di Paolo Ficara – Per il giorno del 110° compleanno della nostra Reggina, abbiamo volutamente scansato le polemiche. Giove Pluvio ha indotto la tifoseria a spostare a sabato 13 gennaio, sempre alle 18:00 presso l’Arena “Ciccio Franco”, la propria manifestazione celebrativa. Nel frattempo, siamo a giorno 12 e stavolta, sulla polemica, ci entriamo a piedi uniti. Esprimendo un punto di vista, che tale vuole essere. Quindi né un consiglio, né tantomeno un endorsement.
Sarebbero da evitare presenze di intrusi, imbucati ed impostori di qualunque genere o grado. Su chi, da reggino o magari da giocatore cresciuto nella Reggina, vuole recarvisi da tifoso, nulla quaestio. Chi invece vuole solo fare passerella o uscire nelle foto, allo scopo di convincere ed autoconvincersi di essere lui la Reggina, ci auguriamo risulti quantomeno sgradito.
La Reggina 1914 è aziendalmente viva. Probabilmente fallirà, ma non sappiamo quando. Nessuno può avere la palla di vetro. Sappiamo solo che i tribunali sono come gli ospedali: si sa quando si entra, non si sa quando si esce. Vani i nostri tentativi di spiegarlo pubblicamente a Saladini, Cardona e ad i loro dannosi dirigenti, nei mesi passati a partire da gennaio 2023.
Se si dovesse arrivare a giugno 2024 senza una sentenza di fallimento, ipotesi da non scartare visti i già due rinvii della Corte d’Appello – organo che in ogni caso non potrà decretarne il default, prerogativa del Tribunale – la Reggina risulterebbe affiliata alla Figc ed iscrivibile al campionato che verrebbe ritenuto di competenza dalla stessa Federazione, assieme alla Lega Dilettanti.
Purtroppo o per fortuna, bisogna attendere giugno.
Nel frattempo, altre Reggine non ne conosciamo. Ne esiste una, di cui i proprietari risultano essere Felice Saladini ed Angelo Ferraro. Sarebbe molto più utile – ragioniamo in forma utopistica – la loro presenza alla celebrazione per il 110° compleanno della Reggina. Sono, paradossalmente, gli unici che hanno titolo ad autoinvitarsi o ad essere invitati. E magari gli si potrebbe domandare se qualcuno gli ha chiesto il marchio, in questi mesi. Ed eventualmente, chi.
Altresì, qualora si arrivasse a giugno 2024 senza una sentenza di fallimento, gli si dovrebbe reclamare la ferma e totale esigenza di iscrivere la Reggina ad un qualsiasi campionato indicato dalla Figc. Oppure di cedere la società a chi ha questa intenzione. Certo, l’omologa pendente non faciliterebbe i discorsi.
Quando invitavamo a fermarci tutti per un anno, la speranza era anche di evitare momenti come questo. In una versione comica/horror rispetto alla stagione 2015/16, quando ci fu la carnevalata della maglia bianconera alla prima partita giocata in casa a gennaio, poteva mai mancare qualche insensata autocelebrazione di chi Reggina non è? D’altronde, parliamo delle stesse teste che esaltarono “ufficialmente” il 4-3 nel campionato Allievi Regionali, tra la Asd Reggio Calabria e la Reggina Calcio. Definendolo “derby”. Gente che a nostro avviso, sabato anziché andare all’Arena, farebbe meglio a continuare a giocare al computer, incollando ridicoli loghi sul petto di Nakamura.
Reggio vanta una tifoseria dal grande cuore e dall’incontestabile attaccamento. Ad inizio stagione, viste le tribolazioni di quella passata, abbiamo chiesto rispetto per tutti. Rispettiamo, dunque, la scelta di andare allo stadio. Allo stesso modo, se lo scopo è quello di difendere l’onore cittadino, non vanno offerti alle tifoserie rivali i pretesti per essere scherniti, nel presente o nel futuro.
La Reggina Calcio è stata la certificata erede della Associazione Sportiva Reggina. La Reggina 1914, grazie all’intervento definitivo di Luca Gallo, è la certificata erede della Reggina Calcio. Oggi un ulteriore erede non ci può essere, perché manca il morto. E non sappiamo quando morirà. Non sia mai, accada il miracolo. Questi sono i dati di fatto. Incontestabili.
Poi c’è, ribadiamo, il punto di vista. Sulle possibilità che l’ex osservatore territoriale dell’Empoli possa rilevare il marchio, o dalla Reggina viva o dall’eventuale curatela fallimentare, ci siamo già espressi: percentuale prossima allo zero. Ci auguriamo che il titolo sportivo generato con l’iscrizione dello scorso settembre, possa essere unito al marchio e all’identità della Reggina nella prossima stagione. Ma non è detto che accada.
Nel dubbio, fate voi.