Un centinaio di cittadini si sono ritrovati dinanzi alla statua di Giacomo Mancini, questa mattina a Cosenza, per protestare contro la scelta del sindaco Franz Caruso di rimuoverla e destinarla ad altra collocazione. La decisione dell’amministrazione di spostare la statua del “Leone socialista”, che per altro appartiene allo stesso partito del suo predecessore, sta alimentando un intenso dibattito.
“Un atto ignobile, violento, volgare, offensivo. Ho finito gli aggettivi – ha detto Giacomo Mancini jr – per trasmettere e comunicare la nausea che noi, la Fondazione, i socialisti, i cosentini, i calabresi hanno registrato da quando è uscita questa disposizione di sfratto inviata via pec, una pec firmata il 2 gennaio. Non c’è un motivo, un motivo valido, né amministrativo né politico, è soltanto una vile azione per fare violenza di una storia, una storia apprezzata da tutti i cosentini, da tanti calabresi e per sradicare dal luogo più simbolico un simbolo che in soli due anni è diventato un punto di riferimento per tanti cittadini e tante cittadine”.
La statua, realizzata in bronzo dal maestro Domenico Sepe, attraverso un finanziamento collettivo al quale avevano partecipato anche attuali rappresentanti della maggioranza del sindaco Caruso, tra cui Pina Incarnato attuale assessore all’urbanistica di Cosenza e appartenente al Partito socialista, era stata collocata e inaugurata nel 2022 per celebrare i venti anni dalla scomparsa di Mancini. All’inaugurazione aveva partecipato anche il sindaco Franz Caruso.
“Temo che a muovere la mano del sindaco della città – ha poi aggiunto Mancini jr – sia stata un’avversione contro la mia persona, per aver mosso delle critiche a questa amministrazione. Ognuno può avere legittimi punti di vista ed è legittimo ed è democratico che ognuno gli esprima. Anzi, dal confronto possono migliorare poi anche le condotte amministrative, ma non si può mettere in discussione il rispetto della storia, il rispetto per uno tra i simboli più belli, più considerati, che rappresenta una personalità che a distanza di tanto tempo è ancora tanto stimata e tanto apprezzata e così considerata da tanti cosentini e non solo cosentini”.