”.

Poi Bianca Rende ha indicato una terza via “che è quella politica. Da un anno e mezzo sull’Amaco sarebbe stato utile accendere i riflettori affiancando l’Amministratore Unico nelle sue scelte. Ora, però, è tempo di remare tutti insieme nella stessa direzione per salvare i 135 posti, ma anche la dignità di quel lavoro. Occorreranno mezzi efficienti e puliti, procedere ad una ottimizzazione dei servizi e praticare la puntualità nei pagamenti. La politica dovrà dirci – forse è presto oggi – delle prospettive perché il piano industriale che si sta predisponendo ha bisogno di capire quali sono le intenzioni del Comune, non solo attraverso la ricapitalizzazione, ma anche attraverso la movimentazione di forme di aiuto che potranno venire dagli altri Enti. La Regione Calabria non si può girare dall’altra parte. E’ per questo che chiediamo che il nuovo assessore ai trasporti, insediatosi dopo Orsomarso, dia risposte cogenti. E la nostra deputazione parlamentare dovrà essere impegnata in prima linea per reperire qualsiasi forma di aiuto.

E’ anche tempo di decidere se l’azienda unica dei trasporti si farà o meno. Perché anche un’Amaco risanata è difficile che possa essere sostenuta solo dal Comune di Cosenza”. E Bianca Rende ha indicato quale unica soluzione possibile quella di “lavorare strenuamente per la realizzazione dell’azienda unica alimentando il piano industriale, allargando sguardo e visione. La politica deve svolgere il suo ruolo perché altrimenti non sarebbe sufficiente alcun tecnico. Non si potrà fare affidamento per molto tempo sull’autosufficienza finanziaria”.

Subito dopo è intervenuta la consigliera comunale Alessandra Bresciani. “La città di Cosenza – ha esordito -negli ultimi 10 anni non ha conosciuto, sulla mobilità urbana, una politica di programmazione, Ciò che si è fatto è stato frutto di scelte estemporanee e disorganizzate. Il risultato è stato il caos. D’altra parte – ha aggiunto Alessandra Bresciani – Cosenza non si segnala per il livello di soddisfazione dei suoi cittadini sui trasporti urbani. In verità non penso che l’Amaco negli ultimi anni abbia adottato delle linee guida, o ancor meglio, un piano industriale pluriennale.

Ma quello che è più grave è che l’Amaco, negli ultimi dieci anni, è stata utilizzata quale strumento per attività diverse. Non voglio porre in rilievo il silenzio assordante di tutti gli attori protagonisti nella vita dell’AMACO che hanno colpevolmente lasciato consumarsi l’azienda per la mobilità della città di Cosenza. So, però – ha detto ancora la consigliera Bresciani – che il futuro delle città è nei trasporti pubblici che restano uno strumento fondamentale per ridurre la congestione urbana, le emissioni di carbonio e l’inquinamento atmosferico, limitando il numero di auto private sulle strade cittadine. La qualità della vita delle città sarà inestricabilmente legata all’efficienza dei mezzi di trasporto pubblico, senza i quali le città si trasformeranno in un unico, gigantesco ingorgo. Ora non possiamo più perdere tempo. E allora cosa fare? – si è chiesta Alessandra Bresciani”. Diverse le proposte formulato nel corso del suo intervento dalla stessa consigliera: “Mettere l’AMACO sul mercato, in parte o totalmente, ovvero dare luogo ad un processo di aggregazione attraverso fusioni e/o acquisizioni. Perché, allora, non effettuare uno sforzo invitando operatori, sindaci, imprenditori privati, organizzazioni sindacali ed altri organismi ad individuare il percorso per una società’ di trasporto locale dell’area urbana che superi fittizi sbarramenti? Nel frattempo, però, l’azione amministrativa – secondo la consigliera Bresciani – può e deve promuovere e favorire l’utilizzo del trasporto pubblico in città”. Ed ha indicato una serie di misure da adottare, come le promozioni tariffarie a favore di studenti, nuclei familiari, pensionati, la promozione del biglietto elettronico, una campagna straordinaria di controlli sui bus, la risistemazione delle fermate centrali, l’ampliamento dell’offerta con l’introduzione di nuove linee, servizi speciali per i luoghi di cultura della città.

