di Paolo Ficara – Il credito d’imposta rischia di diventare il nuovo bubbone dell’italica pedata. Con tale scorciatoia fiscale, il Brescia avrebbe saldato il lordo ai propri tesserati per le mensilità che vanno dal novembre 2024 al febbraio 2025. Solo da pochi giorni, è giunta in Figc la contestazione dell’Agenzia delle Entrate circa la bontà di tali crediti, che il Brescia avrebbe acquistato dalla Alfieri Group.
Si tratta di una società, i cui componenti sarebbero ad oggi irreperibili, con sede a Milano. In via Monte Napoleone, al civico 8. Oltre a Massimo Cellino, presidente delle Rondinelle, vi si sarebbero rivolti altri proprietari di club professionistici. Il massimo dirigente del Brescia avrebbe già presentato denuncia per truffa.
Via Monte Napoleone 8 a Milano è lo stesso identico indirizzo della FS84. Dove “F” sta per Felice, “S” sta per Saladini ed il 1984 è il suo anno di nascita. Si tratta della società ammiraglia dell’imprenditore lametino. Colui che, da proprietario dell’80% delle quote tramite la società minore Enjoy srl, ha condotto la Reggina alla cancellazione dal calcio professionistico. Con spericolate manovre finanziarie. E con dei buoni del Tesoro a garanzia della composizione del debito, ritenuti carta straccia dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria.
Ovviamente riportiamo tale coincidenza a titolo di cronaca, ricordando come il Brescia abbia beneficiato dell’estromissione della Reggina dal campionato di Serie B, nell’estate 2023. Oggi la società lombarda, riammessa in cadetteria all’epoca, rischia un epilogo abbastanza simile: si profila una penalizzazione che potrebbe portare alla retrocessione, con conseguenze facilmente prevedibili per il prosieguo della vita aziendale.
Una coincidenza di carattere diverso vuole che ad assistere il Brescia di Cellino davanti alla giustizia sportiva, sia probabilmente qualche legale dello studio Tonucci. E qui vi rimandiamo alla lettura sottostante.