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La Sicilia e i giochi: una tradizione lunga secoli

Un’isola intrisa di storia e cultura, che fertilizzano il terreno in cui nascono giochi tradizionali che esprimono il vivace spirito locale. Anche nell’era digitale, che ha introdotto nuove forme di intrattenimento sempre più popolari, come per esempio i giochi di carte, quelli da tavolo o i live casinò con le loro infinite attrazioni.

 

L’isola di cui parliamo è la Sicilia, dove i giochi tradizionali aprono una finestra su un mondo di tradizioni secolari, e tuttora vive nelle giornate di chi abita questa splendida terra.

 

La Difesa Siciliana

 

Non è un gioco a sé stante, ma è una delle aperture più popolari e studiate nel gioco degli scacchi. L’origine precisa della denominazione “Siciliana” in questa mossa specifica sembra risalire a Pietro Carrera, un sacerdote e scacchista siciliano vissuto nel XVIII secolo. Fu lui, infatti, a descrivere descrisse questa apertura nel suo libro sugli scacchi.

 

La Difesa Siciliana è apprezzata per la sua natura asimmetrica, che spesso porta a partite dinamiche e complesse. Questa apertura è ben nota per la sua flessibilità, al punto da essere interpretata in diverse varianti. Una delle più note è quella chiamata Variante Najdorf, scelta molto spesso da giocatori che hanno scritto la storia degli scacchi, come Bobby Fischer e Garry Kasparov.

 

Il Gioco dell’Oca Palermitano

 

Si tratta di una variante tematica del tradizionale e famosissimo gioco da tavolo europeo, risalente al XVI secolo. La versione palermitana personalizza il classico tabellone da 63 caselle introducendo elementi culturali, storici e geografici specifici del capoluogo siciliano. Immagini e motivi evocano l’arte e l’architettura locale, riproducendo i luoghi significativi: il Teatro Massimo, i Quattro Canti, il Palazzo dei Normanni, o punti di interesse popolari come come i mercati storici (Ballarò, Vucciria, Capo).

 

A caratterizzare il gioco provvedono anche regole speciali. Ad esempio, una casella potrebbe rappresentare la festa di Santa Rosalia, che consente al giocatore di guadagnare subire una penalità perché impegnato a partecipare alle celebrazioni della santa patrona di Palermo. Oppure, caselle come “Il Capo” o “Mondello” potrebbero avere effetti speciali sul movimento del giocatore, accelerandone o rallentandone la corsa.

 

L’obiettivo resta quello di sempre: raggiungere per primo la casella finale del tabellone, superando vari ostacoli. Questa variante può fungere anche da strumento educativo, poiché i partecipanti possono imparare molto sulla geografia, sulla storia e sulle tradizioni culturali di Palermo, in un modo interattivo e coinvolgente.

 

La Zecchinetta

 

Uno dei tipi di giochi nei quali la Sicilia esprime compiutamente la propria ricchezza culturale e di tradizione sono le carte. E’ con esse, infatti, che le profonde radici storiche dell’isola perpetuano la propria vitalità. La Zecchinetta, in particolare, è un gioco molto praticato durante le festività natalizie, quando ci si ritrova per celebrare la nascita di Gesù con interminabili riunioni e pranzi di famiglia.

Secondo alcune fonti, le origini della Zecchinetta risalgono al 1630. Molto probabilmente furono introdotte dai Lanzichenecchi,i  mercenari tedeschi al servizio del Sacro Romano Impero. Originariamente giocata con tre mazzi di carte francesi, oggi si gioca con carte siciliane. Le regole ricordano quelle del poker; diversamente da questo, le carte sul tavolo sono scoperte. Il mazziere fissa la posta e il compito degli altri giocatori è di cercare di superare il punteggio espresso dalle sue carte. Il gioco richiede abilità nel calcolo delle probabilità, in un ambiente spesso rumoroso e allegro. La popolarità della Zecchinetta si deve anche alla letteratura e al cinema. Nel suo celeberrimo romanzo Il giorno della civetta (1960) e nell’omonimo film uscito nel 1968, Leonardo Sciascia chiama uno dei personaggi con il nome del gioco. Ciò ha rafforzato l’immagine della Zecchinetta come di una della cultura siciliana.

 

Briscola Siciliana

 

Altro gioco tradizionale ricco di storia è la Briscola Siciliana, una variante del classico gioco di carte noto in tutta Italia, che in questo caso utilizza un mazzo specifico siciliano composto da 40 carte, suddivise in quattro semi: spade, coppe, denari e bastoni, e numerate da 1 a 7. Vi sono poi tre figure per seme: il Fante, il Cavallo e il Re, ciascuno decorato con disegni e colori che evocano la cultura regionale..

 

Le regole sono simili a quelle del gioco standard. Il gioco può coinvolgere da due a sei partecipanti, che ricevono ciascuno tre carte. Una carta estratta dal mazzo e posizionata al suo di sotto indica il seme di briscola, ovvero il seme di maggior valore per quella partita. Il gioco procede in senso antiorario, con i giocatori che cercano di vincere le mani giocando carte di valore superiore rispetto a quelle degli avversari, con un occhio di riguardo per il seme di briscola. Il gioco si conclude quando tutte le carte sono state giocate, e vince chi ha accumulato il maggior numero di punti.

 

La Morra

Uscendo dal mondo delle carte, un gioco che affonda le proprie radici nell’intuizione e nella rapidità, è la Morra. La sua è una storia che si estende attraverso i millenni, con raffigurazioni scoperte in antiche tombe etrusche e graffiti romani. Se ne trova traccia anche nella letteratura latina, con autori come Cicerone che ne attestano la popolarità nell’antica Roma e nelle sue province, inclusa la Sicilia.

 

Tramandato di generazione in generazione, questo gioco si è evoluto divenendo un rituale sociale nei contesti rurali siciliani, dove era comunemente praticata in piazze e osterie. Qui, oltre a essere un passatempo, serviva per risolvere dispute o prendere decisioni importanti, riflettendo i valori della cultura contadina quali l’astuzia e la capacità di leggere l’avversario. Oggi, è considerata non solo un simbolo di identità siciliana ma anche di resistenza culturale, oggetto di tutela e promozione attraverso tornei ed eventi che la celebrano.

 

I giochi appena descritti, insomma, non sono solo dei passatempi; al contrario, sono veri e propri ponti culturali che collegano le generazioni, mantenendo viva la storia e le tradizioni della Sicilia. Attraverso di essi, si può apprezzare la profondità e la ricchezza della cultura locale, che continua a influenzare e arricchire la vita quotidiana dell’isola.

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