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In Cammino con Sant’Antonio Abate: Unità e Spiritualità nel Monachesimo Italo-Greco e le Tradizioni del Triduo di Prumo

Domani, 14 gennaio, avrà inizio il Triduo in onore di Sant’Antonio Abate, conosciuto anche come Sant’Antonio del Deserto. Questa figura, centrale nella tradizione cristiana, incarna i valori di fede, solitudine e rinuncia. La sua vita e il suo esempio di vita monastica hanno avuto un impatto profondo sulla Chiesa, influenzando tanto il mondo cristiano orientale quanto quello occidentale.

Il Triduo rappresenta un’importante occasione di spiritualità e riflessione per la comunità di Prumo Riparo e Cannavò. Gli eventi si svolgeranno nell’antica Chiesa di Santa Maria delle Grazie, un luogo di culto le cui origini sono radicate nella storia locale. Non solo punto di riferimento religioso, ma anche simbolo di tradizione e fede, che unisce generazioni di abitanti in un legame profondo e condiviso.

La Chiesa di Santa Maria delle Grazie, già menzionata nelle visite pastorali di Mons. D’Afflitto (1594-1638), nasce come Santa Maria di Prumo, eretta grazie alla devozione degli abitanti del paese e custodita gelosamente di generazione in generazione. Il suo valore spirituale ha attratto e continua ad attrarre numerosi pellegrini, specialmente il 2 luglio, giorno dedicato alla Madonna delle Grazie.

Il Triduo di Sant’Antonio Abate: Preghiera, Tradizione e Memoria

Le celebrazioni del Triduo inizieranno domani alle ore 16:30 con il Santo Rosario, seguito dai Vespri alle 17:00, in un’atmosfera di preghiera comunitaria che accompagnerà i fedeli verso la Messa delle 17:30, cuore della celebrazione. Ma quest’anno, il Triduo avrà un significato speciale: un’opportunità per riflettere sulla spiritualità di Sant’Antonio Abate attraverso il racconto delle tradizioni locali.

Alle ore 17:15, infatti, alcuni anziani della comunità prenderanno la parola per condividere storie e aneddoti legati alla figura di Sant’Antonio Abate, un’occasione unica per riscoprire la storia del santo in relazione alle tradizioni locali. “Gli anziani sono la memoria vivente della nostra comunità,” ha spiegato il parroco don Giovanni Gattuso, che ha voluto fortemente questa iniziativa. “La loro testimonianza è un tesoro che ci aiuta a mantenere viva la tradizione e a trasmettere la fede alle nuove generazioni. Sant’Antonio Abate è una figura che ha accompagnato la nostra storia, e raccontare le esperienze di chi ha vissuto il legame con il santo è un modo per onorarlo e per tramandare ciò che ci è stato insegnato.”

Per don Giovanni, infatti, la memoria storica della comunità è essenziale per mantenere viva la fede. “Attraverso le storie degli anziani, riscopriamo un legame profondo con il passato, con le nostre radici. Sant’Antonio, con la sua vita di eremitaggio e di preghiera, è sempre stato un punto di riferimento, e ascoltare questi racconti ci aiuta a rinnovare la nostra devozione.”

Unità e Spiritualità: Un Cammino di Comunione

Il Triduo non è solo un momento di preghiera, ma anche un’occasione di riflessione sulla spiritualità e sull’importanza dell’unità cristiana. Il 16 gennaio, alle ore 17:00, si terrà un incontro dal titolo “In Cammino con San Antonio Abate: Unità e Spiritualità nel Monachesimo Italo-Greco”, in preparazione alla Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani. Il diacono Mario Casile, Direttore dell’Ufficio Diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso, guiderà l’incontro, un momento di approfondimento sulla figura di Sant’Antonio Abate e sul suo ruolo nel promuovere l’unità tra i cristiani. “Sant’Antonio, con la sua spiritualità monastica, ci insegna l’importanza della vita comunitaria e dell’unità tra i cristiani,” ha affermato don Giovanni, ribadendo come questo incontro sarà un’opportunità per riflettere insieme sulla strada verso la riconciliazione tra le diverse tradizioni cristiane.

La Messa solenne del 16 gennaio, alle ore 18:00, sarà un altro momento culminante del Triduo, durante il quale la comunità si unirà in preghiera per onorare Sant’Antonio, celebrando la sua vita di fede e testimonianza.

La Benedizione degli Animali: Un Segno di Rispetto per il Creato

Il 17 gennaio, giorno di Sant’Antonio Abate, la comunità vivrà un altro momento significativo: alle 9:00 del mattino sarà celebrata la Santa Messa, mentre nel pomeriggio, alle ore 16:00, sul sagrato della chiesa si terrà il tradizionale rito della benedizione degli animali. Sant’Antonio, noto anche per il suo legame con il mondo animale, è invocato come protettore degli animali. La benedizione è un gesto di rispetto per tutte le creature di Dio e un segno della nostra responsabilità verso il creato. “Questa tradizione, che affonda le radici nella devozione popolare, è un momento di grande spiritualità,” ha spiegato don Giovanni. “Benedire gli animali non è solo un atto di pietà, ma un modo per ricordare che anche gli esseri viventi che ci circondano sono parte della creazione di Dio, e che come cristiani siamo chiamati a rispettarli e a prendercene cura.”

Un Triduo di Rinnovamento e Unità

In conclusione, don Giovanni ha invitato tutti i fedeli a partecipare con cuore aperto al Triduo in onore di Sant’Antonio Abate. “Questo Triduo non è solo un momento di celebrazione liturgica, ma una vera opportunità di spiritualità, di unione e di rinnovamento. Sant’Antonio ci invita a camminare insieme, nella fede, nell’amore e nel rispetto reciproco. Che questo Triduo ci aiuti a rinnovare la nostra devozione, a riscoprire le nostre tradizioni e a vivere con maggiore consapevolezza la nostra fede, uniti come comunità.”

Il Triduo in onore di Sant’Antonio Abate alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie di Prumo è quindi un’importante occasione di preghiera, di riflessione e di celebrazione delle tradizioni locali. Un momento di unione che abbraccia tutte le generazioni e che richiama ogni fedele a riscoprire la bellezza della comunità cristiana e la profondità della spiritualità che attraversa la storia.

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