“A volte bisogna rischiar, fare altre cose. Occorre rinunziare ad alcune garanzie perché sono anche delle condizioni” - Tiziano Terzani
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Brunetti tira dritto: “Andiamo avanti fieri del nostro lavoro”. Parole al miele per Falcomatà: “Non vediamo l’ora che torni”

“Avrei gradito che su questa sedia ci fosse il sindaco eletto. Le sentenze si rispettano e non intendo discutere nel merito, anche perché ad oggi non conosciamo le motivazioni. Dirò quello che ho detto il 18 novembre dell’anno scorso: non stiamo facendo nulla di illegale, stiamo proseguendo nell’amministrare la città. A chi dice che io e Versace non siamo autorevoli, rispondo che Falcomatà non ci ha incontrati sul Corso Garibaldi. Abbiamo condiviso un progetto e una visione di questa città”.

Sono parole al miele quelle che il facente funzione, Paolo Brunetti, riserva in Aula al sindaco sospeso Giuseppe Falcomatà, colui che lo ha di fatto messo al posto di comando appena prima la sentenza di primo grado sul Caso Miramare, “defenestrando” un anno fa l’ormai ex vice sindaco Tonino Perna. Oggi che la Corte d’Appello ha confermato le accuse di abuso d’ufficio, il renziano e terzopolista si è detto “orgoglioso di essere vicesindaco di Falcomatà”, lanciandosi in una sorta di arringa difensiva a favore del primo cittadino sospeso: “E’ un ragazzo che ci ha messo la faccia, non quando c’erano milioni da spendere, ma quando ha dovuto prendere per mano la città e risanare un debito indecifrabile. C’ero quando si è trattato di salvare i lavoratori Atam – ha detto – quando si è avviato il percorso di stabilizzazione degli Lsu-Lpu e quando si è avviata la stagione dei concorsi dopo che era stato impedito all’Ente il diritto di avere un numero congruo di dipendenti e funzionari per cause da ricercare altrove”.

Insomma, Brunetti non ha dubbi: “Questa amministrazione non solo deve andare avanti, ma deve essere fiera del lavoro che sta facendo. Non vediamo l’ora che torni il sindaco Falcomatà”.

In Aula, gli esponenti della maggioranza hanno confermato quanto si sono affrettati a dimostrare all’indomani della sentenza attraverso diversi comunicati stampa: incondizionato sostegno a Falcomatà e agli amministratori sospesi. Il capogruppo Pd, Giuseppe Sera, ha dichiarato che “il Partito democratico sarà presente e leale ad ogni momento della vita amministrativa, seguendo il mandato elettorale. Arrivino i più sinceri ed affettuosi saluti di vicinanza a Giuseppe Falcomatà ed ai consiglieri sospesi”.

CASTORINA, DOPPIA SOSPENSIONE E SOSTITUZIONE (TEMPORANEA). Dal “Miramare” a un altro caso tutto reggino, ovvero quello dei presunti brogli elettorali alle ultime Comunali. Il dem Antonino Castorina, principale indagato dell’inchiesta, è stato infatti nuovamente sospeso dal Prefetto di Reggio Calabria dal ruolo di consigliere comunale, dopo la misura del divieto di dimora a suo carico. Al suo posto, tra i banchi della maggioranza, Ersilia Andidero.

Formalizzata la “supplenza”, il Consiglio comunale ha dato il via libera al regolamento per lo svolgimento delle sedute degli organi consiliari in modalità telematica ed al riconoscimento di alcuni debiti fuori bilancio.

LE OPPOSIZIONI. La giornata politica a Palazzo San Giorgio è iniziata con la conferenza stampa al Salone dei Lampadari (LEGGI QUI) del centrodestra che ha promesso battaglia dentro e fuori, con l’obiettivo di riportare Reggio Calabria alle urne nel maggio 2023. Un discorso rivolto alla “pancia” di una città ammantata da una insoddisfazione e un’apatia generale.

Più “razionale” Angela Marcianò, nel suo intervento in Aula: “La politica deve rispettare le sentenze e le leggi”, compresa la legge Severino che “è in vigore dal 2012 e adesso non piace alla sinistra”, ha affermato in riferimento al ‘Caso Miramare’. “Altra cosa, – ha aggiunto la presidente di ‘Impegno e Identità’ – sono le condizioni di invivibilità della città. Reggio è in pessimo stato. Fa fatica a vivere il quotidiano, a garantire i servizi essenziali. Finché non si tornerà a votare abbiamo tutto il dovere di contribuire a migliorare le cose, senza girarci dall’altra parte. La città è di tutti e non ha che fare delle nostre polemiche inconcludenti”.

Il consigliere comunale de “La Strada”, Saverio Pazzano, ha ricordato ai colleghi della minoranza che è stato il suo “l’unico atto formale per aprire una riflessione politica in Consiglio comunale”, attraverso la presentazione di una mozione di sfiducia al sindaco “rimasta però inevasa”. “Qualcuno – ha aggiunto Pazzano – ha preferito andare dal notaio. Ma la politica è confronto, non uno show televisivo. E’ in questa sede che va fatta la discussione sulla legittimità o meno di questa amministrazione comunale. Non va determinata da equilibri politici esterni”.

La valutazione sul secondo tempo della giunta Falcomatà-Brunetti è netta: “Reggio è una ‘nave sanza nocchiere in gran tempesta’. Cosa sta accadendo in questa tempesta? Questa amministrazione si è caratterizzata per arroganza, incompetenza, approssimazione e permalosità. Il punto non è la legge Severino: chi si è candidato sapeva che le regole del gioco erano queste. Il punto è il bene collettivo. La riflessione è sulla qualità dell’operato di questa amministrazione. Occorre riconoscere che sono stati nove anni senza pieno godimento dei diritti di cittadinanza. I consiglieri di maggioranza – ha concluso Pazzano – alzino la testa e facciano cambiare rotta a questa amministrazione, altrimenti finisca qui”.

w.a.

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