“Non esistono i coraggiosi, solo persone che accettano di andare a braccetto con la loro paura” - Luis Sepúlveda
HomeCalcioReggina: sessanta candeline per Maurizio Poli, l'unico ad essere "uno di noi"

Reggina: sessanta candeline per Maurizio Poli, l’unico ad essere “uno di noi”

di Paolo Ficara – Come si fa a chiamarlo ex? Il legame tra Maurizio Poli e la Reggina è eterno, inscindibile, autentico e reciproco. Il nostro eroe ha anche fatto una sorpresa ad Alfredo Auspici, durante una videochiamata per festeggiare i 110 anni della Reggina lo scorso 11 gennaio. Sul suo avambraccio campeggia adesso un tatuaggio del simbolo riconoscibile in tutto il mondo, che assume valore inestimabile sulla sua pelle. Il logo della Reggina, mostrato orgogliosamente al fianco della moglie Patrizia, nata anche lei l’11 gennaio.

Maurizio Poli è invece venuto alla luce il 14 gennaio 1964, probabilmente entrando in regolare tackle su ostetrica e personale medico a Pisa. Ed oggi soffierà su sessanta candeline. Il nostro leader silenzioso, protagonista di due promozioni ed infinite battaglie in dieci anni, prima dell’esordio in Serie A il 29 agosto 1999 contro la Juventus, sarà idealmente circondato dall’affetto del popolo amaranto. Oltre a quello tangibile dei propri familiari.

Non essendo mai stata ritirata la sua maglia numero 3, sarebbe bello “ritirare” il coro “Uno di noi” per dedicarlo solo a Poli e a nessun altro. Dato che nessuno come lui ha messo tutti d’accordo, circa la valutazione sia sul giocatore che sull’uomo. Persino chi non lo ha mai visto giocare con indosso la maglietta della Reggina, come i ragazzi nati dal 2000 in poi, lo venera come la più grande icona della nostra storia.

Buon compleanno, Maurizio. Sei un mito assoluto. Oggi, per chi vorrà farti gli auguri da Reggio, ci sarà la consueta difficoltà a rintracciarti dato che non usi il telefonino. Per quanto concerne il regalo, ci permettiamo di lanciare un’idea. Disponibili a dare una mano nel concretizzarla, appena i tempi e le situazioni lo consentiranno: una bella partita d’addio al “Granillo”, magari coinvolgendo i tuoi compagni della promozione in B del 1995 e di quella in A del 1999. Ammesso e non concesso tu voglia smettere.

Articoli Correlati