di Roberta Mazzuca – “Estorsione criminale nei confronti di operatori economici e di chi detiene la proprietà di un’azienda che produce reddito”, “sfruttamento del bisogno di denaro di un altro individuo per procacciarsi un forte guadagno illecito”. Non sono solo definizioni, ma veri e propri fenomeni di mafia, il racket e l’usura, piaghe sociali dell’intero Mezzogiorno ed espressione quotidiana di criminalità organizzata. Un fenomeno di cui si parla poco ma a cui la provincia di Cosenza non è assolutamente immune. Un fenomeno che uccide umanamente, psicologicamente e fisicamente, imprese ed individui, toccandoli nella loro dignità e giocando sul forte sentimento di paura su cui ogni organizzazione criminale tenta di fare leva. Un fenomeno di cui, almeno oggi, è possibile parlare con un senso di rassicurazione e speranza grazie a questo nuovo progetto, che si propone a favore delle vittime accompagnandole e supportandole nella difficile ma necessaria lotta alla criminalità. Proprio questa mattina, le Associazioni Antiracket e Antiusura calabresi consorziate nel progetto “Mani Libere in Calabria”, sostenuto dal Ministero dell’Interno attraverso il PON Legalità, hanno presenziato, all’interno della Cittadella del Volontariato ubicata in Via degli Stadi, sede dell’Associazione Antiracket “Lucio Ferrami Onlus”, l’open-day dello sportello Antiracket e Antiusura di Cosenza, nato con l’obiettivo di conferire impulso alle attività economiche e ridare ossigeno alle imprese oppresse dai ricatti dell’illegalità.
Lo sportello, che opera su tutta la Calabria, si propone di accompagnare le vittime nel difficile percorso di denuncia ma anche in quello di post-denuncia, con il supporto di professionisti che assicurano il mantenimento della propria attività. Uno sportello che, quindi, combatte proprio quel senso di paura ma soprattutto di solitudine che chi è vittima di mafia si trova a dover affrontare, minando alla base il sistema stesso, che proprio del racket e dell’usura si serve per penetrare il tessuto produttivo e piegarlo alle proprie attività illegali. Un sostegno, quindi, non solo alle vittime, ma all’intera comunità e all’intera Calabria. Un impegno che proviene proprio da coloro che quella paura, quella solitudine, quel senso di impotenza, lo hanno vissuto sulla propria pelle e hanno deciso di combatterlo con estremo coraggio, unendosi in una lotta che appartiene a tutti: ai cittadini, alle istituzioni, a coloro che hanno dato la vita in nome della giustizia e della legalità.
Imprenditori come Mario Dodaro, che proprio nella provincia di Cosenza, dove aveva costruito il suo “Salumificio di Castrolibero”, perse brutalmente la vita nel 18 dicembre del 1982, stroncata da un commando di sicari mentre il figlio Francesco, di 17 anni, apriva il portone di casa. Un uomo artefice dei suoi successi, uno dei più noti imprenditori della provincia, che rifiutava i compromessi, sbattendo le porte in faccia agli uomini del racket che gli avevano chiesto duecento milioni di lire come acconto per la sua sicurezza. Vittime di mafia che hanno pagato con la vita il proprio coraggio e il proprio senso di giustizia, quella stessa giustizia che risiede nel cuore degli imprenditori riunitisi nell’Associazione Antiracket della Calabria, e che oggi offrono il loro aiuto e il loro sostegno alla lotta di questa terra contro la ‘Ndrangheta. Imprenditori come Ettore Boschelli di Cosenza, titolare di un’impresa di onoranze funebri, che decide di denunciare i suoi estorsori nel 2013; Andrea e Alessandro Dominijanni di Catanzaro, titolari rispettivamente di un’impresa di costruzioni e di un villaggio turistico, che denunciano nel 2015; Francesco Palmieri di Lamezia Terme, titolare di un’azienda di ricambi per officine, che decide di denunciare nel 2018. E ancora, Marco Moretti, di Cosenza, titolare di un ristorante, che denuncia nel 2013, o Alessio Cassano titolare di un’impresa di onoranze funebri, che denuncia i suoi estorsori nel 2013: “Lo sportello si rivolge alle vittime di usura e racket – dice ai nostri microfoni – e chiunque dovesse avere richieste di questo genere, di estorsione, di “pizzo”, può tranquillamente contattare il numero di telefono 329 05 66 908. Sarà seguito da un punto di vista soprattutto psicologico, ma in ogni settore, quindi anche quello finanziario e legale”.
“Questo sportello servirà per tutti i cittadini del territorio – ci dice il sindaco di Cosenza Franz Caruso – e rappresenta un presidio di legalità. Cosenza ha vissuto momenti sicuramente drammatici anche da questo punto di vista. Oggi la situazione sembra migliorata, ma non bisogna mai abbassare la guardia, e perciò dobbiamo creare sempre occasioni per contrastare la criminalità, quella ordinaria, ma soprattutto la criminalità organizzata”.
“Ci sono alcuni territori – prosegue – in cui registriamo maggiormente la presenza di soggetti che sono portati a violare la legge, stiamo allora creando queste strutture, abbiamo anche dato alle forze dell’ordine manufatti di proprietà comunale, proprio per affermare che sul territorio ci sono le forze dell’ordine, ma c’è anche l’amministrazione comunale che è impegnata in questa lotta alla criminalità organizzata e alla microcriminalità. Sostegno assoluto alle vittime della violenza ‘Ndranghetista e contrasto assoluto a ogni forma di criminalità”.
Nello specifico, la rete offre tre sportelli territoriali, a Lamezia Terme, Cosenza e Polistena, ma anche uno sportello itinerante in tutta la Calabria, in cui si forniscono gratuitamente consulenza legale, psicologica e finanziaria. Un progetto finanziato dal Ministero dell’Interno che affianca gli imprenditori in ogni fase, dalla presa in carico al reintegro nel circuito socio-economico, passando all’accesso al fondo di solidarietà, tramite le consulenze di avvocati, commercialisti, esperti aziendali e finanziari, e psicologi. “Un’iniziativa particolarmente importante e significativa – prosegue ancora il Sindaco – che si svolge grazie ai volontari, una risorsa della nostra città e della nostra regione. La mia amministrazione è con le mani libere, e voglio che tutta la città abbia le mani libere da chi inquina lo sviluppo economico e sociale della nostra terra”. Legalità, trasparenza e solidarietà: questi i principi su cui il primo cittadino ha basato la sua campagna e il suo programma, e che dice “essere racchiusi tutti in questa iniziativa, nell’inizio di un percorso già nato però parecchio tempo fa, che sarà sostenuto da noi come istituzione e come città, per contrastare un fenomeno che limita la libertà dei cittadini”. Presenti all’incontro le maggiori rappresentanze delle istituzioni, il Comandante provinciale dei Carabinieri Agatino Saverio Spoto, il Comandante provinciale della Guardia di Finanza Danilo Nastasi, il Capo della Squadra Mobile Angelo Paduano, il sindaco Franz Caruso, l’Assessore Veronica Buffone, la consigliera Chiara Penna, e il Prefetto Vittoria Ciaramella: “La mia presenza qui è per invogliare a costituire altre associazioni – afferma ai nostri microfoni – per consentire agli imprenditori che sono vittime della criminalità di denunciare. Mi metto nei panni di chi è vittima, di chi ha paura, per far sapere che lo Stato c’è, che lo Stato può proteggerlo nel caso in cui denunci, con l’adozione di misure di protezione alla persona e misure di sostegno alle attività”.