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La prima di “Figli del Minotauro” per la regia di Attanasio, e il Supercinema torna ai fasti dei vecchi tempi con una sala gremitissima

Una serata dalle forti emozioni al Supercinema di Catanzaro nella quale è stata proiettata in anteprima per la Calabria  l’ultimo lavoro di Eugenio Attanasio “Figli del Minotauro  – storie di uomini e animali”. Presentato già al Festival Internazionale del cinema di Salerno, premiato a Catania e visto a Maratea il documentario che racconta la transumanza della famiglia Mancuso nella realtà e nella metafora di cammino insieme degli uomini e degli animali verso un futuro ecologico, ha riscosso unanimi consensi confermando il grosso lavoro che a Catanzaro conducono la Cineteca della Calabria e la Casa del Cinema.
Ci sono voluti infatti ben quattro anni di lavoro per arrivare a questo risultato,  che è stato salutato con un lungo applauso da un pubblico empatico che ha vissuto il film con sentimento, emozione e trasporto. Un lavoro che parte dalla Preistoria per compiere una riflessione  sul mito, sull’arte, sull’allevamento non industriale, sul rapporto dell’uomo con la natura e con il territorio.
Sono intervenuti l’assessore alla cultura del Comune di Catanzaro Donatella Monteverdi che ha porto i saluti della città sottolineando la vivacita culturale del capoluogo, in questo momento di difficoltà, congratulandosi con il regista e con l’associazione che ha riportato in vita il Supercinema. Davide Cosco coordinatore della Casa del Cinema ha evidenziato tutta la ricca progettualità realizzata in questi anni dal 2011 dalla Casa del Cinema, fucina di talenti e di iniziative di pregio, non ultima la stagione cinematografica d’essai, unitamente al circolo del cinema Cinemazaro presieduto da Domenico Levato, al quale è andato l’applauso del folto pubblico, che per l’appunto iniziava con questa proiezione. L’evento è stato presentato da un ottimo Luigi Stanizzi che, fra l’altro, ha ricordato la figura di Vittorio de Seta e l’intimo rapporto che lo lega alla Cineteca della Calabria. Gli interventi sono proseguiti dopo la partecipata proiezione. È intervenuto il professore Stefano Alcaro dell’Università Magna Grecia Catanzaro che illustrato tra le altre cose il master di primo livello di linguaggi cinematografici, che prenderà il via ai primi di gennaio a dimostrazione del lavoro sinergico che si sta conducendo con Eugenio Attanasio e Davide Cosco, per migliorare l’offerta formativa dell’università di Catanzaro con un insegnamento diverso e qualificante qual è il cinema.
 Sono intervenuti complimentandosi con il regista anche i sindaci di Zagarise e Taverna, Domenico Gallelli e Sebastiano Tarantino (apprezzati), territori attraversati dai personaggi del film documentario, che si sofferma per raccontare scorci del percorso di evoluzione umana rappresentato da due cacciatori del paleolitico interpretati da Gianluca Cortese e Salvatore Gullí, negli splendidi scenari delle Timpe rosse e delle Vallate del Soleo. In rappresentanza dei club Unesco ha dato il suo contributo l’architetto Teresa Gualtieri, Presidente Nazionale, che ha ricordato come la transumanza sia diventata un patrimonio culturale immateriale dell’Unesco nel 2019. La professoressa Maria Gabriella Tigani Sava dell’Università di Malta ha poi definito Eugenio Attanasio un icononauta, secondo il termine coniato da uno storico del cinema famoso come Giampiero Brunetta, un neologismo per indicare i navigatori e custodi di immagini.  Un navigatore delle immagini che riesce a diffondere e interpretare con strumenti e  apparecchi ottici forme rappresentazione di mondi reali e immaginare nei secoli che hanno preceduto l’invenzione del cinema.  A chiudere la serata, la professoressa Aurora Skrame dell’Unical Cosenza e l’architetto Salvatore Tozzo che hanno espresso apprezzamenti per il bel lavoro condotto, non solo dal punto di vista artistico ma anche nella valorizzazione del paesaggio e nella proiezione finalmente di un’identità culturale che rifugge dai luoghi comuni. Molto apprezzati gli attori  Mattia Isaac Renda, Francesco Stanizzi, Alessandra Macchioni, Franco Primiero.Tre ore piene tra proiezione e interventi di contenuti culturali di pregio, che resteranno nella memoria delle persone che vi hanno assistito, dei telefonini e negli archivi giornalistici.
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