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Legge regionale sulla ludopatia, Bruno Bossio (Pd): “Passo falso del centrodestra”

“La norma regionale sulle slot machine, approvata ieri in Consiglio regionale, rappresenta una brutta pagina per le istituzioni calabresi”. Ad affermarlo è Enza Bruno Bossio, componente della Direzione nazionale del Pd.

“È  una brutta pagina – aggiunge – soprattutto per i consiglieri di centrodestra che se ne sono fatti promotori, a partire dal presidente del Consiglio regionale Mancuso che ha clamorosamente dismesso il suo ruolo super partes per abbracciare una norma sbagliata e divisiva, attaccata in modo unanime dall’opinione pubblica, dall’associazionismo e dalla Chiesa calabrese. Né può ritenersi esente da responsabilità il presidente della Regione Occhiuto, che di fatto ha consentito che la Calabria arretrasse su un terreno pericoloso quale è quello delle politiche di contrasto alla dipendenze da gioco”.

“Siamo di fronte – prosegue – a un clamoroso passo falso: invece di provare ad affrontare, come fanno da anni tante associazioni anche in Calabria,  un’emergenza drammatica quale è quella della ludopatia, causa di drammi familiari, di gravissime conseguenze sulla salute psicofisica delle persone e, non in ultimo, spesso con legami diretti con la criminalità organizzata, si promuove nei fatti questa dimensione, eliminando le tutele che in qualche modo la legge nazionale ha previsto. La maggioranza di centrodestra si è assunta ieri una grave responsabilità di cui a breve pagherà le spese la Calabria in termini di ulteriore impoverimento delle famiglie e di incremento delle dipendenze patologiche. Non a caso, si è levato un coro indignato e di autentica preoccupazione da parte di chi vive a stretto contatto con questa drammatica piaga. Mondo del terzo settore, vescovi calabresi, con giuste e sacrosante argomentazioni, hanno tentato di aprire un varco nel dibattito e spingere i consiglieri – senza successo – a un atto di responsabilità. Il centrosinistra e il Pd – nonostante tentativi di delegittimazione che pur ci sono stati – ha dato voce a questo diffuso malcontento, si è speso dentro al Consiglio – conclude Bruno Bossio – per correggere e bloccare il testo e il voto contrario espresso ieri in aula certifica una chiara presa di distanza, su cui resterà alta la battaglia politica”.

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