Rischio di infiltrazione della ‘ndrangheta nel settore rifiuti. A fare il punto sulla criminalità ambientale in Piemonte e Val d’Aosta è stato ieri il comandante del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Torino, il tenente colonnello Maurizio Hoffman, intervenuto al corso di formazione rivolto alle forze di polizia su ‘La gestione dei rifiuti: i reati, le tecniche investigative e le novità normative’, promosso dal consorzio nazionale del riciclaggio dei rifiuti dei beni in polietilene PolieCo con il sostegno della Fondazione Santa Chiara.
Allo Star hotel Majestic di Torino, Hoffman ha illustrato i numeri del fenomeno: “Le risultanze investigative e giudiziarie relative al periodo 2006- 2022 hanno certificato l’esistenza di venti locali ‘ndranghetiste in Piemonte e Val d’Aosta ed emerge un dato allarmante, circa il 28% delle interdittive antimafia attingono società che operano nel mondo dei rifiuti ed è la provincia di Novara a contare il maggior numero di imprese raggiunte dal provvedimento. Si tratta di un dato che dimostra l’interesse della criminalità organizzata in questo settore”.
Hoffman ha sottolineato che “l’espansione del mercato criminale nel ciclo dei rifiuti e nelle grandi opere sta avvenendo attraverso una strategia silente che rende tutto più complesso”. E ha lanciato l’allarme sulla nuova legge che disciplinerà i contratti pubblici che prevede subappalti senza limiti percentuali: “Sebbene si tratti di una modifica normativa richiesta dall’adeguamento alle direttive europee, c’è purtroppo il serio rischio che il subappalto a cascata possa consentire alle imprese criminali di essere maggiormente invasive”.
La direttrice generale del Polieco, Claudia Salvestrini, da anni impegnata in attività di contrasto del traffico illecito dei rifiuti, ha aperto i lavori del corso con un focus sulle nuove mete dei rifiuti che partono dall’Italia verso impianti idonei sulla carta ma nella realtà inesistenti o non adeguati.
“Dalla Turchia alla Tunisia, il sistema delle spedizioni transfrontaliere purtroppo continua a perfezionarsi, mettendo in evidenza le criticità della gestione dei rifiuti nel nostro Paese – ha detto Salvestrini – in questo scenario i consorzi hanno un ruolo fondamentale, essendo chiamati al monitoraggio della tracciabilità e all’accertamento di un corretto avvio a riciclo dei rifiuti, a tutela dell’ambiente, della salute e della leale concorrenza tra le imprese”.
Gli aspetti investigativi, nell’ambito del corso, sono stati approfonditi dal Procuratore della Repubblica di Trani Renato Nitti che ha relazionato sugli strumenti del diritto e del processo penale per il contrasto al traffico illecito dei rifiuti, dal Procuratore della Repubblica di Bari Roberto Rossi che ha illustrato le tecniche investigative nei reati in materia di rifiuti con particolare riferimento al traffico internazionale e dal già procuratore della Repubblica di Civitavecchia e docente di Diritto penale dell’ambiente presso l’Università ‘La Sapienza’ di Roma Gianfranco Amendola.
Valentina Vattani, giurista esperta di Diritto ambientale, è intervenuta sulla disciplina e le novità normative relative al trasporto dei rifiuti.
I numeri della criminalità ambientali presentati dal Noe
La criminalità ambientale è la terza attività criminale al mondo e cresce a un tasso del 5 – 7% l’anno. Nel 2019 i proventi da attività illecite nei principali mercati criminali ammontavano all’1% del Pil dell’ UE, ossia a 139 miliardi di euro. I gruppi criminali sono presenti in tutti i paesi dell’Ue e spesso operano a livello transfrontaliero e il 70% dei gruppi criminali è infatti attivo in più di tre Stati membri, nel 2021 i proventi nei principali mercati eco criminali ammontavano a 8,8 miliardi di euro.