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Rifondazione Comunista: “La sanità deve essere pubblica, non a pagamento”

La progressiva deriva privatistica del SSN non è ormai un mistero per nessuno.
La salute come bene comune si allontana sempre di più dal mandato costituzionale; la Legge 833 del 1978, istitutiva del SSN, si piega sempre di più sotto i duri colpi del neoliberismo. Si susseguono infatti diversi cambiamenti nel corso del tempo che vanno nella direzione dell’aziendalizzazione di quello che doveva essere un servizio pubblico costituzionalmente garantito. Lo smantellamento iniziò nel 1992 con il governo Amato e con Draghi direttore generale del ministero del Tesoro, nascono le aziende sanitarie locali ed ospedaliere. Giunge poi la seconda colonna portante di un sistema privatistico ed assicurativo con il decreto legislativo n. 229/1999 a firma Rosy Bindi, allora appartenente al Partito Popolare Italiano (erede della Democrazia Cristiana, passò poi a La Margherita, di Rutelli per approdare al PD). La deriva neoliberista continua poi con la riforma del Titolo V che di fatto regionalizza quello che doveva essere un bene comune nazionale.
La responsabilità del centro sinistra appaiono quindi chiare, anche se oggi gridano allo scandalo. È di queste ore infatti la notizia della creazione di quattro posti letto a pagamento, nell’ambito della chirurgia toracica, reparto guidato dalla Dottoressa Franca Melfi. Il PD quindi inveisce contro una legge voluta dal PD stesso, come giustamente fa notare De Salazar, direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Cosenza.
Nicola Irto sostiene che “non è un problema di norma ma di opportunità”.
L’amministrazione comunale (a guida PD) nella persona del Sindaco, ha il dovere di fare da garante dei cittadini e delle cittadine, nei confronti dell’Azienda ospedaliera, cosa ha intenzione di fare? (proclami a parte).
Come Partito della Rifondazione Comunista pensiamo invece che sia anche un problema di norma, non abbiamo visto un solo passo che vada nella direzione della tutela del SSN.
Non possiamo rimanere in silenzio e lasciare che vengano distrutti gli ultimi residui di quello che fu un progetto all’avanguardia quale quello del Servizio Sanitario Nazionale.
Abbiamo avversato e continueremo ad avversare ogni atto che vada nella direzione di privatizzazione del SSN. Non dimentichiamo infatti l’autonomia differenziata, figlia di quella disgraziata riforma del Titolo V, sostenuta anche dal centro sinistra con la scusa di dover “arginare la spinta federalista della Lega”.
Le responsabilità quindi sono da ricercarsi sia nel centro destra che nel centro sinistra.
Non ci basta più l’indignazione del momento,  vogliamo che la difesa della sanità pubblica sia fattiva, reale. Vogliamo che il dettato costituzionale non venga trasformato in carta straccia. La nostra Costituzione antifascista deve continuare a vivere e affinché questo avvenga dobbiamo contrastare quanti vorrebbero una Italia diseguale, non inclusiva ma guerrafondaia (i soldi per gli armamenti ci sono sempre!) ma ormai tutti hanno capito che sono soldi tolti alla sanità, al welfare, alla scuola, al pubblico!

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