Sognare è il verbo che più ci piace. Realizzare questi sogni è ciò che proviamo a fare ogni giorno con tutto il nostro impegno.
Questo, in sintesi, il credo dell’Aleandre Basket RC, che anche oggi, 3 dicembre, in occasione della Giornata Internazionale delle persone con disabilità, rinnova il suo impegno per l’inclusione attraverso lo sport.
Grazie alla collaborazione con EISI e il CIP (Comitato Italiano Paralimpico), la società sportiva ha celebrato l’obiettivo che porta nel cuore fin dai tempi della Leonardo Basket: promuovere il Baskin, una disciplina nata in Italia che unisce basket e integrazione in un gioco di squadra davvero per tutti.
Il Baskin – contrazione di “basket integrato” – non è solo uno sport, ma un progetto sociale ed educativo in cui ogni atleta, senza esclusione, diventa parte attiva e determinante per il successo della squadra. Un modello che trasforma il campo da gioco in un laboratorio di collaborazione, basato su alcuni principi cardine: l’adattamento di regole e strutture alle capacità di ciascun giocatore, per permettere a tutti di esprimere il proprio potenziale; la differenziazione dei ruoli e delle regole, bilanciando le forze in campo e consentendo a ogni componente della squadra di contribuire concretamente al punteggio; e infine, la libertà di mettere in campo le proprie abilità, in un contesto che valorizza le competenze di ciascuno.
“Il Baskin è l’unica disciplina sportiva, ad oggi, che realizza il sogno di una realtà agonistica, sociale ed educativa in una dimensione pienamente inclusiva”, sottolinea la società. “Qui tutti hanno il diritto di essere protagonisti, ma sono chiamati a impegnarsi per esserlo. Non ci sono spettatori: solo giocatori”.
In un giorno simbolico come il 3 dicembre, l’Aleandre Basket RC vuole lanciare un messaggio chiaro: lo sport può essere un potente motore di inclusione, in grado di superare limiti e pregiudizi. Attraverso il gioco di squadra, la collaborazione e regole pensate per valorizzare ogni individuo, il Baskin dimostra che un progetto sportivo comune può coinvolgere realmente tutti, promuovendo una crescita collettiva oltre ogni barriera.
Un esempio concreto di come lo sport non sia solo competizione, ma anche – e soprattutto – uno strumento per costruire una comunità più coesa, dove il “sogno” di giocare insieme diventa, ogni giorno, realtà
