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Celebrazioni del 4 novembre, Falcomatà: “Abbiamo il dovere di costruire percorsi di pace”

A Reggio Calabria, in Piazza Italia le consegne delle benemerenze della Repubblica. Il richiamo del sindaco al tema dell’autonomia differenziata: “Faremo una battaglia per l’unità del Paese. La legge mina i principi cardine della Costituzione. Attendiamo pronunce della Corte costituzionale”

“E’ una giornata per ricordare la nostra storia, il sacrificio dei nostri militari in tutte le guerre e l’impegno attuale per contribuire a risolvere i conflitti per un ritorno alla pace. Occorre ricordarci che la guerra non risolve i problemi, ed in questo particolare momento storico, purtroppo i conflitti sono aumentati in maniera spropositata. Noi abbiamo il dovere di richiamare tutti al proprio compito e lavorare alla costruzione di una pace duratura. E questa giornata, oggi più che mai, è dedicata a questo aspetto. Come istituzioni sentiamo ed abbiamo il dovere di contribuire alla costruzione di percorsi di pace che stiamo sentendo sempre più lontani, dal conflitto arabo-israeliano, alla guerra in Ucraina”. Così il sindaco metropolitano di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, partecipando oggi alla celebrazione del 4 Novembre, svoltasi in Piazza Italia a Reggio Calabria, con le consegne delle benemerenze della Repubblica.

Sollecitato dai cronisti, a margine della cerimonia il sindaco si è anche soffermato sul tema dell’unità nazionale. “Il richiamo ai principi del 4 novembre è importantissimo in un momento in cui il rischio è che l’unità nazionale e la solidarietà nazionale, i principi cardine della nostra Costituzione, vengano sviliti da scelte politiche del governo che vanno a minarne i principi fondamentali. Nei prossimi giorni – aggiunge – dovremmo avere le pronunce della Corte costituzionale rispetto alla legge sull’Autonomia differenziata, che si esprimerà rispetto alle criticità di una legge che, fra le tante cose, divide sempre di più il Paese, non rispettando il principio di unità nazionale. Riteniamo – evidenzia Falcomatà – che una Italia divisa sia più debole, non solo per la parte, in questo caso il Sud, che subirà le conseguenze maggiori dell’Autonomia differenziata, ma anche per il Nord. Noi continueremo a tenere alta l’attenzione su questi argomenti, come una battaglia che non è del Sud contro il Nord, ma – conclude – intesa come battaglia per l’unità nazionale”.

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