Il consigliere Giuseppe D’Ippolito, intervenuto subito dopo, pur affermando di trovarsi in difficoltà a contestare le affermazioni del Sindaco Franz Caruso, ha tenuto a sottolineare che “avremmo dovuto sapere oggi quale scenario futuro si prospetta per l’Amaco. Ha detto bene Spataro che è da maggio che si parla di ricapitalizzazione che non si è fatta perche é connessa alla presentazione del Piano industriale. Intanto la Procura si è attivata e ha verificato lo stato di insolvenza dell’Amaco per la mancata ricapitalizzione. Non siamo qui – ha aggiunto D’Ippolito -per una difesa d’ufficio del management, né dei dieci anni precedenti. Va detto, però, che nei precedenti esercizi di bilancio un solo anno l’Amaco ha chiuso in negativo”.

Il vero problema per D’Ippolito “è la gestione del rapporto tra Amministrazione a Amaco che si fonda su una forma di antagonismo. Ecco perché oggi ci troviamo a non avere una prospettiva”. D’ippolito ha raccolto l’invito del Sindaco a dare il contributo anche come minoranza, “ma – ha aggiunto – si deve partire da un atteggiamento completamente diverso. Fra tre anni – ha rimarcato – le nuove gare di affidamento regionale potrebbero cambiare gli scenari. In ogni caso, il punto di partenza della ricapitalizzazione è elemento fondamentale per salvare l’azienda”. Quindi, D’Ippolito ha concluso il suo intervento chiedendo una convocazione urgente in Commissione dell’Assessore e del nuovo amministratore unico.

Per la consigliera Concetta De Paola, Presidente della Commissione trasporti del Comune di Cosenza, “le problematiche dell’Amaco arrivano da lontano. Il Sindaco, comprendendo la gravità di una crisi che non era “congiunturale”, come inizialmente sostenuto dal precederete Amministratore di Amaco, bensì profondamente strutturale, iha intrapreso sin da subito, insieme agli assessori competenti, un dialogo costante con gli Amministratori dell’Azienda per creare quella sinergia e quella collaborazione necessaria per attuare una profonda politica di risanamento dell’azienda Amaco, ma, come ha ben illustrato lo stesso Sindaco, quella sinergia è venuta a mancare ed oggi siamo qui ad avviare una nuova fase costruttiva”.

Per Concetta De Paola “è essenziale ragionare nell’ottica della collaborazione, mettendo da parte lo spirito polemico; l’Amministrazione comunale e la Regione Calabria devono, in questo momento di grande difficoltà, fare tutto il possibile affinché l’Azienda sia salvata. Lo dobbiamo innanzitutto ai dipendenti di Amaco che hanno sempre svolto il loro lavoro con impegno e dedizione; donne e uomini che credono nel loro lavoro e che hanno il diritto di vivere nella certezza di poter garantire un futuro alle proprie famiglie e a loro stessi. Ciò che fa grande un’azienda non sono gli Amministratori, ma sono, primariamente, i suoi dipendenti che diventano una grande famiglia, parte integrante di un progetto comune che fa crescere quella realtà. Amaco – ha aggiunto De Paola – non è solo l’azienda del trasporto pubblico locale di Cosenza ed è, con i suoi dipendenti, una parte importante della storia della nostra città. Oggi il mondo va in un’altra direzione, oggi la sostenibilità ambientale ci impone di guardare al trasporto pubblico locale come una grande alternativa all’uso del mezzo proprio, per attuare parte di quelle politiche di transizione ecologica necessarie per migliorare la qualità della nostra vita e preservare il pianeta. Proprio per questo motivo non si può pensare che la città di Cosenza possa rimanere senza un’azienda propria di trasporto pubblico locale, anzi il servizio di trasporto pubblico deve diventare un fattore cruciale per il suo sviluppo”.

