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Reggina: dieci giorni per cambiare il futuro di squadra e città

di Paolo Ficara – Dieci giorni per la svolta definitiva. Dieci giorni per tirare fuori il calcio cittadino dall’oblio. Dieci giorni per ricostruire una Reggina più bella di quella che ci è stata assassinata. Nel pomeriggio, il termine per la presentazione delle domande relative al centro sportivo Sant’Agata. Mercoledì 29 maggio a mezzogiorno l’asta per il marchio, salvo colpi di scena che risolvano la questione con 24 ore di anticipo.

Fatte le debite proporzioni e senza voler minimamente impregnare il paragone di connotati politici, è una situazione simile alla caduta del muro di Berlino. Per tanto tempo, le forze positive della città di Reggio Calabria non hanno dialogato. Sembrando separate proprio da un muro. La parte sana della tifoseria, o, in buona sostanza, chi ha veramente a cuore le sorti della Reggina, ha contribuito a spaccare questo invisibile ma pesantissimo divisorio. Le recenti dichiarazioni del sindaco Giuseppe Falcomatà e del presidente Lillo Foti, suonano come le note della canzone “Wind of change”.

Ciò che ha rappresentato Lillo Foti nella storia della Reggina, dal 1986 al 2015, lo sappiamo tutti. E su queste colonne, nei mesi recenti, lo abbiamo sottolineato a più riprese. Non fosse stato messo ko da una situazione critica di salute, nel 2015 non sarebbe finita in quel modo. Cosa rappresenterà Lillo Foti nel futuro, non lo sappiamo ma siamo fiduciosi di poterlo scoprire in questi dieci giorni. Ma c’è un aspetto che è giusto far sapere.

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Nel presente, Lillo Foti è un signore di 74 anni che non si è creato problemi, nelle ultime settimane, ad alzarsi alle 5 del mattino per prendere aerei e partecipare a riunioni per il futuro della Reggina. Non stiamo parlando di sacrifici: quelli appartengono a chi deve mandare avanti una famiglia, o a chi attraversa periodi di particolare difficoltà. Stiamo parlando di un certo tipo di spirito. La gloria gli appartiene. I nove anni di Serie A portano la sua firma. Qualche critica di troppo gliela abbiamo riservata in tanti, noi compresi. Poteva restare a guardare. Ma come ha dichiarato lo stesso Foti, lui non volterà le spalle alla Reggina.

Lo spirito combattivo di Foti dovrebbe appartenere ad ogni cittadino di Reggio Calabria. Per non accettare le situazioni di mediocrità. E soprattutto, non aspettare che qualcuno le risolva per noi. In tal senso, Giuseppe Falcomatà sta agendo in maniera diversa rispetto a qualche anno addietro. Più risoluto. Memore del passato. Determinato a trovare soluzioni definitive. Capace di far corrispondere l’azione al pensiero.

Ora si entra nella fase utile a concretizzare tutto. Fondamentale ciò che è stato sottolineato dal primo cittadino: la Reggina è il volano della città. Una Reggina solida ed in categorie importanti, porta benefici che si riflettono su Reggio Calabria. Ecco perché si è mosso in prima persona. Ecco perché si è ovattato rispetto a tutto e tutti. Nel dicembre scorso, lo avevamo invitato pubblicamente ad individuare le forze imprenditoriali adatte in cinque mesi.

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Oltre al Sant’Agata, c’è un forte indizio che arriva dallo stadio “Granillo”. Ci sono lavori in corso da mesi. Ed in questi giorni, dato che l’impianto non è più utilizzato per la stagione sportiva, si è subito messo mano per modifiche sostanziali. Già a maggio. Negli anni passati, si arrivava a Ferragosto per un cambio di seggiolini. Inoltre, Falcomatà ha parlato anche delle strutture per il basket.

La risposta può essere una sola. Vero è che la concretezza si potrà toccare con mano solo da stasera in poi: ma gli investimenti in ballo, è evidente che siano ipoteticamente ad un livello pari o superiore rispetto a quanto accaduto in altre piazze meridionali, negli ultimi anni. E chissà se nelle prossime settimane o nei prossimi mesi, capiremo se un altro reggino di elevatissima caratura avrà inciso sul futuro della Reggina e delle strutture. E di conseguenza, sul futuro della città. Uomini forti, destini forti.

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