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Terra Viva Calabria, Zema confermato presidente regionale

Si è tenuto oggi a Vibo Valentia il secondo congresso di Terra Viva Calabria, che ha confermato Antonino Zema Presidente regionale e Carmela Montalto Vicepresidente.

“Il comparto agricolo calabrese dalla pandemia fino ad oggi – ha evidenziato nella sua relazione Antonino Zema –  ha portato a un aumento della sensibilità verso la sostenibilità ambientale e sociale. Circa il 46% delle aziende agricole in regione ha realizzato iniziative volte a migliorare l’efficienza nell’uso delle risorse, garantire la qualità dei prodotti e ridurre le emissioni. Oggi l’agricoltura in Calabria rappresenta un settore fondamentale per l’economia regionale, caratterizzato da una notevole diversificazione produttiva e da una crescente attenzione verso pratiche sostenibili. La Superficie Agricola Utilizzata (SAU) in Calabria nel 2024 è stata di quasi 98.400 ettari, questo dato rappresenta una leggera diminuzione rispetto agli anni precedenti – ha detto Zema – dovuta principalmente all’abbandono delle attività agricole in alcune aree montane e rurali. Tuttavia, l’aumento dell’interesse per l’agricoltura biologica e le pratiche agricole sostenibili ha portato a una maggiore valorizzazione delle produzioni locali, inoltre nel 2024, le esportazioni dei prodotti agricoli e agroalimentari calabresi hanno registrato una crescita significativa, con la Calabria protagonista nell’export italiano, con un più 20,9% nei primi nove mesi dell’anno. Questo risultato è stato ottenuto grazie alla qualità e alla varietà dei prodotti offerti, tra cui agrumi, olio d’oliva, vino e prodotti ortofrutticoli°.

All’evento sono intervenuti anche il Segretario Generale della Fai Cisl nazionale, Onofrio Rota, il Segretario Generale della Cisl Calabria Giuseppe Lavia e il Segretario Generale Fai Cisl Calabria Francesco Fortunato, insieme a dirigenti, produttori e operatori.

Le conclusioni sono state affidate al Presidente nazionale di Terra Viva, Claudio Risso: “Ci vuole un patto commerciale, la provocazione di Trump, con i paventati dazi, avrà una ricaduta economica di circa 2miliardi di euro per l’agroalimentare italiano – ha affermato il leader dell’associazione – con la politica protezionistica dei dazi si soffoca il libero mercato, la giusta concorrenza, gli investimenti. Ecco perché dobbiamo farci trovare pronti a questa transizione economica. Un altro grave problema che stiamo affrontando – ha sostenuto Risso – è l’inverno demografico, con il conseguente mancato ricambio generazionale, che ha una ricaduta pesante sul comparto primario e in particolare, sulla tutela e sul rilancio delle aree interne. Su questo tema, fondamentale sarà un’efficace gestione delle politiche migratorie, che risponde ad un fabbisogno lavorativo che non si può più negare: dati alla mano avremo bisogno di 600 mila lavoratori immigrati nei prossimi tre anni, il 30’% di questi in agricoltura”.

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