Nel successivo intervento, il consigliere Mimmo Frammartino ha chiesto un duplice impegno: che il nuovo amministratore unico ed il gruppo di lavoro che lo affianca si impegnino ad elaborare il piano industriale e a presentarlo, quando sarà pronto, dopo i necessari confronti che ci saranno e che, come con maestria ha detto il Sindaco nella sua chiarissima informativa, altri attori stiano dentro il progetto di rilancio.

Molto critico nei confronti della minoranza l’intervento pronunciato, subito dopo, dal consigliere Giuseppe Ciacco. “In questa città – ha detto – c’è gente che ha la faccia più tosta di 100 muri di cemento armato. E, signori della minoranza, siete proprio voi ad averla. E allora occorre fare piazza pulita delle vostre mistificazioni. Il Crac finanziario di AMACO ha una chiara responsabilità politica.

E questa responsabilità politica è ascrivibile per intero e solo a voi!”

Queste le spiegazioni fornite all’aula dal Consigliere Ciacco che ha sottolineato come “il dissesto economico di AMACO è il prodotto dell’ennesimo capitolo delle falsità contabili, delle quali voi siete stati, per un verso artefici e, per altro verso, correi”.

Ciacco ha parlato di “bilanci taroccati”. Ed ha aggiunto: “perché, senza neppure proferire una sillaba, avete consentito ad AMACO di riportare nei propri bilanci partite creditorie, rispetto alle quali, nei bilanci dell’ente municipale, mancavano le corrispondenti partite debitorie? Perché per anni avete approvato i bilanci di AMACO così artificiosamente confezionati? Perché non avete eccepito e preteso l’allineamento InfraGruppo delle linee di dare e di avere.

Voi avete consentito ad AMACO di prospettare una situazione contabile contraffatta, dalla quale risultavano crediti inesistenti e quindi una solvibilità drogata. Perché non avete applicato la legge? Noi la legge – ha detto ancora Giuseppe Ciacco – l’abbiamo immediatamente e rigorosamente applicata, pretendendo da AMACO di sterilizzare le partite contabili fasulle. Questa è la sola e unica verità. Se voi aveste applicato la legge oggi AMACO non sarebbe in queste condizioni. È inutile tergiversare – ha continuato Ciacco -. Voi avete offerto solidale connivenza ad un Management aziendale che con artifici e raggiri fino all’ultimo istante, rappresentava la crisi di AMACO come se fosse solo congiunturale e non viceversa, drammaticamente strutturale”. Quindi Ciacco ha ricordato che dall’insediamento della nuova Amministrazione a novembre del 2021, “con AMACO è stato, tempestivamente, transatto un debito di 3 Milioni di euro, un debito, fra l’altro, dalle tinte assai fosche che Voi – chissà perché – avevate, con imperterrita noncuranza, lasciato marcire.

La transazione ha consentito ad AMACO di ricevere, nelle proprie casse, un benefico apporto di 900 mila euro. Voi, nelle casse di AMACO, che cosa avevate versato? Neppure un centesimo. Noi abbiamo prontamente messo a disposizione di AMACO due beni, assolutamente, sufficienti e capienti, per dar corso alla relativa ricapitalizzazione. In mancanza di un piano industriale decoroso non si può ricapitalizzare alla cieca. Ora ci sono in gioco 135 lavoratori. I 135 posti di lavoro vanno salvaguardati tutti, uno per uno. È questo il nostro imperativo categorico. Che impone scelte e decisioni adeguate e proporzionate alla gravità della situazione, che vanno maturate e selezionate in una cornice di partecipata e diffusa condivisione con i lavoratori e le organizzazioni sindacali, avendo come punto di riferimento un Management aziendale che finalmente non sa praticare il gioco delle 3 carte”.

