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Corigliano Rossano (Cs), Olivo: “Casa-discarica via Cerasaro, ancora nessuna risposta da parte dell’amministrazione comunale”

“Sulla vicenda della casa discarica di Via Cerasaro e della connessa emergenza igienico-sanitaria, che era e resta di preminente interesse pubblico e non di natura privata o di improbabile difesa del diritto alla privacy, l’Amministrazione Comunale continua a non rispondere nel merito delle precise richieste avanzate dai residenti del quartiere e delle quali, come consiglieri comunali, insieme al collega Francesco Madeo ci siamo fatti interpreti anche nell’ultima seduta consiliare”.

È quanto dichiara la consigliere comunale e assessore provinciale Adele Olivo definendo “sconcertanti le affermazioni rinnovate in consiglio comunale tanto dall’assessore ai servizi sociali Alboresi (che resta evidentemente disinformata su fatti e circostanze), quanto dalla consigliera comunale di maggioranza Liliana Zangaro, presidente della commissione consiliare ambiente, secondo le quali, nonostante tre anni di denunce rimaste inascoltate e copiose documentazioni nelle quali viene fotografata l’oggettiva inadempienza degli uffici comunali rispetto ad un’emergenza constatata dall’Asp e dalla stessa polizia municipale, sulla gravità delle emergenze accumulatesi in Via Cerasaro dal 2019 ad oggi, nel cuore del centro storico di Rossano, vi sarebbero state soltanto un’esagerata evidenza mediatica ed una strumentalizzazione di situazioni private. Assurdo!”.

“Esattamente al contrario di quanto si ostinano a negare, senza uno straccio di fondamento, le due rappresentanti della maggioranza – ricorda la consigliera – proprio grazie alla trasparenza garantita dalla comunicazione pubblica fatta dal comitato dei residenti di Via Cerasaro ed al quanto mai opportuno intervento del movimento nazionale Stop Animal Crimes, autorizzato dal dimorante ad entrare in quella casa-discarica, si è riuscito finalmente a documentare l’inaudita gravità pubblica dell’emergenza igienico-sanitaria lasciata accumulare in quell’abitazione in questione e, quindi, ad organizzare, dopo 3 lunghi anni di inerzia da parte del Comune, la necessaria bonifica dell’immobile da parte dell’incaricata Ecoross, durata due giorni e parzialmente conclusasi il 2 settembre scorso.

Prima domanda, già fatta in consiglio e che ripetiamo pubblicamente: l’assessore alle politiche sociali e la presidente della commissione ambiente hanno mai fatto o hanno programmato un sopralluogo a Via Cerasaro e, d’intesa con la persona assistita da servizi sociali, anche nell’immobile in questione per verificare in quali condizioni ad esempio si trova adesso, a due mesi dalla bonifica imposta dall’evidenza mediatica data al caso? Nessun dubbio sul lavoro dei medici coinvolti ne

Per quel che ci consta – riferisce la Olivo – la situazione interna a quell’immobile, rimasto senza infissi dal giorno della bonifica e, conseguentemente, anche la situazione sanitaria di tutti gli spazi pubblici adiacenti è di fatto ritornata allo stato di discarica precedente, con tutti i rischi connessi: puzza, topi, insetti, area insalubre ed infettiva per tutti, soprattutto per i più fragili. L’assessore Alboresi ne è al corrente? Si interfaccia con i suoi uffici? Sa di cosa stiamo parlando? Si è mai recata sul posto in modo da acquisire e confermare i dati basilari che dimostra di non conoscere, prima e dopo?”.

“Lo abbiamo ribadito tante volte prima del consiglio, durante l’ultima seduta e lo facciamo nuovamente: la tutela della dignità della persona interessata, che continua ad essere invocata come alibi strumentale per nascondere l’inerzia documentata dell’Amministrazione Comunale, era e resta il faro della nostra azione politica in generale, non solo per Via Cerasaro.

Ciò che la Alboresi e la Zangaro fanno finta di non sapere – continua – è che è stata proprio la dignità di quella persona ad essere violentata dalle istituzioni che lo hanno lasciato per tre anni ed a tutt’ora in condizioni disumane. In caso contrario, al di là delle difese d’ufficio dell’indifendibile, carte alla mano (che si citano ma che nessuno ha mai visto) l’assessore dimostri pubblicamente come è possibile che un fascicolo del genere possa rimanere senza soluzioni dopo oltre 3 anni. Perché nell’ultimo consiglio non lo ha fatto nessuno.

E dimostrino quindi se è vero oppure no che analogo ritardo c’è stato nella richiesta di un amministratore di sostegno, ripetutamente sollecitato dalla assistenti sociali con tre distinte relazioni, rimaste tutte lettera morta. E visto che c’è l’assessore Alboresi ci spieghi come mai subito dopo l’evidenza mediatica data giustamente a tutta l’emergenza sanitaria in Via Cerasaro, gli stessi servizi sociali hanno dato seguito ad un’ordinanza di ripristino dei luoghi destinata ad altro immobile sempre nella stessa via e sempre oggetto delle stesse vecchie denunce dei residenti? Ma l’assessore queste cose le sa oppure naviga a vista?

Lo sa che in quel quartiere insiste un altro immobile, già oggetto di incendio nel 2019, divenuto un’altra discarica già segnalata dai residenti e sul quale ancora non è dato sapere se pericolante o meno? – Alla luce di fatti e documenti, per appurare i quali gli amministratori dovrebbero fare più di un sopralluogo invece di alimentare disinformazione, ci saremmo aspettati non diciamo un’ammissione di responsabilità per l’assurdo ritardo nella bonifica, ma quanto meno una chiamata in causa degli uffici per capire cosa effettivamente accaduto. Nulla di tutto ciò.

Ancora all’assessore Alboresi ricordiamo e ribadiamo – aggiunge – che non vi sono diritti di serie A e diritti di serie B, eventualmente valutati sulla base dei propri limiti ideologici. I diritti sono diritti e per tutti. E vanno difesi sia quelli di chi vive oggettive condizioni di disagio sociale o di altra natura (sui quali è opportuno risollecitare nuove perizie e forse più perizie mediche, portando anche i medici a fare un sopralluogo sul posto), sia quelli di quanti subiscono attentati alla salute pubblica e privazioni di libertà che, nell’ordinamento giuridico italiano, piaccia o meno all’Alboresi, hanno lo stesso peso; anzi, prevale la difesa della salute pubblica sulla difesa di altri diritti, di natura individuale.

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