Uno dei momenti teatrali più coinvolgenti, innovativi e drammaturgicamente interessanti che Reggio Calabria abbia vissuto. “Real Heroes” – la performance itinerante e immersiva che la compagnia teatrale “Scena Nuda” ha proposto, nell’ambito del progetto “Altri luoghi” e del programma “Reggio Fest”, promosso dal Comune di Reggio e destinato alle periferie delle città metropolitane – non è uno spettacolo in cui l’utilizzo di tecnologie come l’audio 360 o la realtà virtuale è qualcosa di accessorio, a sé stante: è un percorso drammaturgico complesso – costruito da Mauro Lamanna e Juan Pablo Aguillera Justiniano, autori e registi di questa co-produzione internazionale – in cui il racconto audio si modula alla perfezione su ciò che gli spettatori (dotati di una cuffia wireless) osservano, sulle vie percorse seguendo una bandiera rossa, nella periferia di una città. E poi, sulle immagini in virtual reality, che portano nel sogno, fino alla scoperta che quel sogno, quei ricordi, hanno creato, pur con tutti gli errori, la realtà. Un percorso drammaturgico vero e proprio, in cui l’interazione con lo spettatore costruisce lo spettacolo: si parte da una passeggiata, appunto, tra le strade della città – in questo caso tra Viale Aldo Moro e zona Botteghelle – mentre il racconto si dipana tra la storia di due padri, vicende di forte impatto sociale che appartengono alla storia contemporanea italiana e cilena, due lotte per la sopravvivenza che si incrociano. Ed è come se le storie, anche se universali, prendessero comunque vita tra quelle strade: ci si ferma davanti ad una chiesa, in una piccola piazza, in una via, e il racconto coinvolge, porta in una dimensione affabulatoria, ma reale. All’improvviso, quando la voce narrante chiede di ripetere ciò che il padre consigliava, cioè fare sei passi guardando avanti e sei guardando in alto, si scopre un altro punto di vista della città in cui si vive.
Un altro punto di vista: che è poi ciò che il teatro cerca sempre di essere e di offrire.
Quindi, il ritorno al punto di partenza (il cortile della sede dell’associazione Le Muse), dove gli spettatori indossano un visore virtual reality: ci si immerge in una atmosfera in cui si ritorna bambini, in cui si ritrova l’essenza dei rapporti familiari e di sè stessi. Ci si lascia trasportare dalle immagini e dal racconto, tanto che i più giovani si sentono liberi di interagire, di muoversi, giocare, in un mondo che, seppur a loro vicino “tecnologicamente”, riesce comunque a sorprenderli e conquistarli. E anche questa è l’essenza di un teatro che riesce ad essere tale.
Il tutto è frutto di un meccanismo, e, come si diceva, di una costruzione drammaturgica perfetti, in cui la narrazione teatrale è curata in modo tale da non far mai scemare l’attenzione, divenendo tutt’uno con il percorso che si dipana sotto gli occhi dello spettatore, che ascolta attraverso le cuffie: ciò grazie anche all’intesa interpretazione, alle voci di Lamanna, di Martina Badiluzzi e di Gianmarco Saurino (noto al pubblico televisivo per la partecipazione a numerose serie, tra cui “Doc”, e coinvolgente nelle vesti di protagonista – narratore). E poi l’aspetto visivo, la creazione poetica, che, insieme alle musiche, trasporta in un mondo che è altrove, ma che apre le porte alla realtà.
Un grande momento di teatro, quello proposto da “Scena Nuda”, che ancora una volta ha offerto alla città un’iniziativa culturale innovativa e di alto livello.
Gli appuntamenti promossi dalla Compagnia nell’ambito di “Reggio Fest” proseguiranno, il 25 e 26 settembre, con lo spettacolo “La donna in rosso”.