E’ venuta a mancare, dopo un lungo periodo di sofferenze, Rosetta Neto Falcomatà, madre del sindaco Giuseppe Falcomatà e moglie del compianto Italo sindaco della città dal 1993 al 2001.
La professoressa Neto aveva oltre 80 anni quando questa mattina si è spenta al GOM di Reggio Calabria dopo essere già stata ricoverata d’urgenza nei mesi scorsi per un malore all’Ospedale Riuniti.
L’Amministrazione comunale, in tutte le sue componenti, esprime sentimenti di cordoglio e vicinanza al sindaco ed alla sua famiglia in questo momento di inconsolabile dolore.
Rosetta Neto ha dedicato la propria vita all’insegnamento di latino e greco, di cui era cultrice e profonda studiosa, al Liceo Classico Tommaso Campanella di Reggio Calabria. Era una persona di grandissimo spessore culturale: ha partecipato a concorsi nazionali ed internazionali e a Reggio ha fondato e gestito il premio giornalistico nazionale “La matita rossa e blu”.
Nel corso della sua attività professionale, in quanto presidente della Fondazione Italo Falcomatà, Rosa Neto è sempre rimasta vicina alle dinamiche politiche reggine, complici ovviamente i percorsi del marito Italo e del figlio Giuseppe.
LA FONDAZIONE: “LASCIA UN VUOTO ENORME NEL CUORE DI CHI L’HA CONOSCIUTA”
La Fondazione Italo Falcomatà comunica con immenso dolore la scomparsa della sua Presidente, la professoressa Rosa Neto Falcomatà.
“Rosetta, così come era conosciuta da tutti, ha dedicato la sua vita allo studio, all’educazione delle giovani generazioni e agli altri. Sin da ragazza quando pur accudendo al padre, colpito giovanissimo da una grave malattia, si è fatta avanti nella società con le sue sole forze, riuscendo a diventare ancora ragazza docente di lettere all’istituto industriale Vallauri e poi di latino e greco al Liceo Classico Tommaso Campanella da cui ha dato un contributo alla crescita culturale della città.
Alla scuola ed agli studenti ha fornito una competenza straordinaria, formandoli ed educandoli alla vita con un affetto smisurato. Ha dedicato loro il suo tempo personale oltre gli orari scolastici, aiutando i meno fortunati e coinvolgendo al Liceo Campanella intere classi nella cultura del teatro antico, appassionandoli con l’allestimento delle tragedie greche.
Appassionata grecista, ha aggiornato il testo di grammatica ed esercizi del compianto prof. Carmelo Restifo che era stato il suo mentore, per trasmettere l’amore verso la cultura classica, come il passaggio di una testimonianza identitaria preziosa da tramandare alle nuove generazioni.
Il suo cammino di formatrice si è indissolubilmente intrecciato con quello del suo compagno di una vita, Italo Falcomatà, con il quale ha condiviso la passione per il bene comune, l’attenzione verso gli ultimi e i meno fortunati. Dopo la prematura scomparsa di Italo, Rosa ha voluto con rara lucidità e dedizione la nascita della Fondazione che ha custodito la memoria della primavera di Reggio, realizzando nel sociale e per la ricerca, ancora al servizio della città, tante opere ed iniziative meritorie e coinvolgenti.
Era instancabile e dotata di un carattere pugnace ma generoso, appassionato e umile, mai insensibile e sempre pronto a spendersi per gli altri e per le buone cause. I prestigiosi riconoscimenti ricevuti dalle autorità civili per la sua vita di insegnante e per l’impegno di presidente della Fondazione l’hanno sempre vista procedere grata ma disinteressata e con sempre maggiore umiltà ed esclusivamente con l’orgoglio di servire.
La sua generazione ha rappresentato un esempio per quelle successive perché ha ridato un futuro al nostro Paese, distrutto della guerra e dalla povertà. Persone ispirate all’impegno sociale come lei hanno marcato un’epoca dove le energie di ognuno venivano spese al servizio di tutti senza distinzioni di sorta, per costruire una società più giusta dove l’eguaglianza delle opportunità fosse un principio praticato.Ha amato la vita ed il suo spirito è stato di esempio, ha combattuto le ingiustizie e la mediocrità sino all’ultimo e persino nella malattia, testimoniando i valori del lavoro, della competenza e della solidarietà.
Per la sua umanità e cordialità verso tutti è sempre stata amata e rispettata e lascia un vuoto enorme nel cuore di chi l’ha conosciuta ma insieme una memoria da offrire ancora alle nuove generazioni”.
La Fondazione e la famiglia ringraziano i medici ed il personale sanitario dei reparti di Ematologia, Anestesia e Rianimazione del Gom di Reggio Calabria, del Policlinico Madonna della Consolazione e i volontari dell’Ail.