La consigliera comunale, Igea Caviano, dichiara: “Il Pil delle regioni meridionali perde la spinta degli investimenti del Pnrr ma anche gli effetti benefici dell’onda lunga del post Covid. Dunque, il prodotto interno lordo del Sud si appresta a tornare a quella desolante “normalità” che da anni marca la netta differenza rispetto alle aree più forti e ricche del Paese.”
Prosegue Caviano: “Lo mette nero su bianco il rapporto Svimez 2024, che ovviamente non manca di evidenziare le altre note dolenti e soprattutto croniche: dalla qualità del lavoro, spesso povero, alla mancanza di sbocchi occupazionali che alimenta la fuga dei giovani, alla scarsa offerta dei servizi pubblici, destinata ad accentuarsi con il blocco del turn over, che inoltre vanifica gli investimenti fatti con il Pnrr perché, se si costruiscono un ospedale o una scuola, poi qualcuno dovrà pur farli funzionare altrimenti rimarranno solo delle scatole vuote.”
“Insomma, la sciagurata autonomia differenziata di Calderoli – ancora Caviano – non rischia di innescare dinamiche negative ma di accentuare quelle che già, di fatto, sono comunque presenti e che prescindono dalla riforma del ministro leghista. Il Sud, che di sicuro deserto non è, rischia però la desertificazione se non si pianificheranno politiche forti, in grado di dare continuità al percorso di crescita e coesione avviato con il Piano di ripresa e resilienza.
Uno scenario simile, riportato alla realtà di una città capoluogo di regione quale è Catanzaro, imporrebbe un dibattito “alto”, serrato, di merito, che dovrebbe trovare nel Consiglio comunale il suo luogo politicamente più naturale, oltre che più autorevole sul piano istituzionale.”
Conclude Caviano: “Un dibattito e un’Aula che rendessero protagonista la città, non solo dentro i confini della regione ma anche in un rapporto dialogante e di comune costruzione con gli altri capoluoghi del Sud. Tutto questo, ovviamente, senza rinunciare alla dialettica, al confronto, al sostegno anche energico delle proprie idee, nel rispetto dei rispettivi ruoli e dei rispettivi schieramenti. La differenza vera la fanno i contenuti, ancor prima delle forme. Ma se la massima Assemblea cittadina diventa luogo di scontro frontale a tutti i costi, di accuse reciproche, di muro contro muro fine a se stesso; se serve solo a occupare la scena, allora si potrà anche accontentare, galvanizzandola, la propria tifoseria. Difficilmente, però, si potrà costruire futuro o, quantomeno, cercare di costruirlo.”