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Consegna del cero votivo alla Madonna, l’omelia dell’arcivescovo Morrone: “Reggio deve risorgere, non sia una permanente incompiuta”

“Realizzare con i giovani una Reggio fresca e vitale, accogliente e inclusiva”.

Lo ha detto, nella sua omelia, l’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, monsignor Fortunato Morrone, che questa mattina ha presieduto questa mattina in Cattedrale la liturgia pontificale nella solennità della Madonna della Consolazione, durante la quale l’Amministrazione comunale ha offerto il Cero Votivo.

Prendendo spunto dal brano evangelico della Liturgia (Mt 5, 1-12), il presule ha richiamato i valori del Vangelo e le Beatitudini, proponendoli come modello di rinascita per la città di Reggio Calabria e invitando cittadini e istituzioni a un impegno condiviso per il bene comune.

“In quest’ultimo periodo appena trascorso abbiamo vissuto eventi nuovi, gioiosi e dolorosi insieme, che ci hanno sicuramente interpellato e cose antiche e belle che fanno parte del bagaglio ricco e articolato, sia della nostra esperienza ecclesiale diocesana sia del tessuto umano sociale e professionale di cui è strutturata questa nostra città.

Papa Francesco per quest’anno giubilare ha proposto undici concreti temi da attenzionare, quasi una traduzione concreta delle Beatitudini: la pace; la trasmissione della vita; detenuti, il creato; il condono dei debiti; l’unità dei cristiani; l’accoglienza dei giovani; la cura degli anziani; il sostegno agli ammalati; l’accoglienza dei profughi, migranti e rifugiati; la mobilitazione contro la pena di morte.

Agli amministratori qui convenuti chiedo se intorno a questi temi che certamente toccano direttamente e indirettamente la vita della nostra città, possiamo immaginare un dialogo concreto e uno spazio condiviso di confronto e lavoro, per impegnarci insieme su uno o più punti per il bene di tutti coloro che abitano i nostri territori, fino ad arrivare a segni tangibili dell’evento giubilare anche nella nostra città.

Tra i temi che credo in particolare stiano a cuore a tutti, e che ci sfidano sul dare volto alla speranza è la cura, la progettualità e le risorse da dedicare ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze, per dare il meglio di noi a loro, già in questo presente e realizzare con loro una Reggio fresca e vitale, accogliente e inclusiva. Desideriamo infatti che i nostri giovani siano realmente protagonisti creativi e attivi, nell’intelligente e operosa costruzione di un mondo più umano, più equo, più solidale, più giusto, più di quanto siamo riusciti a fare noi adulti. Cercare e pensare con i nostri giovani, accanto a loro, con attenta ed empatica accoglienza delle loro sensibilità e linguaggi, per noi cristiani significa metterci in ascolto insieme a loro della Parola che nutre la nostra esistenza (cfr. Gv 6,57) e dà consistenza al nostro presente guardando con serena fiducia ai giorni che verranno.

In questa visione di fede, che desidero condividere anche con chi ha un altro sguardo sulla nostra realtà, auguro a questa amata città di Reggio di risorgere, di rimettersi in piedi con sano orgoglio, per mettere in campo le energie e le competenze migliori di cui i suoi figli e le sue figlie sono ampiamente dotati. Non è per niente confortante sentir parlare di Reggio come la permanente incompiuta. La logica della competizione e contrapposizione ideologica, dovuta anche alle nostre ataviche frammentazioni campanilistiche e autoreferenziali, ci impedisce di mettere insieme i tanti doni, le belle intelligenze e competenze per fare squadra, perché il bene sia diffuso e a disposizione di tutti. Al contrario, si producono discordia e dispersione delle energie che rischiano di trasformare questa città in una fiumara a secco. Non può essere questo il suo destino.

Interpretando i vostri sentimenti immagino condividiate la necessità di una creativa passione per questa città, i cui segnali già si vedono. È vitale perciò una chiara onestà intellettuale che riconosca le capacità altrui e di conseguenza una reciproca fiducia, una sinergica collaborazione, cooperazione e partecipazione solidale di tutti, almeno sugli aspetti centrali e decisivi della vita cittadina per renderla più vivibile e attraente. Un grande grazie, pertanto, rivolgo a coloro che per compiti istituzionali e amministrativi, o anche nell’anonimato, hanno lavorato e continuano a lavorare in questa direzione. I semi da voi posti in essere non tarderanno a portare frutti. Siamo in fondo un unico tessuto umano, e ciascuno di noi è una particola dell’intero per cui ciascuno è chiamato a donare la sua parte per il bene di tutti.

Mettiamo allora questi nostri desideri sotto lo sguardo di Maria, madre della consolazione dello Spirito, mentre invochiamo l’intercessione fraterna di san Paolo, di San Leo e di san Gaetano Catanoso su questa nostra antica e bella città di Reggio” ha concluso Morrone.

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