“Ecco che cosa ho pensato: affinché l'avvenimento più comune divenga un'avventura è necessario e sufficiente che ci si metta a raccontarlo” - Jean-Paul Sartre
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Reggio: il 19 luglio lo spettacolo “Aquile Randagie, credere disobbedire e resistere”

Quest’anno per la memoria del trentennale della strage di Via D’Amelio, in ricordo di G. Falcone, P. Borsellino, F. Morvillo e le scorte, il movimento ReggioNonTace ha pensato di proporre uno spettacolo teatrale dal titolo “AQUILE RANDAGIE, credere disobbedire resistere”  di e con Alex Cendron, previsto per il 19 luglio al Parco Ecolandia alle ore 21.00.

Si prendono le mosse dalla premessa che “Il solstizio d’inverno è il giorno più freddo e più buio dell’anno ma è anche l’attimo in cui finalmente la luce inizia la sua rimonta quando sembrava che il buio avesse vinto per sempre”.

Una leggenda narra che è proprio in questa notte che il santo cavaliere sconfisse il drago, ed è in una notte come questa che è ambientata la storia narrata in “AQUILERANDAGIE – credere disobbedire resistere”. Storia vera, storia vissuta in una lunga notte dell’umanità dove le tenebre sembravano ormai avere vinto, e dove ai cavalieri non rimaneva che lottare strenuamente, perché in qualche maniera la luce tornasse al mondo. Tanti sono stati i cavalieri, alcuni più noti, altri sono e rimarranno più o meno nell’ombra.

“Quelli che qui abbiamo deciso di narrare hanno i pantaloni corti e un fazzoletto al collo, sono boy scout. Il 9 aprile 1928 Mussolini firma il decreto 696 di modifica alla legge sull’Opera Nazionale Balilla e dichiara la soppressione totale dello scoutismo in Italia.” Affermano gli organizzatori.

A Milano, un manipolo di giovani e adolescenti scout decide di disobbedire a una legge che sente ingiusta e inizia un lungo periodo di attività clandestina, una vera e propria resistenza giovanile. Forse la prima forma di resistenza giovanile al Fascismo. L’avventura, lunga 17 anni, porterà il gruppo a mantenere accesa la fiamma dello scoutismo in Italia e li farà diventare giovani uomini di pace: dopo l’8 settembre 1943 diventeranno promotori di un gruppo di aiuto per ricercati, Ebrei, prigionieri politici e renitenti alla leva, che sotto il nome di OSCAR salverà migliaia di persone dalle grinfie del drago del Nazifascismo.

Una storia semplice, una storia coinvolgente, una storia di ragazzi che, quando tutto sembrava perduto, hanno deciso di non abbassare la testa di fronte al drago, perché tutti, tutti possono dare il loro contributo.

“Aquile randagie è una riuscita e appassionata operazione di divulgazione, narrazione e coinvolgimento in un tassello misconosciuto del composito mosaico della Resistenza.” Si legge nella nota degli organizzatori.

“Siamo in tempi molto particolari in cui, tra pandemia e l’ennesimo conflitto che conferma che viviamo “una terza guerra mondiale a pezzi”, abbiamo bisogno di guardare nella notte i segni della luce. Falcone dice che la mafia, essendo un fenomeno umano, finirà e ci invita a guardare oltre, a guardare anche se tutto sembra che degradi, c’è sempre una possibilità di ri-esistere…  Questo episodio della Resistenza delle Aquile randagie ci permette di collegare i fili della memoria e aprire orizzonti di speranza”, si legge in conclusione.

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