“Da quando abbiamo reso pubblica la sua pec di sfratto della statua, il sindaco di Cosenza con improvvide interviste ha appalesato a tutti la sua avversione personale contro la gloriosa storia del socialismo italiano e contro l’intera storia della nostra comunità, culminate con l’avvertimento dagli schermi tv: ‘Gli impacchetto la statua e gliela restituisco’”.
Così Giacomo Mancini, già deputato socialista e vice presidente della Fondazione dedicata al leader socialista.
“Del resto la sua avversione la aveva già dimostrata negando alla Fondazione di estrarre copia dei filmati dell’attività da sindaco di Giacomo Mancini conservati al municipio.
Intanto la Fondazione, ben prima del termine dei 10 giorni fissati nella intimazione di sfratto, ha risposto in punto di diritto evidenziando come lo sfratto vada contro gli atti che Caruso stesso, insieme alla giunta e ai dirigenti del comune, ha adottato per istallare la statua dove adesso si trova.
Insomma a Caruso sono stati offerti gli strumenti tecnici per ritornare sui suoi passi, per ritirare la proposta e per salvare la faccia.
E invece niente.
Il sindaco ha continuato a sfidare il sentimento diffuso in città, ma anche il senso del ridicolo.
Prima si è nascosto dietro una inesistente richiesta di rimozione proveniente dalla famiglia dei mecenati Bilotti, che invece – continua Mancini – per bocca dell’erede hanno tuonato contro il sindaco accusandolo di non essere in grado di valorizzare l’ingente giacimento culturale messo a disposizione della città. Sulla statua del Leone e sulla presunta richiesta di rimozione, da parte della famiglia Bilotti nemmeno una parola.
Allora si è arrampicato sugli specchi dicendo di voler mettere ordine alla toponomastica collocando ogni statua nel toponimo dedicato.
Ma lo sa Caruso che la statua di Bernardino Telesio, il cosentino più illustre, è posata in Piazza XV Marzo? Proprio affianco allo stelo che omaggia i martiri cosentini morti per la patria il 1844. Vuole sfrattare anche il grande filosofo fondatore del pensiero moderno?
L’indignazione monta sempre più. Aumentano le dichiarazioni di solidarietà.
E i cittadini si domandano giustamente: ma con tanti problemi che ha Cosenza perché dedicare tanta energia e tanta cattiveria contro la statua che raffigura il sindaco più amato?
I giganti, anche da morti e anche raffigurati in statua, fanno ombra.
Ma l’arroganza del potere è indigesta ai cosentini.
Infatti per il flashmob di domani (sabato 18 gennaio) alle ore 11 continuano le adesioni da ogni parte della Calabria.
C’è chi verrà con il garofano rosso. Chi con cartelli per ribadire di essere offeso. Chi con striscioni di protesta.
Al fianco della statua che è ormai diventata iconica e punto di riferimento per tutti quelli che passano per Cosenza, ci sarà l’artista Domenico Sepe che ha cancellato tutti i suoi impegni per essere vicino al Leone.
Ci vediamo domani.
Intanto – conclude Mancini- grazie, grazie e ancora grazie per la vicinanza”.