L’intervento del consigliere Ciacco ha provocato l’immediata replica del consigliere Michelangelo Spataro che ha chiesto di parlare per fatto personale essendo stato, nel periodo chiamato in causa da Ciacco, prima consigliere comunale e poi, dal 2017, anche assessore ai trasporti. Nella sua replica Spataro ha richiamato Ciacco al rispetto degli altri. “Non si può – ha puntualizzato Spataro – fare di tutte le erbe un fascio e addossare delle responsabilità a tre consiglieri di allora che oggi sono assessori e che sono persone rispettabili sotto il profilo professionale ed amministrativo e che hanno votato tutti i bilanci”.

Gli interventi dei consiglieri comunali durante il dibattito hanno stimolato l’Assessore Francesco Giordano ad intervenire a sua volta. Giordano ha anzitutto ringraziato la consigliera Bianca Rende per “l’intervento oculato e condotto con senso di responsabilità”. “L’obiettivo che intendiamo perseguire – ha detto inoltre l’Assessore Giordano – è fare in modo che Amaco stia in piedi e che conservi la sua autonomia finanziaria”. Chiamato in casua dal consigliere sulla mancata ricapitalizzazione, Giordano ha spiegato, confermando che “quando si registra una crisi, la capacità di riprendersi da un punto di vista finanziario e legata alla soluzione di ricapitalizzare. Va detto, però, -ha aggiunto l’Assessore – che non è che si possa ricapitalizzare senza seguire gli iter che ci impongono i testi unici e il codice civile. Si ricapitalizza solo a condizione che l’amministratore della società, che godeva della massima fiducia, dimostri che quella situazione di crisi sicuramente aggravata dalle congiunture, non fosse stata danneggiata da situazioni di squilibrio strutturali. Poi – ha detto ancora Francesco Giordano – mi sono interfacciato con i collegi sindacali ed è emersa la situazione di insalubrità di bilancio, perché erano anni che l’azienda riportava dei crediti maturati in maniera non del tutto legittima, e venivano attivati servizi senza seguire le procedure a regola d’arte e l’azienda registrava crediti non del tutto riscuotibili e che il comune non riconosceva. E’ una situazione emersa adesso, perché costretti dalla legge a farla emergere. Questo non significa che la Procura ha inviato al tribunale una istanza finalizzata all’estinzione dell’Amaco. C’è bisogno – ha ribadito Giordano – di un Piano industriale che dia garanzie ai dipendenti e al territorio e capace di dare una prospettiva seria di rilancio. I bilanci non sono stati gestiti con grande senso di responsabilità”. E rispetto all’accordo transattivo per riconoscere la sorte capitale del debito Giordano ha affermato che “potevamo andare avanti con il contenzioso ed oggi Amaco non avrebbe ricevuto neanche i 900 mila euro della commissione straordinaria”. E ha ribadito che il piano industriale prodotto non era sufficiente alla ricapitalizzazione. “Sul futuro dell’Amaco si è pronunciato chiaramente il Sindaco – ha aggiunto l’Assessore al bilancio . Potevamo lasciare le cose come stavano dando impulso all’iter per l’avvio di una procedura estintiva, ma questa Amministrazione, nella persona del Sindaco Franz Caruso, ha messo in piedi una squadra competente e che ringrazio e che è di grandissimo valore, e che ha presentato ricorso prenotativo per sondare la possibilità di accedere alle procedure, tipo il concordato. L’Amaco ha patrimonio e ricavi, requisiti che abbinati ad un piano industriale serio, permetteranno di avviare soluzioni transattive e di utilizzare gli utili non solo per estinguere le posizioni transatte, ma per riprendere le attività.

Se il ricorso dovesse avere esito positivo, avremmo il tempo di presentare un piano di rilancio e che avvii una contabilità nuova con l’intervento non solo del Comune ma anche della Regione per far fronte a queste sopravvenienze passive. In questa procedura di concordato in continuità il comune metterà tutte le risorse per ricostituire il capitale sociale minimo. A noi deve interessare che l’azienda vada avanti con le sue gambe e la tutela dei lavoratori”.

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