«L’Italia diventi un segno profetico per tutto il mondo, un faro di accoglienza e solidarietà. Che accolga i migranti, che li “raccolga” in mare, che permetta viaggi sicuri e legali dalla loro patria, che aumenti la cooperazione con i paesi di provenienza per combattere la povertà, la corruzione, le ingiustizie, la guerra affinché le persone non siano costrette a partire». È quanto dichiara Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, in merito al naufragio avvenuto davanti alle coste calabre.
«Dobbiamo reagire con un sussulto di coscienza. Non si può più discutere di immigrazione, non ci sono più giustificazioni; questa ennesima tragedia non ci può più lasciare indifferenti — continua Ramonda —. Il nostro Paese è la culla della cristianità e, al di là del colore politico di chi la governa, deve dare una risposta evangelica, nel senso più umano del termine».